La montagna riparte, tra ottimismo e incertezze
Davide Panizza, Presidente della Società Carosello, guardando alla situazione delicata presente in Austria e Germania, commenta: “Adesso l’Austria fa venti giorni di lockdown, chiudendo anche gli impianti – per loro di grande importanza – ma questa scelta drastica secondo me è stata fatta per cercare di salvare le festività. Siamo preoccupati perché di solito l’Italia è sempre 2-3 settimane indietro rispetto a quegli Stati, non vorremmo assistere a un aumento dei contagi nelle prossime due settimane per poi trovarci a Natale con delle ulteriori restrizioni. Questo sarebbe devastante. L’altra preoccupazione principale è il mercato estero, che al momento è una grossa incognita. Vista la situazione che c’è in diversi Paesi, alla bassa percentuale di vaccinazioni – e quindi ai pochi green pass -, se in più venissero aggiunte restrizioni sugli spostamenti andando a influenzare il periodo di Natale, la stagione sarebbe già condizionata in partenza. Il mercato italiano sta rispondendo bene sul discorso delle prenotazioni, quindi senza ulteriori contingentamenti o divieti sugli spostamenti il periodo delle feste dovrebbe andare bene. Dopo le vacanze è un grosso punto di domanda, perché se togliamo Natale e la settimana di carnevale, dall’8 di gennaio fino a fine stagione più dell’80% delle presenze è legato al mercato estero – polacchi, cechi, turisti dal Nord Europa – e lì al momento non sono messi bene”.
Panizza spiega come siano stati presi tutti gli accorgimenti possibili per cercare di gestire la stagione, dal sistema di vendita, tutto on-line senza passare alla cassa così si evita il rischio di assembramenti, alla riduzione delle portate fino all’80% delle telecabine e delle seggiovie con la cupola, distanziamenti, mascherine… Per gestire al meglio i flussi c’è anche tutto il discorso delle prenotazioni, che dovrebbe essere utilizzato anche per il prossimo weekend e sarà possibile dalla piattaforma anche per chi ha acquistato lo skipass stagionale.
Per quanto riguarda i ristori, “abbiamo chiuso le domande il 22 novembre, ci sono un po’ di incognite perché la domanda da presentare era piuttosto complessa, quindi vedremo. La cifra dovrebbe essere una percentuale sui ricavi della media degli ultimi tre anni, però è tutto al vaglio del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Economia. Speriamo che arrivino il più in fretta possibile, ma anche qui non abbiamo nessuna informazione a riguardo”. Un ulteriore elemento di incertezza che si va a sommare a tutto il resto.
Mauro Bertolini, Direttore della Scuola di Sci e Snowboard Tonale Presena, venti, venticinque giorni fa era più ottimista rispetto a ora. “Preoccupa il fatto che il CTS abbia detto che anche in zona rossa gli impianti rimangono aperti, perché se vengono chiuse le regioni e le persone non possono raggiungere l’albergo o addirittura nel weekend non possono arrivare qui dalla Lombardia – il comprensorio sciistico Pontedilegno-Tonale si trova proprio al confine tra Trentino e Lombardia, ndr – per noi come scuola è un problema. Per quanto riguarda l’organizzazione della scuola stiamo cercando di adottare delle norme che evitino il più possibile il contatto tra i maestri, che non passeranno nemmeno in scuola al mattino: con il nostro sistema di prenotazioni ricevono direttamente sul cellulare tutte le informazioni, quali lezioni hanno, il nome degli allievi e il luogo dell’appuntamento”.
Il problema più grosso, anche qui, è rappresentato dagli stranieri, in particolare dalle scuole: tutti i gruppi scolastici, specialmente dall’Inghilterra, non si possono muovere, perché i bambini non vaccinati non possono entrare in Italia se non sono accompagnati dai genitori. Tutte le gite al momento sono messe in pausa, per chi ha in programma di venire a febbraio c’è la speranza che questo decreto da parte dell’Inghilterra venga cambiato, o tutti i gruppi di studenti verrebbero bloccati… “Per le famiglie sembra che per ora non ci siano problemi, ma siamo sempre sul chi va là, perché se dovessero cambiare di colpo le regole perderemmo anche tutto quel tipo di prenotazioni. L’unica cosa leggermente positiva, o che potrebbe esserlo negli anni, è che essendoci meno stranieri in questo momento ci sarà magari più clientela italiana, che potrebbe decidere di tornare anche in futuro”, dice Bertolini.
Luca Longhi, Gestore dell’Hotel La Torretta e Vicedirettore della Evolution Ski School, commenta: “Ad oggi (24 novembre) la situazione è molto incerta: l’eventuale “super green pass” (ora diventato certezza, almeno per quanto riguarda il periodo che va dal 6 dicembre al 15 gennaio, ndr), soprattutto per le famiglie con bambini che non hanno voluto o non sono ancora riusciti a vaccinare, rischia di essere un po’ spiazzante per chi aveva programmato le vacanze con l’idea di andare a fare i tamponi. C’è davvero molta incertezza: le prenotazioni arrivano, ma sul breve periodo, molti scelgono magari oggi un last minute per settimana prossima. Parlando anche con i miei colleghi degli altri alberghi, se guardiamo l’andamento della stagione da adesso fino a Capodanno qualcosa si sta muovendo, si sta pian piano riempiendo, anche se con molta incertezza. Se andiamo oltre Capodanno o l’Epifania in questo momento vediamo un vuoto al quale non eravamo abituati, perché sia gli stranieri che gli italiani negli ultimi anni erano soliti programmare le vacanze in maniera molto anticipata. A guardare un po’ i dati, a oggi, parlando anche con i miei colleghi, nel periodo di dicembre-Epifania troviamo un 20% di prenotazioni in meno, se andiamo su gennaio siamo sul 30, su febbraio e marzo troviamo anche un 70% in meno”.
Sia nella Scuola Sci Tonale Presena che alla Evolution Ski School la scelta è stata quella di avere tutti maestri vaccinati, oltre a tutte le precauzioni del caso come mascherine, gel e distanziamento sociale. La preoccupazione più grande, un po’ per tutti, non è neanche tanto quella di chiudere: anche se sicuramente sarebbe un dramma, per alcuni aspetti si tratterebbe del male minore. Sarebbe ancora peggio dover restare aperti e non avere gente, cosa che comporterebbe spese senz’altro maggiori rispetto alla chiusura, ma senza nessun rientro – oltre che nessun diritto a ristori.
Riccardo Paganini, maestro di sci e allenatore libero professionista del comprensorio, spiega come questa situazione abbia creato parecchie complicazioni, perché sono quasi due anni che di fatto si riesce a lavorare solo saltuariamente. “Si spera che le giornate di lavoro in questa stagione siano continuative e soprattutto che non ci siano limitazioni per l’accesso ai turisti o comunque agli sciatori normali, non tesserati. L’anno scorso hanno potuto sciare solo gli agonisti, con varie limitazioni anche loro, però purtroppo il mercato, la situazione di alberghi, impianti etc penso abbia risentito di un 99% di mancato guadagno e lavoro. Sono ottimista e fiducioso che si possa fare una stagione relativamente normale rispettando quelle che saranno le indicazioni per l’accesso agli impianti, l’uso delle mascherine e il controllo del green pass per gli impianti chiusi”.
Alessandro Daldoss, gestore dell’Hotel Negritella, spiega come da parte degli operatori, fino a circa un mesetto fa, ci fosse molto entusiasmo: “Eravamo tutti pronti a ripartire – perché fondamentalmente è come una ripartenza da zero questa. Adesso da una ventina di giorni a questa parte siamo di nuovo un po’ titubanti perché le notizie che arrivano dall’estero, specialmente da Germania e Austria, oltre che dalla provincia di Bolzano, sicuramente preoccupano. Per quanto riguarda le prenotazioni, a livello italiano, c’è un bel po’ di richiesta. Fino a un mesetto fa c’erano anche delle conferme con caparre, adesso vogliono aspettare a inviarla per essere sicuri; invece a livello estero siamo leggermente bloccati. Penso che assisteremo a un inverno come era negli anni ’80-’90 dove si lavorava bene nei periodi di alta stagione come Natale, ultimo dell’anno e Pasqua e negli altri periodi si farà un pochettino più fatica. Eravamo abituati molto bene, perché negli ultimi due inverni prima del lockdown si lavorava veramente tanto, quest’anno sarà un po’ a vista, però parlando un po’ con i colleghi sono tutti pronti e fiduciosi, negli ultimi venti giorni sono andati un po’ in sconforto per le notizie che si sentivano in giro, però bisogna pensare positivo, l’importante è partire, dopo vedremo quello che succederà. Siamo tutti pronti ad accogliere i clienti, a farli sentire al sicuro, come abbiamo fatto quest’estate, quando sono salite davvero moltissime persone, ma non ci sono mai stati problemi. Il comparto alberghi è pronto ai clienti, bisogna capire cosa succederà un po’ in giro, più che altro a livello governativo”.
La montagna quindi si è mossa per garantire il più possibile la sicurezza di tutti, adeguandosi in modo sempre rapido e preciso alle disposizioni richieste, malgrado le difficoltà derivanti da un ambiente sicuramente con caratteristiche diverse da quelle delle città e da più di un anno di chiusure comunicate in maniera poco tempestiva. Con l’augurio che questa possa essere davvero una stagione all’insegna della ripartenza, speriamo che l’impegno e l’ottimismo di quanti fanno vivere queste montagne non vengano disattesi.
Un dubbio:la platea dei praticanti scialpino..e’ sotto, sopra o giusta in rapporto al numero e portata degli impianti? Sta avedere che adesso chi va a sciare deve portarsi pure l’ansia di salvare l’economia montana ed abboffarsi di slkipass e discese , coinvolto in mission salvifica?Poi magari, con i muscoli a pezzi e stanco.. deve fiondarsi in pizzerie , risotorantini , negozi anche controvoglia per salvare la baracca ipertrofica? visto che molti vip si sono esibiti con la V sul braccio, li vederemo pure in spot pro sci e localita’ famose , ospiti gratis o pure pagati per i loro diritti diimmagine?