Ambiente

Sale il numero di foreste italiane Patrimonio UNESCO

Si allunga la lista delle faggete vetuste italiane riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. In data 28 luglio 2021, il Comitato del Patrimonio Mondiale riunitosi a Fuzhou, Cina, ha infatti inserito nel sito seriale transnazionale delle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa” (Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe) tre foreste ricadenti nei Parchi Nazionali di Gargano, Aspromonte e Pollino. Accanto ai boschi italiani, sono state aggiunte alla rete ulteriori importanti faggete europee.

Le 3 new entries italiane

Con riferimento all’Italia, la proposta di estensione del Sito delle Faggete Vetuste UNESCO è stata coordinata scientificamente dai docenti dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Gianluca Piovesan, Alfredo Di Filippo e Daniele Canestrelli.

Il loro impegno, come si legge in una nota dell’Ateneo, “ha portato all’aggiunta di una nuova componente al Sito: la Riserva di Valle Infernale, gestita dai Carabinieri forestali nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, che rappresenta la faggeta più a sud di tutto il Sito dove il faggio convive con roveri millenarie.”

Sono state inoltre ampliate, con l’aggiunta di nuove importanti foreste, due componenti già iscritte – si legge ancora – . Nel Parco Nazionale del Pollino, alla faggeta di Cozzo Ferriero si affianca quella di Pollinello, che ospita i faggi più vecchi finora datati in Europa. In Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano, alle già iscritte Riserve dei Carabinieri Forestali di Falascone-Umbra si aggiungono le foreste demaniali della Regione Puglia, con un’estensione di quota che include faggi di 45 m ed edere centenarie fino a raggiungere, nella Riserva dei CC Forestali di Sfilzi, le faggete miste più calde della rete.”

Le Faggete Vetuste UNESCO

Il sito seriale transnazionale delle faggete vetuste UNESCO comprende attualmente 18 paesi europei: Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Italia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ucraina, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Francia, Macedonia del Nord, Polonia e Svizzera. Gli ultimi 6 sono entrati di recente a far parte della rete, portando all’ingresso nel sito di 15 foreste addizionali, per un totale di 94.

Come scrive l’UNESCO, “complessivamente il sito rappresenta uno straordinario esempio di foreste non disturbate dall’antropizzazione che si sono sviluppate dopo la fine dell’ultima era glaciale, partendo da poche aree isolate nelle Alpi, Carpazi e Pirenei, in un periodo di poche centinaia di anni con un processo che è ancora in corso.”

Per quanto concerne le faggete vetuste italiane riconosciute come Patrimonio dell’umanità ne possiamo vantare ben 13: Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Cozzo Ferriero e Pollinello nel Parco Nazionale del Pollino; Falascone e Pavari-Sfilzi nella Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano; Monte Cimino (Viterbo); Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo) e Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Un patrimonio mondiale con futuro

Il PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), già incluso con le sue faggete nel sito transazionale, ha accolto con entusiasmo l’estensione del numero di Paesi aderenti, oltre che del riconoscimento come patrimonio UNESCO di ulteriori foreste italiane, evidenziando in un comunicato ufficiale che la tutela di tali polmoni verdi “richiede una collaborazione oltre i confini e testimonia lo stretto rapporto della faggeta con la cultura europea.” 

“Tutto è iniziato nel 2007 – ricorda il Parco – con il riconoscimento di 10 aree nella Repubblica Slovacca e in Ucraina come “Faggete primordiali dei Carpazi”: un patrimonio mondiale transfrontaliero fin dall’inizio. Con l’iscrizione delle “Antiche faggete della Germania” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2011, il sito è stato ampliato di cinque nuove componenti cui si sono aggiunte, nel 2017, ulteriori 63 aree dislocate in 10 in dieci paesi europei. Ogni faggeta vetusta è unica a livello globale per le caratteristiche di clima, suolo, flora e fauna. Il faggio ha dimostrato di essere perfettamente adattabile a diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche. È una specie molto competitiva e si afferma un po’ ovunque: dai terreni ricchi di calcare a quelli sabbiosi poveri di nutrienti, dalla montagna alla pianura, da condizioni più umide a quelle più aride. Il nostro sito del patrimonio mondiale riflette quasi l’intero spettro dei tipi di faggete dalle montagne al mare. Unica a livello globale è anche la storia di espansione del faggio. La sua storia di successo inizia 12.000 anni fa, alla fine dell’ultimo periodo glaciale, allorquando, uno spesso strato di ghiaccio copriva vaste parti d’Europa. Le foreste di faggio erano sopravvissute solo come piccoli resti nell’Europa meridionale. Con l’innalzamento della temperatura e lo scioglimento dei ghiacciai, il faggio ha cominciato ad espandersi verso nord, dalle sue aree di rifugio.Questo processo di ricolonizzazione di vaste sezioni di un continente da parte di una singola specie arborea è ancora in corso ed è unico al mondo.”

“Nonostante il predominio di una singola specie arborea, la faggeta è l’habitat preferito di moltissime specie di flora, fauna e funghi. I boschi di faggio sono ombrosi, bui in estate e possono anche sembrare poveri di specie rispetto ad altre foreste miste di latifoglie. Questo, tuttavia, non è valido per una faggeta primordiale o vetusta: i boschi di faggio con un’elevata quantità di alberi vetusti, legno morto in piedi e a terra, forniscono un habitat ideale per molte specie di flora e fauna. Si stima che le foreste di faggi ospitino fino a 10.000 specie di animali. È quindi un patrimonio mondiale con un futuro. Un Capolavoro in continua evoluzione e senza confini, conclude l’Ente.

Soddisfazione del MITE

Grande la soddisfazione espressa all’ANSA dal MITE (Ministero per la Transizione Ecologica) di fronte alla notizia del recepimento della proposta italiana di estensione: “Oltre 8.000 ettari di foreste italiane sono stati proclamati patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO a dimostrazione della ricchezza e dell’unicità degli ecosistemi naturali del nostro Paese e dell’efficacia delle azioni di conservazione delle aree protette nazionali”.

“L’UNESCO estende oggi il più grande e articolato sito e network forestale sul piano continentale di cui l’Italia è assoluta protagonista, a dimostrazione delle eccellenze del nostro patrimonio naturalistico e delle conoscenze diffuse dei nostri manager e dei nostri forestali”, il commento del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Inoltre, come evidenziato dal MITE, il giudizio pienamente favorevole del comitato sulle estensioni proposte non è stato accompagnato da raccomandazioni specifiche sulla relativa gestione o sullo stato di conservazione.

Il riconoscimento “suggella l’iniziativa internazionale seguita dal ministero della Transizione ecologica, con il coordinamento operativo del Parco nazionale Lazio, Abruzzo e Molise, in cooperazione con altri Paesi europei (Bosnia-Erzegovina, Francia, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Repubblica ceca, Serbia, Slovacchia, Svizzera), per l’estensione del sito transnazionale naturale delle Antiche faggete d’Europa”, spiega il dicastero.

Grazie all’azione di tutela “garantita dalle riserve integrali dei parchi nazionali in stretta sinergia con i Carabinieri forestali – aggiunge il Ministero – in queste faggete si conservano inalterati i cicli naturali della vita degli alberi che rendono la foresta vetusta più resistente ai cambiamenti globali: queste foreste rappresentano, infatti, veri e propri laboratori naturali dove vivono alberi adattati a superare estati calde siccitose contribuendo così alla mitigazione del cambiamento climatico”.

Momento di gloria del Parco del Pollino

“Oltre 800 ettari di foreste italiane sono stati proclamati patrimonio mondali Unesco e tra questi la faggeta vetusta del Pollinello – si legge in una nota diffusa dal Parco del Pollino, che riporta le parole del presidente del Parco, Domenico Pappaterra, estremamente soddisfatto dalla notizia: “È decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della faggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari in Calabria incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato.”

“Grazie agli studi effettuati con i fondi messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente con la Direttiva Biodiversità è stato possibile attivare una collaborazione con il professore Piovesan dell’Università Tuscia di Viterbo – prosegue il Presidente – il quale avvalendosi a sua volta di collaborazioni con l’Unical e l’Unibas e lavorando fianco a fianco con i tecnici del parco ha portato alla candidatura di questa Faggeta in cui ci sono esemplari che hanno un’età di 620 anni circa e sono considerati tra i più vecchi d’Europa. Questo risultato ci inorgoglisce e nello stesso tempo ci carica di ulteriori responsabilità in ordine alla valorizzazione della straordinaria Biodiversità di cui è detentore il Parco Nazionale del Pollino. Nei prossimi giorni programmeremo una grande iniziativa per festeggiare questo prestigioso riconoscimento e sarà l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo.”

“L’unicità della faggeta vetusta del Pollinello – continua la nota – è legata al particolare contesto bioclimatico presente nel Parco del Pollino dove il faggio incontra il pino loricato. In questo ambiente integro i faggi nascono, crescono e muoiono seguendo complessi cicli naturali sfidando così il passare del tempo sino a raggiungere età massime che possono superare i 600 anni, come per Italus il loro decano. Quindi la storia ecologica di un’area dalle caratteristiche ecologiche uniche ed integre rendono la faggeta vetusta del Pollinello un vero scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto.”

“Grazie alla protezione integrale dell’area garantita dal Parco – conclude la nota – al lavoro instancabile dei suoi dipendenti (in primis Giuseppe De Vivo e Aldo Schettino) e alla indispensabile collaborazione di studiosi di fama internazionale come il docente Piovesan, questo inestimabile patrimonio mondiale sarà custodito e valorizzato dal Parco per le generazioni future come richiesto dalla convenzione UNESCO.”

Parco d’Aspromonte: l’unicità di Valle Infernale

“L’unicità della faggeta vetusta di Valle Infernale è legata anche al substrato geologico metamorfico e ai processi tettonici che caratterizzano il paesaggio selvaggio d’Aspromonte creando un ambiente unico nell’area di distribuzione del faggio. L’ingresso nel sito seriale ‘Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe’, certifica l’unicità ecologica di Valle Infernale, quale scrigno di biodiversità“, ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano.

“Esprimo più vivi compiacimenti e fervide congratulazioni per il riconoscimento ottenuto – le parole del Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria, Ten. Colonnello, Alessandra D’Amico – . L’inserimento della  faggeta vetusta di Valle Infernale nella rete UNESCO, riconosce l’importanza di uno dei luoghi più pregiati del nostro territorio e conferma l’importanza dell’enorme e unico patrimonio di biodiversità salvaguardato dal costante impegno costante del Reparto”.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close