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Skipass quanto mi costi! Il caro energia fa aumentare i prezzi fino al 13%

Già a inizio settembre, con il costo dell’energia sempre più alto, erano cominciate le preoccupazioni sulla prossima stagione invernale. A lanciare i primi allarmi era stata Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (ANEF), sottolineando come le società di impianti di risalita siano aziende energivore e che le bollette che i comprensori si troveranno davanti daranno un duro colpo al comparto turistico invernale, soprattutto dopo gli anni bui della pandemia. Nel mentre, lo spettro dell’aumento dei già costosi skipass iniziava ad avanzare, nonostante i comprensori tardassero a pubblicare i prezzi 2022-23.

A meno di due mesi dal weekend dell’Immacolata, che segna il via della stagione sciistica, il quadro si è fatto più chiaro, come anche la certezza che quest’anno sciare costerà molto.

I prezzi in aumento

Nel rinomato e frequentatissimo comprensorio Dolomiti Superski il giornaliero costerà 74 euro in alta stagione, un aumento del 10,4% rispetto all’anno scorso quando il prezzo era fissato a 67 euro. Chi può permettersi un abbonamento stagionale subisce meno i rincari: da 870 euro a 890 euro se comprato in prevendita entro Natale, un aumento di 2,3%. Da notare che prezzi esposti presentano la clausola che “potranno subire variazioni per ragioni di ordine fiscale, valutario, economico o sociale”. In parole povere, se il costo dell’energia continuerà a salire, i listini potranno essere ritoccati.

Anche chi vorrà sciare in Lombardia spenderà di più: a Bormio il giornaliero è aumentato del 13% (da 46 a 52 euro); chi desidererà andare sulle piste di Livigno dovrà mettere in costo di spendere 59 euro per la giornata, l’anno scorso erano 52. Aumenti tra l’8 e il 10% anche per il consorzio Pontedilegno-Tonale.

Non va meglio sulle Alpi occidentali con Cervinia che passa da 53 a 57 euro, La Thuile da 47 a 51 euro, Pila da 47 a 50 euro e Courmayeur da 56 a 61 euro. In Piemonte gli impianti della Via Lattea non hanno ancora esposto i listini. Mosca bianca è il comprensorio Monterosa Ski che ha annunciato che i prezzi rimarranno invariati rispetto all’anno scorso.

Se per i grandi comprensori è difficile, per i più piccoli la situazione è drammatica. Un esempio fra tutti la skiarea di Panarotta, in Trentino. Come racconta a Il Dolomiti, impianti e piste quest’anno rimarranno chiusi a causa dell’impossibilità di sostenere i costi dell’energia, il rischio sarebbe il fallimento. Una decisione complicata, che ha ricadute su tutti gli operatori che gravitano attorno allo sci, tra cui maestri, noleggiatori, albergatori, ristoranti. “Molte società medio-piccole hanno manifestato forti preoccupazioni e sono in attesa” ha spiegato Valeria Ghezzi, “diverso è per le grandi realtà che però dovranno rinunciare ai margini per restare aperte“.

Quello che è certo che lo sci da discesa è sempre più uno sport per ricchi e considerando i prezzi della stagione che verrà non saranno in molte famiglie a potersi permettere una giornata sulle piste.

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5 Commenti

  1. Sempre stato, a ben guardare, uno sport per benestanti considerando anche acquisto ski, attrezzature, corsi e trasferta. Semplicemente si alza la soglia di reddito per accedere. Avranno le piste più libere. Importante, però, che non vengano erogati “incentivi” in quanto non devono pagare tutti il divertimento di alcuni.

    1. Perfettamente d’accordo; ad es. il Monterosaski è partecipato dal pubblico e chiaramente anch’io che non vado in pista, pagherò una parte dello skipass di chi ci va: è la solita storia i guadagni si privatizzano, le perdite si distribuiscono alla colletività

    2. Il divertimento dei lupi è sempre stato a scapito delle pecore. Con i camosci il lupo si diverte poco, riesce solo a procurarsi da mangiare correndo parecchio.

  2. Penso che l’errore sia stato il far diventare lo sci uno sport di massa.
    Ha richiesto strutture e organizzazioni, oltre a territori, che assorbono molte risorse economiche.
    Dapprima le condizioni climatiche, poi chi lavora per il funzionamento, poi l’obsolescenza delle strutture, ora l’energia, tutti hanno fatto lievitare notevolmente in pochi anni i costi.
    Penso che ci vorrà del tempo per il ridimensionamento di questa attività ludica, sento dire che c’è spazio ancora per degli aumenti dei prezzi e una famiglia sa sempre organizzarsi.

    Mi sembra che i cosiddetti i “ricchi” usino raramente gli impianti utilizzati dalle masse, ma anche le strutture.

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