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La magia di un trekking d’autunno a Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia, piccolo borgo nel cuore dei Monti Sibillini, profondamente ferito dal sisma dell’estate 2016, è divenuto a livello internazionale un simbolo di rinascita. “The Vibrant Resilience of Castelluccio di Norcia”, titola un articolo di recente pubblicato sul New York Times, all’interno del quale viene evidenziata la grande capacità di un paese ridotto in macerie, di cui restano in piedi poche mura, non solo di resistere alla ben più facile via dell’abbandono, ma ancor più di divenire attrazione turistica internazionale, grazie a un fenomeno che richiama ogni estate appassionati di natura, fotografia, o semplicemente curiosi, ai piedi del Monte Vettore: la fioritura dei campi seminati a lenticchia. Ma la magia di Castelluccio non si spegne al termine dell’estate. L’autunno è una stagione perfetta per armarsi di scarponi e bastoncini e cimentarsi in trekking indimenticabili, lontani dal frastuono e dalla folla estiva. Provare per credere.

Un trekking d’autunno tra vette incantate

Sabato 25 settembre abbiamo avuto il piacere di prendere parte alla prima Sibillini Experience, una giornata comprensiva sia di momenti di esplorazione naturalistica e sensoriale (trekking, degustazioni, concerti), ma anche storica e aneddotica (racconti, talk, reading, workshop e performance), organizzata per permettere a un pubblico di appassionati, esperti e non, di scoprire la bellezza dei Monti Sibillini, il tutto in modo sostenibile, consapevole e rispettoso dell’ambiente circostante.

Una esperienza immersiva a tutto tondo, promossa da Magic Mountains, progetto non-profit multipiattaforma finalizzato alla valorizzazione e alla riscoperta del patrimonio culturale e naturalistico del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Itinerario Castelluccio – Capanna Ghezzi

  • Difficoltà: E, adatto a tutti
  • Dislivello: 200 m+
  • Durata: 3h andata + 1h30’ rientro
  • Distanza: 8 km circa

La ragione per cui i Sibillini siano considerati fin dall’antichità montagne magiche, popolate da fate, streghe e mazzamurelli, è risultata chiara fin dall’arrivo di prima mattina a Castelluccio di Norcia, punto di partenza del nostro trek, trovandoci di fronte a un Pian Grande totalmente nascosto da un denso mare di nuvole, da cui neanche il borgo riusciva a far capolino. Merito dell’aria fredda e densa della notte, che resta intrappolata per inversione termica nelle prime ore del mattino.

L’itinerario che abbiamo avuto modo di sperimentare rappresenta uno dei giri classici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, quasi didattico e introduttivo dell’affascinante zona di Castelluccio di Norcia. Un percorso ad anello, percorribile in entrambe le direzioni, che collega Castelluccio, meglio dire il Pian Grande (1300 m) a Capanna Ghezzi (1570 m), un casale di montagna, situato a circa 3,5 chilometri dal paese a una quota di 1570 metri, gestito come rifugio dal CAI dal 1988 al 2014, poi passato a gestione privata. Colpita dal sisma del 2016, la struttura non è attualmente aperta, se non in casi eccezionali, come per la Sibillini Experience.

Il punto di partenza è molto facile da identificare, si tratta di un’area parcheggio sul Pian Grande, ai piedi del borgo, da cui si diparte il percorso escursionistico E17. Dopo alcuni minuti di camminata lungo la strada sterrata si arriva a un bivio. Da qui si può procedere verso destra, in direzione dei Colli Alti e Bassi, proseguendo lungo il sentiero E17 (CAI 553) fino alla Capanna, o procedere verso sinistra (opzione da noi seguita), lungo una sterrata che dal “deposito temporaneo e trattamento macerie” conduce al Pian Perduto, luogo della storica e leggendaria contesa tra Norcia e Visso. Dal Piano si prosegue attraverso la Portella del Vao, sito interessante dal punto di vista storico e geologico, verso la Valle San Lorenzo e la sua faggeta. La ripida carrareccia che si snoda tra i faggi conduce in breve tempo a un ampio pianoro, al centro del quale si erge la Capanna Ghezzi. Dalla Capanna si può chiudere l’anello rientrando a Castelluccio dal sentiero E17, qualora si sia saliti dal Pian Perduto, o viceversa scendendo dal bosco di San Lorenzo.

Capanna Ghezzi rappresenta anche un perfetto punto di sosta da cui poter proseguire lungo uno dei numerosi sentieri, di diverse difficoltà, che conducono a quote più elevate, con possibilità per i più esperti di raggiungere il leggendario lago di Pilato o la Cresta del Redentore, e perché no, arrivare a toccare la cima del Redentore (2448 m), una delle vette più elevate dei monti Sibillini, nonché cima più alta dell’Umbria.

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