News

In montagna da soli: sì o no?

Ciascuno di noi vive la montagna in maniera differente e personale. C’è chi ama viverla in solitudine, chi in compagnia. C’è chi ama viverla sempre in solitudine, chi soltanto in particolari occasioni, magari nei momenti più bui o in fasi di stress, quando si necessita di silenzio e libertà. In fondo a chiunque è capitato almeno una volta di sentirsi un montanaro solitario. E a chiunque sarà capitato di sentirsi consigliare da amici e parenti di non andare mai in montagna da soli. É davvero una scelta così sbagliata? Meglio essere sempre accompagnati?

“Non esiste una risposta corretta e una risposta sbagliata”, chiarisce il Soccorso Alpino e Speleologico. Aggiungendo che, quando si voglia affrontare in solitaria itinerari di media e alta montagna “é opportuno seguire delle regole che riducono i i rischi.”

Il vademecum del CNSAS

Quali sono queste regole da seguire per non cacciarsi nei guai? Il Soccorso Alpino ha stilato un vademecum, che riportiamo di seguito:

  1. comunica sempre l’itinerario previsto (anche gli eventuali itinerari secondari) ad almeno un parente o un amico fidato comunicando anche dove parcheggerai la macchina;
  2. se al termine della giornata prevedi di arrivare in un rifugio a pernottare, al momento della prenotazione comunica anche a loro da dove provieni e l’orario di massima di arrivo;
  3. segui sempre l’itinerario (o gli itinerari secondari) che hai previsto e comunicato;
  4. se all’ultimo minuto decidi di cambiare percorso e la connessione telefonica è assente, lascia un foglio sul cruscotto della macchina comunicando il cambio di programma;
  5. non ti avventurare da solo fuori dal sentiero per nessun motivo;
  6. se puoi, utilizza le app di tracciamento (ad esempio l’app GeoResQ) che, anche in assenza di segnale, riducono comunque il raggio di azione per eventuali ricerche dei soccorritori;
  7. indossa vestiti colorati ed evita colori mimetici;
  8. oltre alla normale attrezzatura per un’escursione, porta con te una torcia (con delle batterie di ricambio), un telo termico d’emergenza e un fischietto.
“A questi consigli bisogna aggiungere, imprescindibilmente, un’ottima dose di buon sensoconclude il CNSAS – e la consapevolezza che la vera abilità in ambiente impervio è capire quando è il momento di saper rinunciare.”
Tags

Articoli correlati

5 Commenti

  1. Aggiungerei :profumarsi abbondantemente e fare in modo di rilasciare una traccia di nano particelle alla maniera del filo di Arianna, lasciandone un campione su stoffa in auto o a casa. Secondo me servirebbe a facilitare i cani molecolari, scegliendo aroma persistente …anche sgradevole.

  2. A me piace vagabondare da solo.
    Spesso incontro gente, spesso per lunghi tratti sono da solo.
    Quando sbaglio torno indietro, anche quando le cose diventano troppo difficili per me torno indietro.
    Nello zaino ho sempre qualcosa in più.
    Spesso scopro qualcosa di nuovo.
    Talvolta scopro qualcosa di nuovo di me.
    Il più delle volte dimentico me stesso e mi immergo in dove sono.

  3. si parte soli e si possono trovare compagni di viaggio, si puo’partire in compagnia e restare soli (precedendo o restando indietro arrancando)..il solitario a volte salva altri solitari in panne. Esaminando gli incidenti a solitari ,intervistando solitari soccorsi e salvati il CNSAS puo’ aiutare ad aggiornare la casistica ed emanare nuovi consigli.

  4. – Quando arrivi al rifugio, se c’è il libro del rifugio scrivi il tuo nome, cognome, residenza, località di partenza e percorso che intendi seguire per il resto del giorno.
    – Ogni tuo passo sia ragionato, poni attenzione a dove metti i piedi. Se intendi guardare il panorama o il percorso che intendi seguire, oppure telefonare, fermati a fare queste cose : così eviti di camminare in modo distratto e di procurarti slogature a piedi e caviglie se non peggio.
    – Se affronti passaggi potenzialmente pericolosi, dedicaci tempo, osserva il passaggio prima di farlo, e fa tutto con calma e attenzione.
    – Non avere fretta quando non è necessario.
    – Studia bene per quanto possibile il percorso e le possibili varianti a casa o al rifugio prima di partire.
    – se sei al rifugio e non conosci bene il percorso che vuoi fare, prima di partire chiedi informazioni al gestore del rifugio : sii umile.
    – durante il tragitto, se hai dubbi chiedi informazioni agli alpinisti/escursionisti che incontri in senso contrario, ma anche nello stesso senso di marcia : sii umile.
    – alimentati e bevi e fai delle pause di riposo in modo corretto, in questo modo il tuo passo sarà più sicuro che da affaticato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close