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Muore Dimanche, lo stambecco “viaggiatore” simbolo dell’assenza di confini

Era considerato un simbolo dell’assenza di confini nel mondo della montagna Dimanche, lo stambecco del Parco Nazionale degli Ecrins (Parc National des Ecrins), morto nel mese di dicembre, travolto da una valanga. A riportarne la notizia con un comunicato ricco di emozione è il parco stesso: “Dimanche, il più celebre tra gli stambecchi del massif des Cerces è morto a inizio dicembre in Italia, travolto da una valanga. Questo grande viaggiatore, campione di andate e ritorni tra Briançonnais e Val di Susa, ha vissuto una bella vita, ricca di sorprese e di peripezie…seguito a ruota dal Parco Nazionale.”

Morto nel luogo che amava di più in inverno

Dimanche, come riportato dal Parco, è morto nel suo sito di svernamento preferito, dietro il villaggio italiano di Rochemolles in Val di Susa. Luca Rossi, veterinario grande esperto di stambecchi ha così raccontato il ritrovamento dell’animale: “Lo abbiamo ritrovato ai piedi delle prime barre rocciose. É stato colto da una valanga dopo la prima grande nevicata di inizio dicembre ed è stato completamente sepolto. Il caldo degli ultimi giorni ha fatto riemergere il cadavere: presenta delle fratture causate dalla caduta, soprattutto alla testa, e le punte delle corna sono rotte.”

6 anni di vita insieme al Parco

Come fa il Parco a sapere che la vita di Dimanche sia stata così ricca? Grazie al monitoraggio tramite collare GPS, condotto per 6 anni nell’ambito del progetto europeo LEMED-IBEX.

“Quanta strada ha percorso questo stambecco dalla sua cattura all’Alpe du Lauzet, a Monêtier-les-Bains, il 10 maggio 2015. Era una domenica, del resto, che ci ha dato lo spunto per il suo nomecommenta Éric Vannard, tecnico del Parco nel settore di Briançonnais – . Ci ha sorpresi rapidamente, fin dai primi giorni dopo la cattura, quando è partito per l’Italia. Dobbiamo contestualizzare il tutto: eravamo all’inizio del programma di cattura degli stambecchi e subito sono sorte molte domande. Uno stambecco del Cerces che va in Italia? Quanti come lui? E perché?”

Dimanche non era un fuggitivo anomalo, semplicemente conosceva bene quello che è di fatto un corridoio ecologico, che oggi riconosciamo come tale proprio grazie a lui. Un percorso tra i 42 e i 58 chilometri che si estende tra il massif des Cerces e la Val di Susa, passando per il monte Thabor.

Le peripezie di Dimanche

Nei primi 3 anni di monitoraggio, il Parco ha avuto modo di seguirne quelle che vengono ricordate come peripezie. “Dimanche ritorna nel massif des Cerces nel luglio 2015 e poi riparte per l’Italia a novembre – racconta Eric – . Nel 2016 effettua ancora 2 viaggi di andata e ritorno. Nell’autunno 2017, incontra un grosso problema: la neve cade in anticipo, in grande quantità. Dimanche si ritrova bloccato, solo, su una falesia nel vallone del versante Nord del Galibier. A febbraio 2018 il suo collare invia un segnale d’allarme, di rischio di morte a seguito di una forte nevicata. Tocca andare a vedere! Nonostante i passi chiusi e le strade innevate, riusciamo a trovarlo sulla sua falesia, vivo e vegeto. Probabilmente era rimasto fermo così a lungo da indurre il collare a lanciare l’allarme. Situazioni del genere sono capitate più volte, e ogni volta bisognava andare a controllare!”

Un inverno difficile per Dimanche, che per 4 mesi non si può spostare verso la Val di Susa. Una bella lezione di vita! “Dopo essere tornato come al solito a luglio, l’autunno successivo aveva molta paura di essere nuovamente travolto dalla neve. Ha iniziato molto presto a cercare un nuovo sito di svernamento racconta ancora il tecnico del Parco – . Dapprima si diresse a ovest verso Clavans nell’Oisans, poi si voltò. Passò infine l’inverno in un nuovo sito al passo del Moncenisio, il luogo più orientale in cui abbia mai svernato”.

Una celebrità alpina

Dimanche è stato dotato ben tre volte di collare GPS (l’ultima a ottobre 2021) e in 6 anni di monitoraggio i suoi viaggi sono diventati celebri soprattutto tra i bambini, che hanno apprezzato di poterne seguire le migrazioni via web.

“Molte persone hanno conosciuto Dimanche e lo hanno seguito, sia in Italia che in Francia. Me ne rendevo conto ad ogni cedimento del suo collare, dal numero di persone che mi contattavano per sapere cosa stesse succedendo, se fosse morto!”, ricorda emozionato Eric, concludendo con un malinconico “Mi avrebbe fatto correre parecchio quello lì”.

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