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Cosa vuol dire gestire un rifugio di montagna? lo spiegano i rifugisti delle Dolomiti

I rifugi non sono alberghi. Una affermazione che apparirà magari scontata alla maggioranza dei frequentatori della montagna, purtroppo non alla totalità. Con l’incremento del turismo in quota, soprattutto in fase post pandemica, si è resa evidente la necessità di formare la collettività su cosa sia un rifugio, quanto sia complessa la sua gestione, quali le inevitabili limitazioni ai servizi che di norma possono essere offerti da strutture ricettive a quote più basse e in vicinanza di centri urbani. A tale scopo, in Dolomiti è stata lanciata una iniziativa al passo coi tempi, una campagna social dal nome dotato di hashtag: #vivereinrifugio.

L’iniziativa è stata presentata al 70° Trento Film Festival dai protagonisti diretti: i gestori dei rifugi delle Dolomiti, che racconteranno in una serie di video, diffusi sul canale Youtube “Dolomites UNESCO” – alcuni già disponibili online – , la propria vita. Le gioie e le fatiche del vivere in rifugio, al fine di accrescere la consapevolezza dei frequentatori, in funzione di una sempre maggiore sostenibilità. Video che si spera possano creare nel frequentatore la consapevolezza che non sia il caso di lamentarsi per la mancanza eventuale di acqua corrente, impossibilità talvolta di utilizzo delle toilette, così come dei costi di un caffè.

I gestori ci mettono la faccia

“I gestori ci mettono la faccia”, questa l’espressione scelta dalla Fondazione Dolomiti UNESCO per sintetizzare l’impegno dei rifugisti nel partecipare alla campagna.

“Da diversi anni la Fondazione Dolomiti UNESCO accompagna i 66 gestori di rifugio che rientrano nell’area «core» del Patrimonio Mondiale in un percorso di formazione, ascolto e collaborazione – si legge sul sito ufficiale della Fondazione – . La frequentazione della montagna ha subito in questi ultimi anni dei cambiamenti qualitativi e quantitativi e gli stessi gestori hanno iniziato a riflettere sulla necessità di trasmettere ai loro ospiti il senso del loro lavoro, i confini di un’attività che è prima di tutto un presidio montano, le difficoltà quotidiane sulle quali vanno calibrate le richieste (e talvolta le pretese) dell’utenza, in particolare rispetto al consumo idrico che anche questa estate, dopo un inverno pressoché privo di precipitazioni, sarà il vero banco di prova di una responsabilità condivisa. Di qui l’idea, emersa nel novembre scorso durante l’annuale corso organizzato dalla Fondazione e svoltosi a Primiero-San Martino di Castrozza, di mettersi in gioco per comunicare direttamente con il pubblico, un po’ come si fa durante le lunghe giornate in rifugio.”

“Le molte testimonianze raccolte durante i primi quattro anni della trasmissione televisiva «Noi Dolomiti UNESCO», realizzata dal giornalista Giambattista Zampieri – si legge ancora – saranno la base per una serie di pillole video che verranno però anche autoprodotte dagli stessi gestori durante la stagione, per informare gli utenti sulle piccole e grandi sfide quotidiane di un’attività unica, che riveste un forte significato di presidio ambientale, culturale e di sicurezza.”

I gestori di rifugio devono sapersela cavare nelle più disparate circostanze, hanno competenze precise e al tempo stesso la necessità di adattarle a un contesto che cambia in continuazione; ma sono soprattutto le sentinelle del Patrimonio Mondiale, vedono prima di chiunque altro le trasformazioni dell’ambiente e i cambiamenti nel modo di frequentarlo”. 

Alcune pillole

I gestori del Rifugio Alimonta, nel Parco Naturale dell Adamello Brenta (TN), spiegano come l’acqua non è una risorsa scontata in un rifugio alpino. 

Il pane e altri viveri più leggeri vengono trasportati tra il Rifugio Zsigmondy-Comici (BZ) e il Rifugio Carducci (BL) con l’aiuto di asinelli:

Se gestisci un rifugio in quota, la tua lista della spesa deve essere perfetta e non dimenticare nulla, lo spiega la rifugista del Rifugio Pian de Fontana, Longarone (BL).

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Un commento

  1. “Il rifugio non è un albergo” … verissimo ma finché gli stessi gestori continueranno a proporre cibo gourmet, bevande di ogni tipo e qualità, servizi vari ed eventuali, il turista continuerà ad avanzare pretese.

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