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Himalaya. Crollo di un ghiacciaio causa inondazione: 26 le vittime, 171 i dispersi

É di 26 vittime e 171 dispersi il bilancio provvisorio della inondazione causata dal distacco di una porzione del ghiacciaio himalayano Nanda Devi, nello stato settentrionale dell’India dell’Uttarkhand. Secondo le prime ricostruzioni delle autorità alle 10 circa del mattino (ora locale) di domenica 7 febbraio, parte del ghiacciaio è collassata, riversando una valanga di acqua e detriti nella valle del fiume Dhauliganga, nel Chamoli District.

Acqua e fango in discesa libera verso valle

La massa di fango è scesa rapida lungo il pendio della vetta, per poi proseguire il suo percorso lungo la valle, travogendo tutto ciò che ha incontrato sul suo percorso. Alberi, case, strade, ponti e una diga in corrispondenza del villaggio di Raini Chak Lata.

Due inoltre gli impianti idroelettrici travolti. Prima il Rishi Ganga Hydel Project, che è stato completamente spazzato via dall’ondata di fango. 35 gli operai al lavoro nel momento dell’impatto. Scendendo lungo la valle la massa di fango ha raggiunto il NTPC’s Tapovan-Vishnugad hydel project. Nell’impianto erano circa 170 i lavoratori presenti nei 2 tunnel della centrale al momento dell’arrivo dell’onda.

Nella giornata di domenica, con l’aiuto di mezzi meccanici che hanno rimosso rocce e detriti, sono stati estratti vivi dai tunnel almeno 12 operai. Altri sono state riportati nuovamente alla luce nella giornata odierna. A rendere complesse le operazioni di soccorso è la distruzione della via di accesso a una delle due gallerie del NTPC, che rende necessario ai soccorritori risalire la collina mediante corde.

Numerosi i dispersi tra gli abitanti dei villaggi limitrofi, le cui case sono state spazzate via. L’innalzamento delle acque a seguito dell’evento ha portato a decretare lo stato di allerta anche per i villaggi più a valle, lungo il corso del fiume Alaknanda, altro affluente del Gange, provvedendo anche alla evacuazione delle aree a maggior rischio.

2000 soccorritori in azione

Ingenti i soccorsi messi in campo. In azione, secondo quanto riferito dal capo dell’Agenzia Nazionale per le Emergenze, vi sarebbero oltre 2000 uomini, tra poliziotti, militari e gruppi paramilitari. La Indian Air Force ha inviato sul posto elicotteri a supporto delle operazioni e ha effettuato i primi sorvoli per avere una panoramica del disastro causato dal crollo. Gruppi di soccorritori si stanno anche spostando lungo il fiume in barca e squadre dotate di binocoli stanno scandagliando le rive alla ricerca di corpi trasportati dalle acque.

“Se questo incidente fosse accaduto la sera, dopo l’orario di lavoro, la situazione non sarebbe stata così grave in quanto gli operai sarebbero stati a casa”, ha detto il premier Trivendra Singh Rawat ai giornalisti.

Un insolito crollo in pieno inverno

A chiarire la dinamica dell’incidente sarà chiamato a intervenire il Geological Survey of India (GSI). Desta perplessità il fatto che un simile evento, cui l’Uttarkhand non è tra l’altro nuovo – nel giugno 2013 un crollo glaciale con conseguente inondazione si è verificato nella regione di Kedarnath – mai si sia verificato prima nella stagione invernale, quando si presuppone che i ghiacciai restino stabili.

Un team di esperti cercherà di ricostruire il crollo attraverso rilievi sul campo e immagini satellitari. In una conferenza stampa, il direttore generale dell’ente, Ranjeet Rath, ha dichiarato che sia ancora troppo presto per avvallare ipotesi sulle cause dell’incidente e cercare i colpevoli. Sono molteplici infatti i fattori naturali a concorrere nel rendere complessa la situazione.

“Dal momento che il crollo si è verificato in una regione dell’Himalaya che presenta un ecosistema estremamente fragile e terreno ancora in continuo sollevamento, non si può escludere che la dinamica sia stata influenzata dalla ecologia del ghiacciaio. Bisognerà attendere il termine del report prima di poter fornire spiegazioni”, ha aggiunto Rath, sottolineando che grande attenzione verrà posta anche nella fase di riprogettazione e ricostruzione di edifici e infrastrutture. “Dobbiamo imparare da questi eventi”.

Il video Live del crollo

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