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There is no Planet B

Attivista Friday For Future, green influencer, scrittrice – “Diario di una striker”, “Covid-19 e cambiamento climatico”– unica italiana scelta (insieme a Greta Thunberg) come rappresentante del suo paese per partecipare al primo raduno di giovani leader all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro di New York durante il vertice sul Clima del 2019. Federica Gasbarro ha 26 anni e rappresenterà l’Italia a Cop26 a Glasgow. Prima di questo appuntamento, il 25 settembre parteciperà a YOUTH4CLIMATE, la sessione conclusiva dedicata ai giovani di High Summit Cop26.

Da dove nascono il suo profondo rispetto per il pianeta e il suo attivismo ambientale?

“Nascono dai miei genitori che mi hanno sempre trasmesso il rispetto per le persone e l’amore per la natura. Non in una accezione ideologica e politicizzata a tutti i costi ma semplicemente legata al fatto che se ci prendiamo cura della nostra casa chiamata Terra, lei si prenderà cura di noi. Poi il percorso di studi e la consapevolezza che il tempo per agire era sempre meno, hanno fatto il resto. Da piccola e per moltissimi anni, circa 15, sono sempre tornata a sciare a Passo del Tonale con i miei genitori e di anno in anno il mio cuore si spezzava sempre di più nell’osservare il Ghiacciaio Presena ridursi sempre di più fino a quando un versante non ha rivelato le rocce anche in inverno.”

Cosa si aspetta da COP 26? Quali tematiche e proposte concrete solleverà? Quali argomentazioni porterà per farsi ascoltare?

“Purtroppo non serviranno grandi argomentazioni e abilità oratorie per farsi ascoltare… I fatti parlano da soli. Si tratta di numeri, di scienza, non di punti di vista. Nessuno è al riparo dagli effetti del climate change, lo vediamo giorno dopo giorno… Le tematiche che avranno la mia attenzione saranno legate al trovare un accordo sull’articolo 6 degli Accordi di Parigi, al supporto ai paesi vulnerabili che fanno fatica ad affrontare un adattamento o una transizione ecologica ed infine trovare un common time frame per l’attuazione degli obiettivi. I giovani e il loro engagement è un ottimo modo per iniziare a cambiare le cose. Mi aspetto che sia La COP che porrà una pietra miliare e cambierà gli equilibri e le carte in tavola.”

È laureanda in Scienze Biologiche. Quali sono i principali rischi per gli ecosistemi di montagna? Quali i cambiamenti più urgenti da attuare?

“Discuterò la mia tesi a fine ottobre, per ora mi godo ancora qualche mese da studentessa. Comunque, una delle principali conseguenze delle emissioni di gas climalteranti è l’effetto serra. Questo a sua volta porta all’innalzamento della temperatura media del pianeta e ovviamente, a soccombere saranno proprio i nostri ghiacciai. Con l’aumento della temperatura cambieranno molte specie di animali e vegetali ma non solo… le risorse idriche delle montagne che assicurano acqua potabile a tutto il mondo verranno messe a dura prova, assisteremo ad una scarsità d’acqua con ripercussioni sull’agricoltura, allevamento e produzione di energia idroelettrica, il tutto senza contare fenomeni alluvionali, smottamenti, frane. Molte comunità montane sono a rischio.”

Quali sono cinque green jobs del futuro?

“Fossero solo cinque! In realtà quello dell’ambiente è un tema recente e possiamo pensare a decine di lavori declinati in chiave ecologica. Non solo biologi ma anche ingegneri ambientali, bio-architetti e designer focalizzati sulla sostenibilità, eco-avvocati, valutatori di impatto ambientale, chimici.”

Quali sono le aziende che inquinano di più al mondo? Le boicotta? Quali comportamenti dovrebbero adottare il prima possibile?

“La risposta è TUTTE. Al momento non c’è nessuno in grado di essere sostenibile al 100% e chi dice di esserlo fa greenwashing e dobbiamo starne alla larga. Non viviamo in una società in grado di essere a impatto zero, abbiamo grandissimi margini di miglioramento, c’è chi ha fatto grandi rivoluzioni nella propria azienda ma ripeto, nessuno è sostenibile del tutto. La soluzione per ora è incentivare i piccoli artigiani, il made in italy, puntare su acquisti di qualità e che durano nel tempo. Le multinazionali dovrebbero iniziare ad investire sulle energie rinnovabili e decarbonizzare tutta la filiera di produzione.”

Quali sono i suoi consigli per limitare i rifiuti nella vita quotidiana e vivere in maniera più sostenibile?

“Informarsi e studiare, chiedersi sempre se c’è un’alternativa sostenibile o zero waste: nel 99% dei casi esiste per tutti gli oggetti che usiamo.”

Si sente più a suo agio in piazza durante gli scioperi o quando parla ai più noti summit internazionali? Sono più importanti le piazze o i summit per cambiare il futuro del Pianeta?

“Sono importanti entrambi, agiscono e operano in modo diverso e l’uno non è nulla senza l’altro. Come se fossero delle porte che si aprono solo se entrambe le chiavi sono presenti. Personalmente mi sento una figura ibrida, da un lato diventerò presto una scienziata e credo fermamente negli incontri dove si possono prendere importanti decisioni a livello mondiale e dall’altro penso che l’energia, la voglia di cambiare e la potenza delle piazze non siano paragonabili a nessun summit.”

Come sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al cambiamento climatico?

“Usando tutti i mezzi a nostra disposizione. Dai social ai media e la stampa tradizionale, organizzando eventi e meeting, andando in giro per le scuole dove i ragazzi si formano e plasmano… insomma, ogni metodologia ha il suo pubblico e il suo linguaggio e può aiutare a coprire una parte di popolazione.”

A soli 26 anni è già stata inserita da Forbes tra i 100 giovani italiani leader del futuro. Come ha intenzione di utilizzare questa visibilità mediatica?

“Per continuare a lottare in quella che definisco la missione della mia vita. Fare tutto ciò che è in mio potere per cambiare le cose e non dover dire ai miei figli che la mamma è rimasta a guardare mentre ancora poteva essere fatto qualcosa. Possiamo ancora riscrivere l’epilogo di questa storia ma abbiamo bisogno di uno sforzo comune e di trattare questa crisi come una crisi. Userò questa visibilità per fare del mio meglio ed essere io per prima il cambiamento che voglio vedere nel mondo.”

Secondo Boomers i ventenni di oggi sono degli irresponsabili. In tema di ambiente e sostenibilità è un’affermazione con delle fondamenta?

“Assolutamente NO. Ma neanche sotto altri aspetti. Ogni generazione nella storia ha avuto le proprie peculiarità e se i giovani a volte escono dal seminato è per il semplice fatto che sono giovani. Poi non possiamo fare di tutta l’erba un fascio, tra i ragazzi c’è varietà come tra gli adulti. Ci sono persone di 50 anni che conservano comportamenti infantili o compiono atti illeciti o sono violenti ma non per questo tutti i 50enni sono superficiali. Una buona fetta di giovani di oggi, per quanto riguarda l’ambiente, si informano e danno valore al loro futuro.” 

Di cosa parla con Greta Thunberg di solito?

“A dire il vero non la sento da un po’ ma è una ragazza e un’attivista come tutte le altre, è alla mano e gentile. Si parla degli interessi che abbiamo in comune, di come vanno le cose… Esattamente come potrei parlare con qualsiasi altro ragazzo/a che lotta per l’ambiente!”

Quali sono tre profili social da seguire assolutamente se si vuole essere informati in merito alle tematiche inerenti l’ambiente?

“Sicuramente quello dell’IPCC, quello dell’UNEP, quello della NASA, quello del NOAA, e CNN climate!”

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