Alpinismo

80 giorni per 82 Quattromila, la cavalcata alpina di Gabriel Perenzoni e Nicola Castagna

Il 4 maggio hanno raggiunto la vetta del Gran Paradiso, poi non si sono più fermati fino a raggiungere quella dello Schrekhorn lo scorso 22 luglio. Nell’arco di questi 80 giorni il 26enne Nicola Castagna e il 37enne Gabriel Perenzoni hanno scalato tutti gli 82 Quattromila delle Alpi. Un progetto in passato già tentato e realizzato da diversi alpinisti, come Franco Nicolini e Diego Giovannini che hanno completato la salita in appena 60 giorni, o dallo svizzero Ueli Steck che invece ha impiegato due giorni in più rispetto ai trentini. Prima di loro ne sono venuti altri, come lo sloveno Miha Valic il primo a salire tutti gli 82 Quattromila nel corso dell’inverno impiegando 102 giorni.

Nicola e Gabriel hanno scelto di utilizzare un loro personale approccio a queste cime, salendone 30 con gli sci e scegliendo di raggiungere gli altri attraverso affascinanti itinerari in cresta.

Gabriel, come nasce il progetto di salire gli 82 Quattromila dell’arco alpino?

“Direi per caso. Io e Nicola ci siamo conosciuti ai corsi guida e prima di questo progetto non abbiamo mai veramente scalato insieme. Lo scorso novembre poi ho incontrato Nicola ad Arco e ha iniziato a parlarmi di questo progetto e subito abbiamo deciso di provarci.”

Avete aspettato la primavera per passare dall’idea alla pratica…

“Si, abbiamo scritto un progetto e messo giù le nostre regole, che non sono le stesse di chi ci ha preceduto. Abbiamo deciso di affrontare una parte dei Quattromila con gli sci, da qui la motivazione della partenza ai primi di maggio, e poi volevamo completare il progetto con la salita della creste più belle e ambite delle Alpi. Inoltre, rispetto a Nicolini o Steck che si sono mossi tra un Quattromila e l’altro senza uso di mezzi a motore noi abbiamo preferito utilizzare il furgone. Questo perché abbiamo sempre cercato di inseguire le migliori condizioni della montagna, in quella che si è rivelata come una stagione abbastanza balorda.”

82 Quattromila sono tanti, non avete mai pensato di lasciar perdere?

“Si, sono tanti. Quando sei lì che provi a salirli tutti devi ragionare giorno per giorno e Quattromila per Quattromila. Se dopo i primi 10 pensi che te ne mancano altri 72 lasci perdere e torni a casa. Anche quando ormai sei quasi alla fine devi guardare solo a quello che stai facendo in quel momento.”

Ci sono stati molti momenti di sconforto?

“Abbiamo vissuto momenti di grande fatica e altri di sconforto, dettati principalmente dal brutto tempo. Uno di quelli peggiori è stato a maggio, sul Monte Rosa. Abbiamo trovato giornate fredde e con vento forte che ci hanno costretti a 4 giorni veramente duri, in cui era difficile anche solo tenersi in piedi. Lì abbiamo pensato che se avessimo continuato a incontrare condizioni di quel tipo forse non ce l’avremmo fatta, perché la testa sarebbe esplosa.”

Ai momenti brutti se ne sono sicuramente aggiunti altri di grande felicità…

“Sicuramente gli ultimi giorni. Sono stati epocali. Dopo tanti Quattromila saliti uno di fila all’altro inizi ad accusare il colpo, ma ci tenevamo così tanto che abbiamo stretto i denti. Quando abbiamo raggiunto la vetta dello Schrekhorn si è liberata un’esplosione di sentimenti. Quell’ultima salita non è stata per nulla facile perché si trovano poche informazioni, quando poi sei lì che lo sali e ti ritrovi immerso in questo ambiente himalayano, su quella qualità di roccia, ti diverti un sacco. Durante il rientro abbiamo cercato di mettere a fuoco quel che siamo riusciti a fare in 80 giorni, abbiamo accostato i nostri nomi a chi ci ha preceduti e ci è venuta la pelle d’oca ricordando i loro nomi.”

Cosa significa salire gli 82 Quattromila in 80 giorni?

“Quando parti per un progetto del genere entri nell’ottica delle difficoltà che andrai a incontrare e delle molte sfide, non solo alpinistiche, che ti troverai ad affrontare. Sai benissimo che anche il più piccolo imprevisto potrebbe interrompere la tua esperienza. Noi abbiamo scelto di partire in sordina proprio perché non sapevamo cosa sarebbe potuto accadere, anche se fin dal primo giorno ero certo che avremmo portato a termine il progetto.”

Sei un positivo…

“In realtà no, ma su questo progetto ero fiducioso. Come cordata avviamo funzionato fin dal primo giorno.”

A proposito di cordata, avete avuto fin da subito un approccio molto intenso. Come vi siete trovati?

“Prima ci siamo trovati qualche volta ai corsi guida, poi abbiamo fatto un giro insieme 20 giorni prima di partire. Ma la prima vera gita è stata la salita al Gran Paradiso, con l’avvio del progetto. Partiti quasi come sconosciuti dopo 80 giorni siamo diventati fratelli.”

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Complimenti. A titolo di curiosità mi piacerebbe sapere se, per i 4000 che lo consentono, hanno usato gli impianti a fune per portarsi in quota o sono sempre partiti a piedi dal parcheggio. Credo sia un aspetto da non trascurare anche in ottica di futuri emuli per porre nella giusta comparazione statistica le diverse realizzazioni (ad esempio Steck e gli italiani oltre a sportarsi in bici non li hanno utilizzati, non so lo sloveno).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close