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Amatrice 2016-2021, finalmente la ricostruzione è iniziata

Cinque anni dopo il terremoto, tra i Monti della Laga e i Sibillini, qualcosa sta finalmente iniziando a cambiare. Nella zona rossa di Amatrice, rasa al suolo dalle scosse del 24 agosto 2016, da qualche settimana è stata montata una gru. Qualche giorno dopo, è iniziata la ricostruzione di un condominio davanti alla chiesa di Sant’Agostino. All’esterno del centro, numerosi interventi sono già stati avviati. Ora, e per la prima volta, la ricostruzione è partita anche nel cuore di Amatrice. 

A luglio, a poche decine di metri di distanza da Sant’Agostino, nell’area del centro storico distrutto, sono iniziati i lavori di demolizione della sede stradale di Corso Umberto I. E’ un passo necessario per scavare il nuovo tunnel dei servizi, che consentirà di allacciare gli edifici che verranno ricostruiti alle reti dell’elettricità, delle fognature e dell’acqua potabile. Per lo stesso motivo è stato completato un bypass stradale, che consente alle auto, ai bus e ai camion delle imprese impegnate nella ricostruzione di aggirare il centro storico. Oggi, nel quinto anniversario del sisma, il premier Mario Draghi visiterà Amatrice e i suoi cantieri, per rendere omaggio alle vittime del 2016 e per far sentire ai residenti la vicinanza del governo. “Siamo orgogliosi di avere mantenuto la promessa aprendo il primo cantiere” commenta il vicesindaco Massimo Bufacchi. “Grazie al Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Lazio, e naturalmente agli uffici tecnici del Comune di Amatrice”. 

I terremoti del 2016, nell’Appennino dove s’incontrano Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, sono una ferita dolorosa e ancora aperta. La prima scossa, alle 3.36 del 24 agosto, rade al suolo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Pescara del Tronto, una frazione affacciata sulla Via Salaria, viene completamente cancellata. Le vittime sono 299, e 238 persone vengono estratte vive dalle macerie. A ottobre l’epicentro si sposta verso nord, e nelle scosse del 26 e del 30 ottobre subiscono danni gravi Norcia, Preci, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Visso e altri borghi dei Sibillini. A nord, tra le colline delle Marche, subisce danni molto gravi Camerino. Il 18 gennaio 2017, l’ultima scossa di grande violenza rade al suolo Campotosto, in Abruzzo. Dato che il sisma di agosto ha fatto svuotare molti borghi, le vittime sono solamente 4. Gli immobili inagibili sono circa 80000.

Nei cinque anni che ci separano da quei giorni dolorosi, Amatrice e gli altri centri colpiti vedono sfilare presidenti del Consiglio, ministri, presidenti di Regione, autorità di ogni tipo. I residenti, sistemati per qualche mese negli hotel della costa dell’Abruzzo e delle Marche, vengono via via trasferiti nelle SAE, i villaggi di prefabbricati che sorgono accanto ai paesi distrutti. Anche lo sgombero delle macerie, necessario prima di ricostruire, richiede anni. Intanto la burocrazia, e la divisione dei compiti tra le quattro Regioni, rallentano la rinascita. I due primi commissari alla Ricostruzione, Vasco Errani e Paola De Micheli, riescono a fare poco. A cambiare le cose è l’arrivo su quella scomoda poltrona, nel febbraio 2020, di Giovanni Legnini, magistrato ed ex-parlamentare, sconfitto un anno prima da Marco Marsilio nelle elezioni per la presidenza della Regione Abruzzo. Dall’inizio del suo mandato, Legnini lavora per semplificare le norme, per armonizzare le regole delle quattro Regioni, per ricostruire la fiducia delle popolazioni colpite. Incredibilmente, proprio durante i difficili mesi del Covid, ci riesce. Per la ricostruzione privata l’Ordinanza 100, che impone ai Comuni tempi stringenti per valutare le richieste di contributo, fa calare il tempo di approvazione da una media di quattordici mesi a due o tre. 

All’inizio del 2021, sono aperti circa 2000 cantieri per la ricostruzione nelle Marche, quasi 600 in Umbria, più di 300 nel Lazio e in Abruzzo. Nel 2020 sono stati portati a termine circa 1700 interventi, e sono arrivati ai cittadini 406 milioni di euro. “Più di quanto erogato nei tre anni precedenti”, sottolinea un rapporto del Commissario Straordinario. Negli scorsi mesi, sono state firmate da Legnini le Ordinanze speciali che consentono di realizzare le opere pubbliche necessarie per la ricostruzione privata a Visso, Arquata del Tronto, Accumoli, Campotosto, Cascia, Preci, Norcia e Castelluccio, Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Pieve Torina. A dare una mano alla ricostruzione arriva anche il PNRR, il piano per la ripresa post-Covid finanziato dall’Unione Europea, che aggiunge alle risorse già stanziate un miliardo e 780 milioni di euro per le aree colpite dai terremoti del 2009 (L’Aquila e dintorni) e del 2016-’17. I programmi di intervento per il loro uso dovranno essere definiti entro settembre. L’ultimo frutto del lavoro di Legnini, lo scorso 20 agosto, è stato un protocollo di intesa tra l’Ufficio per la Ricostruzione e i Parchi nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e Monti della Laga. L’obiettivo, fondamentale in un territorio in larga parte protetto, è far sì che la burocrazia dei Parchi non rallenti ulteriormente la ripresa. 

Certo, per chi visita Amatrice e i Sibillini in questi giorni, le cifre che abbiamo appena elencato sono delle buone notizie che non hanno ancora lasciato traccia sul terreno. Chi si sposta attraverso il cuore d’Italia, o lo visita alla ricerca di sentieri, opere d’arte o sapori, si trova ancora davanti a un territorio devastato. Restauri ben riusciti come quello del Santuario della Madonna dell’Ambro, o interventi ex-novo come il Museo d’Arte Sacra di Montefortino, si affiancano ai centri storici a pezzi di Castelluccio di Norcia e di Visso, per non parlare di Amatrice. 

La voglia di ripartire delle associazioni e degli operatori del turismo verde ha fatto nascere belle realtà come il Cammino delle Terre Mutate, il Sentiero Italia che tocca Amatrice e i centri vicini, e i nuovi rifugi dei Mezzi Litri e di Casali. Qua e là, però, la voglia di ricostruire ha dato spazio a progetti sbagliati e “antichi” come il rifugio-albergo dei Pantani, in territorio di Accumoli, e i nuovi impianti di cui si parla sui Monti della Laga e nel versante maceratese dei Sibillini. 

La vicenda più eclatante, però, è quella della Casa della Montagna di Amatrice. Finanziata dal CAI e dall’ANPAS, l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, è stata inaugurata nel settembre del 2019 da Vincenzo Torti, presidente generale del CAI, e da Fabrizio Pregliasco, presidente dell’ANPAS e non ancora virologo-star della televisione. Durante il Covid, però, il Comune di Amatrice ha deciso di utilizzare la struttura per ospitare i suoi servizi sociali, prima costretti in locali troppo angusti. L’emergenza era evidente, e nessuno ha potuto obiettare. Con il ritorno a una situazione più normale, però, è importante che la Casa della Montagna inizi finalmente ad accogliere camminatori, alpinisti e iniziative culturali dedicate alle “terre alte”. La rinascita di Amatrice e dei Sibillini passa anche da un rapporto proficuo e corretto con la montagna. 

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