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Andrea Lanfri e Luca Montanari in vetta all’Everest!

Aggiornamento ore 13.00 – Dallo staff di Andrea Lanfri confermano che i due alpinisti proseguiranno la discesa al campo base nella giornata di domani.

Inoltre, fanno sapere che, a dispetto di quanto programmato inizialmente, Andrea e Luca hanno impiegato le bombole d’ossigeno per l’ultima parte della salita.


Andrea Lanfri e Luca Montanari hanno toccato la vetta dell’Everest questa mattina alle ore 5.40 ora nepalese, in perfetto orario per ammirare l’alba dal punto più alto del Pianeta. Al momento, secondo il tracker del Gps di Lanfri, i due sono già a campo 4, posto come di consueto a Colle Sud. Ora non resta che attendere il loro ritorno alla sicurezza del campo base.

Con l’arrivo in vetta del team di sherpa di Seven Summit, deputato quest’anno dall’EOA al fissaggio delle corde, la via normale è stata aperta lo scorso 7 maggio e i primi alpinisti hanno iniziato a salire con l’obiettivo cima. Lanfri e Montanari, completato l’acclimatamento a fine aprile, erano rimasti in attesa della finestra di bel tempo per lanciare il loro tentativo di vetta, che hanno iniziato la notte tra domenica e lunedì arrivando a campo 2, dove hanno trascorso un giorno di riposo. Mercoledì la salita a campo 3 e ieri a campo 4.

Un grande risultato per Andrea Lanfri, che ha perso entrambe le gambe e sette dita delle mani a causa di una meningite fulminante con sepsi meningococcica nel 2015. La scalata dell’Everest, che arriva dopo un lungo percorso che lo ha portato dal tornare a camminare alle vette del Mondo, è stata resa possibile grazie a delle protesi speciali ramponabili realizzate ad hoc per consentirgli di camminare sul terreno d’alta quota e per ridurre quanto possibile i problemi legati “alla formazione di bolle, calli, infiammazioni e lividi ai monconi. Soprattutto in alta quota, dove la sudorazione è minore, devo prestare molta attenzione. Negli anni ho sviluppato alcuni trucchi con cui gestire la cosa, ma sicuramente a fine avventura qualche problema ci sarà”.

Andrea è il primo italiano con pluri-amputazioni a salire in vetta all’Everest. Ma non è l’unico record che si è portato a casa in questa sua avventura: il 1° aprile Lanfri ha corso sulle lame delle protesi il miglio più alto al mondo in soli 9 minuti e 48 secondi.

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