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Drone in volo durante operazione di elisoccorso sulle Tre Cime, scatta la denuncia

I droni stanno conquistando vette sempre più elevate, innalzandosi anche al di sopra degli 8000 metri. Si presentano come piccoli e utili compagni di viaggio per collezionare ricordi da una prospettiva inusuale, ma è bene tenere a mente, a qualunque quota ci si trovi, le regole che soggiaciono al loro utilizzo. Di recente un escursionista è stato denunciato per aver fatto decollare il suo drone nel bel mezzo di una operazione di elisoccorso sulle Tre Cime di Lavaredo.

Il drone, pilotato senza la necessaria registrazione, senza codice Qr, senza assicurazione e senza abilitazione, era in volo durante la fase di atterraggio dell’eliambulanza. Una situazione rischiosa in quanto tali apparecchi, anche se di categoria mini o midi e di dimensioni relativamente piccole, possono essere causa di collisioni e incidenti con altri aeromobili in volo, mettendo in pericolo le persone a bordo.

Non è il primo caso

La denuncia all’ENAC è arrivata dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Auronzo di Cadore. Come riportato dall’ANSA, la Gdf ha dichiarato che non si tratti di un caso eccezionale, in quanto dalla zona delle Tre Cime sono giunte numerose segnalazioni di droni pilotati da utenti non professionisti per puro svago e divertimento, in violazione delle norme che regolano il settore.

Che siano uno svago o uno strumento di lavoro, i droni devono essere utilizzati nel rispetto della normativa vigente. In tutti i Paesi europei vige il il Regolamento di Esecuzione UE 947/2019, che suddivide i droni in tre categorie sulla base del rischio: Open, Specific e Certified. Open rappresenta la categoria a rischio minore, in tal caso l’utilizzo del drone non necessita di autorizzazione preventiva dell’ENAC o altri enti. Le categorie Specific e Certified sono più pericolose e necessitano di autorizzazioni e certificazioni precise.

Inoltre in Italia è attivo il Regolamento UAS-IT (dove UAS sta per “sistema aereo senza pilota”) dell’ENAC, a integrazione della normativa europea.

Gli errori del pilota delle Tre Cime

Le regole da seguire nel pilotaggio dei droni sono numerose, quali l’altezza massima da rispettare (70 m per voli amatoriali, 120 m per piloti abilitati) il divieto di sorvolo in determinate aree (mappe no fly zone reperibili sul portale d-flight) o, per citare un delicato argomento di interesse montano, la necessità di autorizzazione per utilizzo nelle aree protette. Soffermandoci sul caso dell’escursionista denunciato alle Tre Cime, gli errori commessi risultano essere “a monte”, relativi alla registrazione e abilitazione all’uso del mezzo.

Per dubbi e curiosità consigliamo di dare uno sguardo alla sezione “Droni” del sito ENAC.

Qui i consigli del CNSAS per un pilotaggio sicuro in ambiente montano.

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