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Il fenomeno dei misteriosi spiritelli rossi sul Monte Bianco

Vi è mai capitato, fissando il cielo tra amici nella notte di San Lorenzo, di sentirvi gli sfortunati del gruppo, che non riescono a vedere neanche una “stella cadente”? Vi rincuorerà sapere che esistono fenomeni celesti così rapidi ma così rapidi da sfuggire anche all’occhio dei più attenti, come i meravigliosi “red sprites”, in italiano noti come “spiritelli rossi” o “folletti rossi”. Descritti a volte come meduse nel cielo, questi misteriosi e affascinanti bagliori rossi, illuminano i cieli notturni per pochi millesimi di secondo.

Rientrano pertanto nella categoria degli eventi luminosi transitori (dall’inglese TLE, Transient Luminous Events), fenomeni ottici che si manifestano nell’alta atmosfera, tra i 50 e i 100 km di altezza, strettamente collegati all’attività elettrica dei temporali che avvengono “al piano di sotto”, nella troposfera. “Si verificano a causa dei flussi di particelle cariche sparati verso l’alto in direzione dello spazio, dalla sommità del cumulonembo, quando dalla base di quest’ultimo si abbattono i fulmini verso il suolo”, spiega il meteorologo Filippo Thiery, sottolineando che siano “dovuti alle emissioni elettromagnetiche, da parte di atomi eccitati (ad opera degli elettroni veloci di cui sopra) di Azoto”, elemento cui si deve la colorazione assunta dalle scariche.

Gli spiritelli rossi sul Monte Bianco

Se possiamo permetterci di definirli “meravigliosi” e “affascinanti” è merito della fotografia che ci permette di ammirarli senza fretta. La prima immagine degli spiritelli rossi risale soltanto al 1989 e da allora non è che abbondino. Non capitano tutti i giorni, e anche qualora capitino, non è così facile immortalarli. Nel corso di un temporale sappiamo bene che il cielo sia coperto, dunque i cumulonembi tendono a nascondere ciò che accade ai piani alti. Serve una mano esperta, paziente, in grado di catturarli nel posto giusto al momento giusto. Di recente, nella notte tra sabato 28 e domenica 29 maggio, sono stati catturati nella zona del Monte Bianco, a Sallanches, dal fotografo francese Didier Plassard.

“Sabato sera, no, non sono stati gli impiegati comunali di Chamonix a lasciare le decorazioni natalizie, né gli alieni che sono venuti a vedere la Champions League – racconta con ironia Plassard nel post Facebook divenuto virale – , erano sprite o folletti o spiritelli rossi”.

Didier Plassard e la passione per i cieli notturni

Per Plassard non si è trattato di una prima volta. Gli spiritelli li conosce bene. Appassionato di montagna, di astronomia e di fotografia, ha realizzato in precedenza ulteriori scatti dei folletti celesti (li trovate nella gallery), in Corsica e sul Mottarone. É un amante del cielo dall’età di 9 anni, come racconta sul portarle astrosurf.com.

La mia passione per l’astronomia risale alla mia infanzia quando, all’età di 9 anni, amici della mia famiglia mi svegliarono per mostrarmi Saturno. Da quel giorno l’astronomia non mi ha più lasciato“. 

Affascinati da questo aneddoto, abbiamo chiesto a Monsieur Plassard di raccontarci come quel bambino incuriosito dallo Spazio sia arrivato a diventare un abile fotografo, in particolare di cieli notturni. 

“Praticando l’astrofotografia sono arrivato a focalizzarmi sul paesaggio notturno. Ho iniziato a fotografare seriamente nel 2014 con l’acquisto di attrezzature professionali. Ho fatto 4 viaggi in Islanda per catturare l’aurora boreale in modalità foto panoramica. Di tanto in tanto con i miei scatti delle aurore vengono allestite delle mostre. In generale scatto molte foto quando viaggio: foto di trekking in Nepal, orsi e ghiottoni in Finlandia, uccelli in Norvegia. Ho anche realizzato qualche scatto in cima all’Etna anche se l’accesso è vietato senza guida! E dei timelapse della nebulosa di Orione, sempre sull’Etna, così come della cometa Neowise a Punta Helbronner.”

E poi arrivano gli spiritelli…

“Ho iniziato a fotografare gli spiritelli lo scorso anno sul Monte Mottarone, mentre erano in corso dei temporali su Venezia – racconta – .  La loro luce è molto debole e la durata molto breve, per cui per catturarli sono necessarie fotocamere con sensori molto sensibili e obiettivi molto aperti. Ho due fotocamere Sony Alpha 7s1 che sono defiltrate e dotate in sostituzione di un filtro Astrodon sensibile alla luce rossa. Il red sprite catturato sul Monte Bianco è stato ripreso con un obiettivo 50mm F/1.2. La scorsa settimana ho guardato le mappe di Meteoblue Europe e ho notato l’arrivo di forti temporali su Venezia, Milano, Torino, Ginevra, e che sul versante francese il cielo sarebbe stato sereno. Quindi delle condizioni ideali. Abito di fronte al Monte Bianco perciò sono salito a quota 1500 m fino all’alpeggio Mayères, in posizione perfetta di fronte alla catena del Monte Bianco. Dalle 22:30 alle 2 del mattino ho catturato una ventina di spiritelli, piccoli o superbi come l’ultimo che ho catturato intorno all’1:30.”

Alla domanda, che vi starete ponendo a vostra volta leggendo questo articolo, “Possiamo vederli a occhio nudo?” risponde: “Sapete che non saprei dirvi se si possano vedere a occhio nudo? Potrebbe apparire paradossale come affermazione, ma mentre sono lì a scattare, la fotocamera è collegata a un lettore video esterno e i miei occhi sono fissi sullo schermo, quindi quando appare uno sprite premo il telecomando per salvarlo. Essendo da solo non riesco a guardare in contemporanea cielo e schermo.”

Con grande modestia, Plassard ci racconta di non essere un esperto del fenomeno ottico in sé. A tal proposito è bene evidenziare che anche la scienza sia ancora agli albori dello studio dei red sprites, in compagnia di altri fenomeni fantastici e misteriosi come i green ghosts, ma questa è un’altra storia.

“Gli sprite sono scariche che vengono innescate da un temporale in atto. Non tutti i fulmini provocano sprite e al di sopra di alcune tempeste non si vede nulla. Non so il motivo. La base dello spiritello si trova a circa 40-50 km di altitudine, da ciò la dimensione significativa dell’ultimo che ho fotografato sul Bianco, in quanto in linea orizzontale distavo solo 170 km dalla tempesta. Un amico fotografo ha scattato delle foto in contemporanea, ma a 750 km di distanza, in Dordogna (sud-ovest della Francia), ovviamente gli spiritelli appaiono più piccoli e più bassi all’orizzonte.”

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