Curiosità

5 storie poco conosciute sul Cervino

Tutti conoscono il Cervino, è un’icona alpinistica e di stile. La sua sagoma è ritratta su etichette, effigi, insegne, loghi e spille. Sui suoi versanti si sono svolti accadimenti epici, che vanno dalla “battaglia” per la prima salita alla straordinaria solitaria invernale di Walter Bonatti. Cervino è sinonimo di alpinismo, ma non solo. La sua è una storia densa che difficilmente si racchiude in un libro. Qui vogliamo svelarvi 5 storie poco note legate alla montagna delle montagne, il Cervino.

Walt Disney e la sua passione per il Cervino

“Lo voglio” avrebbe affermato Walt Disney in riferimento al Cervino durante la progettazione del suo primo parco divertimenti. Il creatore di Topolino serbava una passione smodata per la Gran Becca o, meglio, per l’epica storia della sua conquista. Ecco allora che il primo Disneyland, sorto nella piana di Anaheim a 40 chilometri da Los Angeles, apre le porte ai visitatori proprio il 17 luglio, del 1955, a 90 anni dalla prima salita italiana alla montagna. Al tempo la ricostruzione del Cervino, copia fedele dell’originale, non era ancora pronta per essere svelata al pubblico. Lo sarà solamente nel 1959, a 4 anni dall’inaugurazione del parco. Una funivia ne raggiunge la vetta, mentre con il bob ci si lancia in adrenaliniche discese.

Due ore sul Cervino, il record di Mike Bongiorno

I più grandi ricorderanno senz’altro il famoso spot di una nota marca di grappe in cui Mike Bongiorno gridava “Sempre più in alto”. Dopo aver portato il celebre conduttore in diverse location d’Italia si decise per una pubblicità direttamente dall’iconica vetta del Cervino. “Mi portarono su con l’elicottero” ricordava Bongiorno in un’intervista anni fa. “Mi lasciarono lì per girare le riprese. Poi il velivolo scese per fare rifornimento e, improvvisamente, arrivò una bufera. Mi trovai in mezzo alle nuvole, con un vento pazzesco. L’elicottero non poteva salire a riprendermi. Fu un momento drammatico, pensai di essere finito. Avevo solo Dio che mi poteva aiutare. Mi sono legato alla croce e l’ho abbracciata”. Per circa due ore rimase solo con la natura più violenta poi “in mezzo alla nebbia ho visto un cavo, mi sono agganciato e l’elicottero mi ha portato via nel vuoto, come un angelo”.

Agostino Gazzera, da Torino al Cervino e ritorno

Una delle ascensioni più curiose che hanno visto come protagonista il Cervino è quella del torinese Agostino Gazzera, Gustin per gli amici. Gazzera era un operaio Fiat che negli anni del dopoguerra sopravviveva tra i turni in fabbrica trovando, nella montagna, un modo per vivere davvero. Ai tempi le automobili non erano diffuse come oggi, così il giovane Gustin usava la bici per risalire le valli e avvicinarsi alle montagne. Tra le tante vette delle Alpi occidentali scalate partendo dalla città, sui pedali, spicca la piramide del Cervino. Un vera e propria epopea alpinistica che l’ha visto partire a fine turno, il venerdì e fare rientro giusto in tempo per riprendere il suo posto di lavoro alle presse, il lunedì, con venti minuti di ritardo dopo aver vissuto un’esperienza indelebile, dopo aver assaggiato la carne dell’orso, direbbe Primo Levi.

I Cervini nel mondo

Ogni continente pare avere un proprio Cervino. Una montagna che per forma, eleganza e spettacolarità ricorda la Gran Becca. Uno degli esempi più noti è quello dell’Ama Dablam, in Himalaya. Ma a cosa si deve questa forma così caratteristica? È frutto dell’erosione glaciale. Attorno alla montagna si sono formati 4 circhi glaciali che nel tempo hanno eroso la roccia lasciando un picco piramidale al centro.

Il gigante che si sedette sulle montagne

Com’è nato il Cervino? C’è una leggenda che svela la storia di questa elegante montagna piramide. Parla del pacifico e curioso gigante Gargantua che regnava sulle valli a ridosso delle montagne. Un gigante buono amato dal popolo, nonostante la sua fame insaziabile che spesso lo portava a mangiare intere mandrie di buoi. Altra caratteristica di Gargantua era la curiosità, la voglia di scoprire cosa si celasse oltre le montagne. Così, un giorno, parte e si dirige verso monte, ma anche dopo aver raggiunto gli ultimi campi coltivati prima delle montagne il suo sguardo non riusciva a cogliere il mondo che si celava oltre le vette. Decise allora di sedersi a cavalcioni sulle Alpi, per avere una visuale migliore. Appena si sedette la roccia cominciò a frantumarsi sotto al suo peso. Solo quelle che si trovavano tra le sue gambe rimasero intatte, assumendo la forma di un’alta piramide aguzza. Ecco, era nato il Cervino.

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