AlpinismoAlta quota

Marc Batard arrivato all’Everest per cercare una via più sicura di salita

Lo scorso maggio vi avevamo raccontato del nuovo progetto di Marc Batard per aprire una via più sicura attraverso la pericolosa Khumbu Icefall, che separa il campo base dell’Everest dai campi superiori. Nei giorni scorsi l’alpinista francese è arrivato in Nepal, con lui il figlio, tre guide francesi, due medici, Passang Nuru Sherpa e Sajid Sadpara, che non appena terminato questo progetto si ricongiungerà a Simone Moro e Alex Txikon per affrontare l’invernale al Manaslu.

“Ho identificato un modo per rendere meno pericolosa l’ascesa dell’Everest dal versante nepalese – scriveva Batard lo scorso maggio-. Per realizzare questo nuovo itinerario sarà necessario fare un sopralluogo più precisoed è proprio questo lo scopo della missione in corso: verificare se la cresta rocciosa individuata come alternativa è fattibile o meno come nuovo percorso normale di salita. La spedizione dovrebbe durare circa tre settimane.

Se si riuscisse nell’intento, sarebbe davvero un bel passo in avanti per la sicurezza degli alpinisti e soprattutto dei lavoratori d’alta quota costretti a percorre la via attraverso la seraccata diverse volte durante la stagione per trasportare carichi e accompagnare i clienti, aumentando di molto l’esposizione a possibili crolli di ghiaccio e incidenti, che in passato hanno causato molte vittime (nel 2014 il cedimento di un seracco e la conseguente valanga portò alla morte di ben 16 sherpa mentre stavano allestendo la via di salita).

L’alpinista francese, ancora oggi detentore del record di velocità senza ossigeno sul versante nepalese del tetto del mondo, il prossimo 22 novembre compirà 70 anni, un traguardo che avrebbe voluto festeggiare proprio salendo nuovamente sull’Everest. Purtroppo, a causa delle chiusure dettate dalla pandemia che hanno rallentato il suo programma di allenamento, si è visto costretto a posticipare il suo ritorno al 2022. Se ci riuscisse, si metterebbe nello zaino un ulteriore primato: il più anziano a salire sul tetto del Mondo senza ossigeno. Ad accompagnarlo in questa avventura ci sarebbe dovuto essere Ali Sadpara, sventuratamente deceduto durante il tentativo di vetta al K2 lo scorso inverno, al sostituire il forte alpinista pakistano ci sarà il figlio, Sajid.

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