Shisha, Panzeri partito per la cima
LHASA, Tibet — "Domani si parte!". Non stava nella pelle, ieri sera, Mario Panzeri: la sua voce, via satellitare, tradiva allegria e impazienza. Sullo Shisha Pangma, infatti, è finalmente arrivata l’ora di tentare la vetta: l’alpinista lecchese partirà domattina all’alba dal campo base con lo spagnolo Juanito Oiarzabal e l’americano Nick Rice.
Ochoa, infatti, nell’ottobre 2006 aveva aperto una variante della via normale che evitava l’insidioso traverso tra la cima middle alla cima principale dell’ottomila tibetano, che spesso versa in pessime condizioni e risulta impossibile da superare. La variante dell’alpinista basco parte da campo 3, a circa 7.400 metri di quota, traversa verso est scendendo di un centinaio di metri sotto un seracco e poi sale diritta verso uno sperone di roccia che porta alla cresta orientale, dove passa la via degli Inglesi che sale dal versante sudovest della montagna.
"Domani partiamo io, Nick e quell’animale di Juanito – scherza Panzeri -. Non so come faccia ad avere voglia di rifare i 14 ottomila ma sembra convinto… è troppo forte. Domani andiamo solo a campo 1, non al 2 perchè vogliamo risparmiare energie per l’ultimo giorno. Proveremo la cima domenica. Ma per adesso non parliamone, meglio pensare un giorno per volta!".
Panzeri e Rice avevano affrontato insieme la salita al Manaslu questa primavera, arrivando entrambi in cima dopo una spedizione lunga oltre due mesi. Ora, si sono ritrovati insieme allo Shisha, che proveranno a "vincere" nei prossimi giorni.
Ad attendere Panzeri al campo base ci sarà la moglie Paola, che dopo un inizio travagliato a causa di qualche problemino con l’altitudine, si è rimessa in forma ed è risalita ai piedi dello Shisha. L’ottomila tibetano, 8.027 metri, potrebbe diventare l’undicesimo ottomila di Panzeri, che ha sempre scalato senza ossigeno e senza portatori, come farà anche questa volta.