AlpinismoAlta quota

Il campo base dell’Everest deve essere spostato a causa dei cambiamenti climatici

Dopo la vicenda dello scorso aprile del crollo di una parte del ghiacciaio himalayano Nanda Devi, che causò un’inondazione del fiume Dhauliganga provocando 26 vittime e171 i dispersi, il Nepal aveva già iniziato a interrogarsi sul destino del campo base dell’Everest.

La domanda che ci si era posti al tempo era se l’alpinismo sull’Everest sarebbe stato costretto a cambiare in conseguenza alle mutazioni ambientali dettate dai cambiamenti climatici. Uno studio dell’Indian Institute of Technology di Kharagpur aveva infatti evidenziato l’aumento del fenomeno dei laghi “sopraglaciali” nella regione del Tetto del Mondo, tra cui alcuni che in futuro potrebbero rendere pericolosa la zona fino a ora scelta per posizionare le tende. Non solo, a preoccupare oggi è anche la fragilità della Khumbu Icefall, che incombe sul campo base: il ghiacciaio del Khumbu si muove velocemente (fattore che lo rende così pericoloso e instabile) spingendo a valle con forza la parte terminale, che ogni anno si assottiglia sempre di più, circa un metro all’anno, generando crepacci e crolli.

Una recente notizia rimbalzata grazie alle BBC pare confermare l’intenzione da parte del Governo del Nepal di procedere allo spostamento del campo base per allontanarlo dal ghiacciaio del Khumbu, reso sempre più pericoloso dal “global warming e dalle attività antropiche”. Non bisogna infatti dimenticare che ogni primavera il campo base si trasforma in una cittadella abitata da circa 1500 persone tra alpinisti, sherpa e personale di supporto generando un notevole impatto ambientale. Per rendersene conto basti pensare a quanti rifiuti vengono ogni anno raccolti (quest’anno sono stati ben 33 tonnellate divisi tra Everest, Lhotse, Manaslu e Kanchenjunga), ma all’immondizia bisogna anche sommare l’urina (si stima sia circa 4000 litri al giorno) e il carburante per far funzionare le cucine e il riscaldamento.

La soluzione prospettata è di spostare più in basso, di circa 200/300 metri, il campo base, che oggi si trova a 5300 metri. Un’operazione che potrebbe essere realizzata per la stagione alpinistica 2024.

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