Ambiente

Com’era il clima 1 milione di anni fa? La risposta è nel ghiaccio antartico

Prende ufficialmente il via in questi giorni in Antartide la prima campagna di carotaggio del progetto “Beyond Epica Oldest Ice” che ha l’obiettivo, attraverso il campionamento e l’analisi del ghiaccio profondo, di tornare indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni, alla scoperta delle temperature e della concentrazione dei gas serra del passato. Un lavoro senza precedenti per gli studi di paleoclimatologia.

Beyond Epica Oldest Ice

Finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro, il progetto si estende per sette anni (a partire dal 2019) ed è coordinato da Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia. Dodici i centri di ricerca partner, di dieci Paesi europei e non. Per l’Italia oltre al Cnr e all’Università Ca’ Foscari, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) è incaricata insieme all’Istituto polare francese del modulo di lavoro relativo alla logistica.

Le attività del progetto beneficeranno della sinergia con quelle svolte in ambito del Pnra, il Programma nazionale di ricerche in Antartide, finanziato dal Mur, coordinato dal Cnr per le attività scientifiche e dall’Enea per l’attuazione operativa delle spedizioni.

Cosa faranno gli scienziati in Antartide

La campagna si svolgerà a Little Dome C, un’area di circa 10 km2 a 40 km dalla base italo-francese di Concordia sul plateau antartico orientale, uno dei luoghi più estremi del pianeta, e durerà fino a gennaio 2022. Glaciologi, ingegneri e tecnici del team internazionale lavoreranno a un’altitudine di 3233 metri sul livello del mare, a oltre 1000 chilometri dalla costa e a una temperatura che durante l’estate antartica sarà in media di -35°C.

Una volta reso completamente operativo il campo di perforazione, sarà completato e testato il sistema di carotaggio, mentre l’équipe del progetto scaverà nella neve il deposito destinato a ospitare i primi campioni di ghiaccio. Il successo di questa campagna sarà cruciale per la riuscita dell’intero progetto.

Due i momenti chiave per la storia delle scienze del clima: l’incisione nel ghiaccio del foro da cui estrarre la carota e, entro la fine della campagna, l’estrazione dei primi strati di ghiaccio. L’aspettativa del team di ricerca è raggiungere in gennaio la velocità media di perforazione di 170 metri di profondità alla settimana.

“Con il precedente progetto Epica (European Project for Ice Coring in Antarctica), terminato nel 2008, siamo riusciti ad analizzare una carota di ghiaccio di 800 mila anni. Ora, come in una macchina del tempo, ci spingiamo a esplorare oltre: infatti se vogliamo mettere in una prospettiva corretta quello che stiamo sperimentando oggi con il cambiamento climatico e prendere delle misure di mitigazione per fronteggiare il cambiamento, dobbiamo necessariamente guardare molto più indietro ed è quello che stiamo per fare qui in Antartide con l’avvio di Beyond Epica”, afferma Carlo Barbante.

Un mistero da risolvere

Il ghiaccio porta impressa l’impronta della storia climatica e ambientale del nostro pianeta e consente di risalire a informazioni di secoli e millenni addietro, relative all’evoluzione delle temperature e alla composizione dell’atmosfera nel corso del tempo. I ricercatori saranno in grado quindi di stabilire le quantità dei vari gas serra, come metano e anidride carbonica, presenti nelle varie ere, mettendole in relazione all’evoluzione delle temperature.

“Riteniamo che questa carota di ghiaccio ci possa fornire informazioni sul clima passato e sui gas serra presenti durante la transizione del Medio Pleistocene (MPT), avvenuta tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa – chiarisce Barbante – . Durante questa transizione la periodicità climatica tra le ere glaciali è passata da 41.000 a 100.000 anni; perché questo sia avvenuto è il mistero che ci proponiamo di risolvere“. 

Gli altri scienziati presenti sul sito saranno Thomas Stocker, Remo Walther e Jakob Schwander dell’Università di Berna. A manovrare il carotiere saranno Philippe Possenti, Gregory Teste, Olivier Alemany, Romain Duphil dell’Università di Grenoble-Alpes, Matthias Hüther dell’Alfred Wegener Institute. La logistica e le telecomunicazioni saranno gestite da Michele Scalet, Saverio Panichi, Giacomo Bonanno dell’Enea e Calogero Monaco, militare del Genio Guastatori.

La ricerca del ghiaccio antico sta diventando un trend

Se nel leggere la notizia dell’avvio di “Beyond Epica Oldest Ice” vi è parso di vivere un déjà-vu, non preoccupatevi. Avete perfettamente ragione. Il team internazionale non è difatti il solo a mirare a un carotaggio in grado di portare la ricerca sul clima indietro di oltre 1 milione di anni. Nel mese di ottobre avevamo annunciato l’avvio del progetto Million Year Ice Core (MYIC), coordinato dalla Australian Antarctic Division (AAD). L’obiettivo che si prefigge il copioso team australiano è di estrarre una carota in grado di raccontare almeno 1,2 milioni di anni di storia. I due team saranno in azione a 6 km di distanza tra loro. E non finisce qui.

Secondo quanto riportato dalla rivista Science, sarebbero addirittura 6 i team concentrati sul medesimo proposito. Anche la Cina punta al ghiaccio profondo dell’Antartide. I carotaggi cinesi sono iniziati nel 2012 presso la Kunlun Station del Dome A, nei pressi del punto più elevato della calotta glaciale antartica. Ma i progressi sono andati a rilento negli anni a causa delle difficoltà di raggiungimento del sito di carotaggio. A causa del lungo avvicinamento, ogni anno gli scienziati hanno a disposizione soltanto un paio di settimane per carotare.

Abbiamo poi Giappone e Russia, che hanno in proposito di avviare campagne di carotaggio nei prossimi anni presso il Dome Fuji e Dome B. Lo scorso settembre anche gli Stati Uniti hanno finanziato per un totale di 25 milioni di dollari un progetto di esplorazione antartica (COLDEX) coordinato dalla Oregon State University (OSU).

“Ormai è una sorta di trend – dichiara in merito il glaciologo dell’Università di Copenaghen Dorthe Dahl-Jensen.Ognuno vuole portare in superficie il ghiaccio più antico.”

Non parliamo di caccia al record

Detta così, potrebbe sembrare quasi di trovarsi di fronte alla solita sfida al record. Siamo distanti anni luce da ciò. L’impresa che ciascun team cercherà di portare a termine è ad alto, altissimo rischio di insuccesso. O forse ce l’avremmo già fatta, non vi pare?

La carota glaciale che consentirebbe di analizzare il clima di 1 milione e mezzo di anni fa dovrebbe essere perfetta. Ovvero con tutti gli strati di ghiaccio al loro posto, allineati dal basso verso l’alto in ordine cronologico. Ma sappiamo bene che il ghiaccio non è roccia e può capitare che strati più giovani scivolino al di sotto di strati più vecchi. Si corre dunque il rischio di estrarre una carota confusa e confusionaria, in cui potrebbero essere anche presenti dei gap, magari dovuti a inattesi fenomeni di scioglimento.

“Il proposito di estrarre del ghiaccio antico è ad alto rischio – spiega a Science Kenji Kawamura, glaciologo del Japan’s National Institute of Polar Research, a capo del team di ricerca giapponese, chiarendo che l’abbondanza di team impegnati a carotare potrà aumentare le probabilità di successo. Un successo che sarà di tutti, di tutto il mondo scientifico, senza alcun confine.

Che aria tira tra le varie squadre?

Dopo avervi descritto la situazione in modalità Risiko, andiamo a chiarire che i vari team pronti a entrare in azione abbiano avuto interazioni tra loro, ragionando sul come sfruttare la reciproca vicinanza, sempre secondo gli standard delle distanze antartiche.

E stando alle dichiarazioni di Joel Pedro, paleoclimatologo della Australian Antarctic Division, a capo del progetto australiano, pare abbiano anche ipotizzato di organizzare una partita di calcio. “Dato che contro gli Europei è probabile che ci troveremmo in svantaggio, si potrebbe anche organizzare una partita a cricket, così è certo che vinceremmo noi.”

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