Ambiente

Come stanno i laghi italiani?

Legambiente ha portato a termine a inizio mese il viaggio lungo lo Stivale della Goletta dei Laghi. Una campagna dedicata al monitoraggio dei laghi italiani, allo scopo di evidenziare la salute delle acque, denunciare le criticità e promuovere gli esempi virtuosi di gestione e sostenibilità. “Un viaggio iniziato per difendere la bellezza del nostro Paese promuovendo buone pratiche e comportamenti sostenibili”, come si legge sul sito della iniziativa, avviata da oltre 10 anni. Un lasso di tempo in cui purtroppo la salute delle acque lacustri, fluviali e marittime, d’Italia come del mondo, non è assolutamente migliorata.

“Goletta dei laghi naviga per individuare le principali criticità che minacciano la salute dei bacini lacustri italiani e i loro preziosi ecosistemi: scarichi non depurati e inquinanti, cementificazione, captazione delle acque, incuria e inquinamento da microplastiche”, spiega ancora Legambiente. Ed è questo ciò che è stato realizzato anche in questa estate, tra il 3 luglio e il 2 agosto 2021: andare di regione in regione, di lago in lago, a cercare di capire cosa e perché non va. Andiamo a vedere insieme i risultati del recente monitoraggio. Per dettagli, dati e approfondimenti vi invitiamo a visitare il sito www.golettaverde.legambiente.it.

Laghi d’Orta, Avigliana, Maggiore e Viverone – Piemonte

Sono stati ben ventiquattro i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque dei Laghi d’Orta, Avigliana, Maggiore e Viverone e sottoposti ad analisi microbiologiche. Più specificamente nove sono stati i punti monitorati nel Maggiore, cinque nel Viverone, cinque  ad Avigliana e cinque nel lago d’Orta. Di questi, complessivamente, sedici sono risultati fuori dai limiti di legge e più precisamente dieci sono stati giudicati come “fortemente inquinati” e altri sei come “inquinati”. Nel mirino, in Piemonte come in tutti gli altri casi che vedremo di seguito, ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.

“L’allentamento dell’emergenza pandemica – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e valle d’Aosta – ci permette quest’anno di tornare in campo con campionamenti ed analisi approfonditi. Per la prima volta, grazie al fondamentale sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, effettueremo le analisi sulle microplastiche nei 4 laghi piemontesi. I risultati saranno pubblicati in autunno. Non solo: abbiamo raddoppiato i punti di campionamento per le analisi microbiologiche e abbiamo potuto dotarci di una struttura tecnica che lavorerà in sinergia per il territorio con continuità.  Da quest’anno inoltre le analisi dei campioni raccolte sono state effettuate direttamente da ARPA Piemonte, nell’ottica di una collaborazione che implichi un lavoro in sinergia, per il monitoraggio e presidio di un territorio vasto e complesso come il Piemonte. Il controllo continuo dei nostri specchi d’acqua è uno strumento irrinunciabile per giungere ad un rapporto sereno con i nostri laghi, fonti di biodiversità e ricchezza naturalistica. La situazione è di luci ed ombre: alle eccellenze regionali quali il Lago Grande di Avigliana, balneabile e ampiamente entro i limiti di legge, corrispondono situazioni di difficoltà che devono essere sanate il prima possibile”.

“I nostri laghi – aggiunge Alice De Marco , direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – vivono una situazione complessa. Spesso lo stesso specchio d’acqua presenta situazioni molto differenti a seconda del punto di campionamento. E’ il caso del Lago Maggiore, ad esempio, che alterna punti fortemente inquinati, in particolare in corrispondenza dei centri di Stresa ed Arona a punti decisamente più puliti e in linea con le prescrizioni di legge (Baveno, Dormelletto e Verbania), ma anche del Lago d’Orta che su 5 punti di campionamento ne vede uno ampiamente entro le prescrizioni e quattro fortemente contaminati. Viverone ci racconta di un Lago ‘a norma’ per quel che riguarda i campionamenti sull’Escherichia Coli, decisamente più in difficoltà per quanto riguarda gli enterococchi, fuori scala in tre prelievi su cinque, uno dei quali fortemente contaminato. Come anticipato, il Lago Grande di Avigliana supera a pieni voti l’esame, mentre il Lago Piccolo continua a evidenziare difficoltà per quanto riguarda gli enterococchi, fuori scala per tutti i prelievi, in due casi in modo leggero, in uno, già noto, in maniera molto molto evidente”.

“Gli sforamenti registrati – conclude Prino – sono ancora lì a dire che la qualità delle acque della nostra Regione è ampiamente migliorabile: è necessario adottare piani per ridurre i prelievi e i carichi inquinanti, sia nei laghi che nei loro immissari, rispettando il deflusso minimo vitale delle acque e ricorrendo anche a misure come la riqualificazione e la rinaturalizzazione delle sponde, rendendo i fiumi sempre più veri corridoi ecologici naturali”.

Lago di Santa Croce – Veneto

Sono stati tre i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lago di Santa Croce e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti e tre sono risultati nei limiti di legge.

“Anche quest’estate i campionamenti effettuati confermano l’assenza di particolari criticità per le acque del lago – ha dichiarato il Presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – . Un elemento di qualità per questo territorio che conferma un importante impegno nella preservazione dei parametri ecologici ed ambientali. Le località lacustri sono oggi sempre più frequentate da un turismo attento alla qualità ecologica degli ecosistemi e alla ricerca di servizi di accoglienza, attività sportive e ricreative, anche fuori dalla stagione estiva, sempre più sostenibili e rispettose dell’ambiente. E’ per questo che quest’anno cogliamo l’occasione della tappa bellunese di Goletta dei laghi per consegnare la bandiera con le 4 Vele per il lago di Santa Croce e con le 5 Vele per il lago del Mis, unici due laghi veneti a raggiungere questo prestigioso riconoscimento, assegnato con la Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano”.

“La consegna delle vele ci conferma un’evidente buona governance, in grado di garantire la tutela dei servizi ecosistemici erogati dal lago, soprattutto quelli relativi alla fornitura d’acqua, la capacità di regolazione climatica e, non ultimi quelli inerenti alle attività ricreative – dichiara Simone Nuglio, portavoce di Goletta dei Laghi – . E’ proprio su questa precondizione, imprescindibile, che deve fondarsi ogni progettualità legata allo sviluppo turistico.  Infatti, i turismo è cambiato radicalmente negli ultimi anni, generando una domanda ben diversa molto attenta alla qualità territoriale, il basso impatto ambientale e le opportunità di scoperta del territorio; il tutto a scapito di un ormai superato modello di offerta basato esclusivamente su un’omogeneità di servizi ed esperienze, spesso decontestualizzate dal contesto locale“.

Lago di Garda – Veneto

Sono stati sei i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lago di Garda (sponda veneta) e sottoposti ad analisi microbiologiche. Di questi, due, entrambi nel Comune di Lazise, sono risultati fuori dai limiti di legge e più precisamente uno è stato giudicati come “fortemente inquinato” e l’altro come “inquinato”.

“La missione di Goletta dei Laghi nel Garda orientale resta sempre quella di non abbassare la guardia sulla qualità delle acque, cercando di rilevare le fonti di criticità che per questo ecosistema lacustre continuano a presentarsi con ciclica puntualità. Serve un cambio di passo da parte delle amministrazioni locali per risolvere e punire irregolarità e scarichi illeciti”, le parole di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto

“A seguito della campagna Goletta dei Laghi è nata una collaborazione tra Azienda Gardesana Servizi , ARPAV e Legambiente Verona, per monitorare i corsi d’acqua che scaricano a lago e che sono osservati speciali poiché ciclicamente presentano parametri di batteri fecali fuori dai limiti di legge – dichiara Chiara Martinelli Presidente Legambiente Verona – . La convenzione che si rinnova quest’anno, andrà ad indagare con continuità il torrente Bosca e il torrente Dugale, con la prospettiva di mappare e agire sulle fonti di inquinamento.”

Lago di Garda – Lombardia

Sono stati sei i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del lago di Garda (sponda lombarda) e sottoposti ad analisi microbiologiche. Di questi tre sono risultati fuori dai limiti di legge e più precisamente giudicati come “fortemente inquinati”.

“E’ dal 2006 che con Goletta dei Laghi monitoriamo le criticità dei laghi lombardi – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. Una condizione questa che ci ha permesso di mettere in luce i punti deboli e spostare l’attenzione dalla balneabilità delle acque al loro disinquinamento. Anche in un lago come il Benaco assistiamo a situazioni cronicizzate che stentano ad essere risolte. Il tema del risanamento delle acque, soprattutto in provincia di Brescia, è centrale per risolvere una delle tante criticità che permangono nel bresciano. I fondi del Pnrr dedicati alle acque possono aiutare questo percorso. Importante è agire prendendo in carico i problemi e cercando le giuste soluzioni, senza spostare nel tempo la salvaguardia di un bene prezioso come l’acqua”

“Anche quest’anno dobbiamo constatare che le criticità non sono cambiate – dichiarano Paolo Bonsignori e Cristina Milani del Circolo Legambiente per il Garda  Soprattutto per quanto riguarda Salò e Padenghe, i punti analizzati continuano ad essere impietosi. Una situazione conosciuta e che, in massima parte, continua ad essere imputabile agli sfioratori di piena. Per quanto riguarda il punto all’Oasi San Francesco, tra Desenzano e Sirmione, invece, dobbiamo constatare come al degrado dei canneti, ambiti importanti di equilibrio dell’ecosistema, si sommi anche un problema di inquinamento delle acque da reflui non collettati. Di fronte a problemi che si ripresentano sempre uguali nel corso del tempo, rimaniamo basiti dal percorso che ha preso da tempo il progetto di nuovo depuratore, che non trova una collocazione certa. Troppi errori hanno condizionato l’iter, prima fra tutte, l’insufficiente informazione ad associazioni e cittadini che ha generato incomprensioni e divisioni, da ultima la nomina del Commissario che non  ha certo appianato i contrasti esistenti. Diciamo da tempo che trovare una collocazione per il nuovo impianto nel bacino del Garda è necessario, continuando ad utilizzare, come ricettore finale, il fiume Mincio e i canali irrigui. Spostando i reflui depurati verso altre ipotesi territoriali, non si fa altro che allungare i tempi di un intervento necessario per la sicurezza del Garda”.

Lago d’Iseo – Lombardia

Sono stati otto i punti monitorati quest’anno dalla Goletta sulle sponde del Lago d’Iseo e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti i punti, quattro sulla sponda bergamasca e quattro su quella bresciana, sono risultati entro limiti di legge, ripetendo la performance del 2019. 

“Si conferma anche quest’anno il trend positivo dei punti monitorati da Goletta dei Laghi – dichiara Massimo Rota, presidente del circolo Alto Sebino di Castro, nella bergamasca – abbiamo fatto bene, in tutti questi anni, ad insistere affinché il tema della qualità delle acque fosse assunto come uno dei più urgenti per la salvaguardia del lago. Continueremo nella nostra opera di monitoraggio che, unitamente alla pressione esercitata dai Comuni del Sebino, può davvero aiutare quel percorso di risanamento delle acque di cui il lago ha bisogno per essere attrattivo. Al di là di ciò, permangono alcune criticità forti. La più grande è rappresentata dall’erosione del territorio di cui l’emblema è Tavernola Bergamasca con la cementifera. Lo sfruttamento della montagna per attività mineraria ha generato un pericolo sempre più evidente per i cittadini dei comuni bergamaschi e bresciani. E’ necessario intervenire con forza ridurre il rischio e spostare un’attività ormai divenuta insostenibile”.

“Nonostante i dati abbiano delineato un quadro migliore anche sulla sponda bresciana dell’Iseo – dichiara Dario Balotta Presidente circolo Basso Sebino di Sulzano (BS) – restano aperte le criticità infrastrutturali derivanti dalla presenza dei numerosi sfioratori di piena dei comuni rivieraschi che provocano scarichi anche inquinanti vicino alle rive. La ristrutturazione della rete fognaria dei comuni rivieraschi, tra cui spicca negativamente Sulzano, è una priorità per evitare perdite di acqua contaminate a lago. Non solo acque, ma anche servizi che vanno ripristinati come i traghetti della navigazione del lago, tagliati con l’entrata in vigore dell’orario estivo del 2021″.

Lago Ceresio – Lombardia

Sono stati due i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lago Ceresio e sottoposti ad analisi microbiologiche. Entrambi sono risultati fuori i limiti di legge e giudicati “fortemente inquinati”.

“Anche per questa edizione di Goletta dei Laghi, si riconferma la criticità su Porto Ceresio – dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia – . Le analisi ci rimandano un quadro cronicizzato che speravamo di trovare in netto miglioramento. Invece, purtroppo, dobbiamo constatare che gli sforzi messi in campo per risalire la china della buona qualità delle acque e della balneabilità dei lidi ancora non bastano. Chiediamo si faccia tutto il possibile per dare corso al risanamento delle acque e alla sistemazione delle infrastrutture, nodo cruciale per avere acque pulite anche in questo tratto del Ceresio”.

“Ancora una volta i risultati delle analisi non sono confortanti – dichiarano dal Circolo Legambiente Valceresio – .  Avremmo voluto  vedere già qualche risultato del cambio di passo annunciato lo scorso anno proprio durante la tappa di Goletta ma, purtroppo, ci ritroviamo ancora con i soliti problemi cronicizzati. In questo lungo anno e mezzo di pandemia abbiamo imparato che occorre risanare gli ecosistemi per trovare benessere e qualità di vita anche locale. Il nostro territorio merita di essere valorizzato e ciò passa anche attraverso una buona qualità delle acque”.

Lago di Como – Lombardia

Sono stati dieci i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lario e sottoposti ad analisi microbiologiche, quattro sulla sponda comasca e sei su quella lecchese. Complessivamente quattro punti sono risultati fuori dai limiti di legge e più precisamente due sono stati giudicati come “fortemente inquinati” (uno in provincia di Como e uno in provincia di Lecco) e altri due come “inquinati” (uno in provincia di Como e uno in provincia di Lecco).

“Sulla sponda occidentale del medio e alto Lario si conferma la buona qualità dell’acqua, come già ufficializzato dai periodici controlli di ATS nei punti di balneazione – dichiara il Presidente del Circolo Legambiente Como, Enzo Tiso – . Il leggero superamento dei limiti  della concentrazione di escherichia coli alla foce del Telo ad Argegno dimostra però che occorre ancora vigilare sugli scarichi che recapitano nelle valli che confluiscono nel Lario, anche intervenendo sui piccoli depuratori comunali. Anche nel primo bacino assistiamo negli anni ad un lento ma costante miglioramento confermato dai nostri campionamenti alla foce del Breggia a Cernobbio e dai controlli di ATS a Villa Olmo e Villa Geno. Ancora grave invece la situazione alla foce del Cosia ai giardini a lago dove l’acqua presenta anche quest’anno una alta carica inquinante. In quest’acqua, nonostante i cartelli di divieto di balneazione, comaschi e turisti cercano un pericoloso refrigerio durante questi giorni di calura estiva. Dal gennaio scorso la gestione di Como Depur è stata trasferita a Como Acqua srl che presto si occuperà di tutto il sistema fognario cittadino oltre che degli altri comuni gravitanti sulla valle del Cosia. Speriamo ci sia finalmente una inversione di tendenza con progetti seri e investimenti per la manutenzione, risanamento e ammodernamento degli impianti”.

“Sulla sponda orientale del Lario passano l’esame la foce del torrente Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo e del Meria a Mandello del Lario, come non era avvenuto la maggior parte dagli anni precedenti – dichiarano Costanza Panella , Presidente del circolo Lario orientale e Laura Todde, Presidente del circolo di Lecco – . La condizione favorevole del lago, più alto dopo le piogge, non è stata sufficiente per promuovere la foce del torrente sulla spiaggia di Oro, ancora una volta inquinata e sulla quale erano stati sospesi i prelievi dopo che nel 2017 era risultata entro i limiti. Ci auguriamo che i controlli e gli investimenti da parte dell’Ufficio d’Ambito e del gestore si estendano presto alle aree periferiche, e soprattutto che ci sia una svolta significativa sul fiume Caldone che attraversa Lecco e che, per l’ottava volta è risultato fortemente inquinato”.

Laghi Patria, d’Averno, Fusaro e Matese – Campania

Sono stati quattordici i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque dei Laghi Patria, d’Averno, Fusaro e Matese e sottoposti ad analisi microbiologiche. Più specificamente due sono stati i punti monitorati nel lago Patria, cinque in quello d’Averno, tre nel Fusaro e quattro nel Matese. Di questi, solo uno, nel Lago Patria, è risultato fuori dai limiti di legge e più precisamente giudicato come “fortemente inquinato”.

“Anche quest’anno la fotografia che ci restituisce il monitoraggio dei quattro laghi Campani, non presenta criticità – dichiara Francesca Ferro Direttrice di Legambiente Campania – . Il lavoro di cura e tutela di questi corpi idrici deve però  continuare con strumenti sempre più  efficaci, come il contratto di lago previsto  dalla legge regionale 5/2019.  È  importante mettere al centro dell’azione di tutela la collaborazione tra Enti, cittadini e associazioni, solo con un lavoro di squadra si potrà concorrere al superamento di criticità che pure esistono sui territori e alla valorizzazione e tutela di ambienti che custodiscono preziosa biodiversità”.

Lago di Occhito – Molise

Sono stati due i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lago di Occhito e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti e due sono risultati nei limiti di legge.

“Data la buona riuscita dello scorso anno, la seconda edizione di Goletta dei Laghi molisana è stata riorganizzata sul Lago dell’Occhito – dichiara Manuela Cardarelli,  Presidente di Legambiente Molise -. Un invaso artificiale di notevole importanza considerando che non solo è il più grande in Molise ma anche perché è confine naturale tra le due regioni (Molise e Puglia). Anche quest’anno la buona qualità delle acque è sinonimo di sviluppo dello stesso in termini turistici, ambientali ed economici.La tutela dell’invaso è sotto l’occhio di tutti i comuni confinanti e ne è prova il contratto di lago sottoscritto prima dell’era covid.  I due punti campionati questo anno sono stati studiati in modo da analizzare due punti diversi. Il primo, dove sono collocati i due depuratori di Macchia Valfortore e Pietracatella, l’altro Fosso Giuriaci è, per le sue caratteristiche geomorfologiche, volto allo sviluppo turistico dell’invaso”.

Lago di Varano – Puglia

Sono stati due i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lago di Varano e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti e due sono risultati nei limiti di legge.

“Abbiamo voluto fortemente realizzare questa tappa di Goletta dei Laghi in Puglia perché per noi è importante continuare a rimarcare l’importanza dei Laghi di Varano e Lesina per il nostro territorio – ha affermato Ruggero Ronzulli, Presidente di Legambiente Puglia – . Ricordiamo come già nel 2018 la nostra associazione aveva fatto un esposto alla Procura di Foggia sul fenomeno dei rifiuti spiaggiati sul Gargano, tra cui spiccavano le calze per la mitilicoltura. Un fenomeno che non si arresta ed è per questo che ci mettiamo a disposizione del territorio e dei comuni interessati per avviare un tavolo di lavoro che metta a confronto le diverse anime interessate, così da iniziare un percorso di riconversione sostenibile della produzione della mitilicoltura, del turismo e dell’economia. Una mitilicoltura sostenibile è possibile e la stanno già sperimentando a Taranto con l’uso di retine biodegradabili. È fondamentale agire subito per ridurre l’impatto delle microplastiche e non trasformare questi meravigliosi laghi in bacini di rifiuti”. 

Laghi Trasimeno e Piediluco – Umbria

Sono stati otto in totale i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque dei Laghi Trasimeno e Piediluco e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti sono risultati nei limiti di legge. Più specificamente sono stati cinque i punti sottoposti ad analisi microbiologiche nel Trasimeno e tre nelle acque del Piediluco.

“Il monitoraggio di quest’anno ci conferma che i nostri laghi sono microbiologicamente sani, anche se occorre sempre tenere alta l’attenzione per non disperdere il patrimonio naturale e ambientale di questi luoghi splendidi e identitari della nostra regione – ha dichiarato  Maurizio Zara, Presidente Legambiente Umbria – . Domenica abbiamo assaggiato la bellezza del Lago Trasimeno anche con una bella, partecipata ed emozionante passeggiata in bicicletta al tramonto in collaborazione con altre associazioni. E’ stata occasione per riscoprire, grazie alla bici, la bellezza fragile ed immensa del territorio lacustre con borghi e castelli e nello scenario sereno del lago, ma è stata anche occasione per ricordare con commozione quanto ancora occorre lavorare per rendere sicuri i percorsi, ridando spazio e strada alle persone, in bici o a piedi, turisti o locali che siano, e qui come nel resto della regione. C’è tanto da fare, ma senza dubbio ne vale la pena”.

Laghi Arvo, Cecita e Ampollino – Calabria

Sono stati tre in tutto, uno per lago, i punti monitorati quest’anno dalla Goletta di Legambiente nelle acque dei Laghi Arvo, Cecita e Ampollino e sottoposti ad analisi microbiologiche. Tutti e tre sono risultati essere fuori dai limiti di legge. Più precisamente il prelievo effettuato nel lago di Cecita è stato giudicato come “inquinato”, mentre quello sul lago Arvo e quello sul lago Ampollino sono risultati entrambe  “fortemente inquinati”. 

“I risultati delle analisi microbiologiche effettuate sui laghi Arvo, Cecita ed Ampollino, risultate tutte oltre i limiti di legge, hanno confermato, le forti ed irrisolte criticità del sistema di depurazione regionale – dichiara Anna Parretta, Presidente Legambiente Calabria – . Si tratta di risultati che destano preoccupazione. In Calabria è essenziale, che oltre al mare, siano puliti ed esenti da inquinamento anche i  territori, i laghi e gli altri corsi d’acqua sia per l’ambiente e la qualità della vita che per i benefici economici che ne deriverebbero per l’economia turistica. La vocazione di questi luoghi è, infatti, legata al turismo sostenibile ed alla mobilità lenta, alle tradizioni enogastronomiche, alla bellezza dei borghi, ai cammini ed alle ciclovie”.

“Dobbiamo ripartire da un’ecologia delle menti – prosegue – . Noi di Legambiente svolgiamo il nostro ruolo, continuando nel corso degli anni a monitorare, sensibilizzare, controllare, informare i cittadini e denunciare illegalità ed abusi. Ma allo stesso tempo continuiamo a chiedere anzi ad esigere da tutte le Amministrazioni pubbliche ed in primis dalla Regione Calabria un impegno che è sempre più necessario verso la tutela dell’ambiente e della biodiversità con verifiche e controlli stringenti  nel rispetto della sempre più preziosa risorsa acqua ed in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Serve realizzare un nuovo modello di sviluppo che parta dalla tutela dell’ambiente e del territorio e della biodiversità e leghi, in maniera sinergica, il turismo sostenibile alla promozione delle produzioni biologiche e dei prodotti locali nel settore agricolo e zootecnico, l’artigianato e l’educazione ambientale. Dobbiamo essere consapevoli che la possibilità di sviluppare occupazione e benessere passa dalla tutela e dalla valorizzazione dell’ambiente e dalla conservazione di specie e habitat. Non c’è altra strada possibile”.

“I laghi silani sono un patrimonio naturalistico unico che bisogna tutelare meglio perciò servono monitoraggi continui della qualità delle acque e dei sedimenti, e verificare tuti gli altri eventuali fattori di inquinamento – dichiara Antonio Nicoletti responsabile nazionale Legambiente per Aree protette e biodiversità – . La tutela dei laghi silani deve diventare una priorità per ridurre la perdita di biodiversità e raggiungere gli obiettivi della Strategia dell’UE per la biodiversità, perciò bisogna conoscere lo stato di salute di questi ecosistemi molto sensibili all’impatto del cambiamento climatico. A nostro avviso occorre promuovere un contratto di lago per tutelare la risorsa idrica e valorizzare al meglio la fruizione turistica di Lorica e Trepidò, riportando legalità e frenando il consumo di suolo. Ma un tema rilevante è quello dell’utilizzo idroelettrico dei laghi silani su cui deve aprire una vertenza per riportare la gestione e le risorse che derivano dalla produzione energetica direttamente alle comunità locali. Prima della scadenza delle concessioni idroelettriche, ora affidate a grandi player energetici nazionali, bisogna aprire un dibattito pubblico per dire basta al colonialismo energetico e attivare una comunità energetica che si prenda in carico la gestione e le risorse che ne derivano”. 

Piana degli Albanesi, Pergusa, Ancipa – Sicilia

Sono stati cinque in tutto, i punti monitorati quest’anno dalla Goletta di Legambiente nelle acque dei laghi Soprano, diga San Giovanni, Pozzillo e Piana degli Albanesi e sottoposti ad analisi microbiologiche. Di questi due sono risultati essere fuori dai limiti di legge. Più precisamente il prelievo effettuato nel lago Soprano e quello nel diga San Giovanni sono stati giudicati entrambi come “fortemente inquinati”. 

”La conferma del dato negativo per quanto riguarda il Lago Soprano era nelle nostre aspettative ed evidenzia di fatto il colpevole disinteresse da parte delle autorità preposte ai controlli nonostante l’allarme lanciato proprio nella scorsa edizione di Goletta dei Laghi in conseguenza ad un identico risultato – dichiara Claudia Casa Direttrice di Legambiente Sicilia – . Ma anche per quanto riguarda la diga San Giovanni, che quest’anno abbiamo deciso di monitorare a seguito di segnalazioni da parte di comuni cittadini, lo scoraggiante referto era abbastanza prevedibile e tra l’altro ci servirà per rapportarlo a quanto emerso dalle analisi fatte alla foce del fiume Naro nell’ambito di Goletta Verde, corso d’acqua dal cui sbarramento prende vita proprio il lago San Giovanni e che quest’anno ha praticamente arrestato la sua corsa verso il mare ben prima di sfociarvi. Da segnalare, oltre ai dati negativi delle analisi riferiti a questi due laghi, anche la penuria di acqua che le squadre di volontari e tecnici incaricati del campionamento, hanno rilevato sia sul Soprano che sul Pozzillo a causa della mala gestione delle dighe”.

“Il patrimonio lacustre della Sicilia è quasi totalmente formato da invasi artificiali, la cui realizzazione ha per lo più favorito gli interessi, spesso poco limpidi, di pochi e non ha dato l’acqua per bere o coltivare ai siciliani – dichiara Gianfranco Zanna Presidente Legambiente Sicilia -. A causa della mala gestione degli Enti preposti la stragrande maggioranza delle dighe hanno non pochi problemi di gestione e manutenzione come testimoniano gli ultimi episodi di quella della Sciaguana, di Ponte Barche, della Nicoletti. Questi episodi che hanno portato al prosciugamento delle acque con conseguente moria di pesci, dimostrano il fallimento continuo e costante di una politica regionale che, invece di occuparsi di risolvere queste emergenze relative a problemi di tenuta, di efficientamento e di collaudo, decide di spendere 60 milioni di euro per completare l’inutile e abusiva diga di Pietrarossa. Con una cifra infinitamente inferiore avremmo potuto manutenere meglio le dighe esistenti riparando ad esempio le perdite e collaudandole al massimo delle loro capacità e, alla fine, avremmo potuto invasare molta più acqua di quella che forse conterrà questa discutibile nuova diga”.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close