News

Monte Rosa, la chiamata al 112 rimbalza per mezz’ora tra due Regioni prima di attivare i soccorsi

“Una chiamata d’aiuto che si insegue per quattro città fa da sfondo alla morte delle due giovani piemontesi assiderate nella tarda serata di sabato sul Monte Rosa. A farlo notare è Enrico Martinet sulle pagine de La Stampa, evidenziando e riportando a galla le contraddizioni legate al numero unico di emergenza 112. La prima chiamata, effettuata da Valerio Zolla, compagno di cordata delle due, arriva alle 14.30 e viene raccolta dal numero unico di emergenza di Saluzzo. Geolocalizzata viene inoltrata a Novara, quindi a Torino presso la sede del Soccorso Alpino e infine ad Aosta, per questioni di competenza regionale.

“Si è persa mezz’ora e anche la possibilità di avere dati più precisi. Uno dei problemi sollevati dal soccorso alpino con il numero unico di emergenza è proprio l’impossibilità di poter parlare subito con chi è in difficoltà”, riporta ancora La Stampa. In ogni tipo di emergenza, che sia in montagna, al mare o in un altro ambiente ricevere informazioni rapidamente e in modo accurato è fondamentale. Avere un dialogo diretto tra la persona in difficoltà in montagna e un esperto conoscitore di quel territorio può, potenzialmente, garantire rapidità di intervento, oltre a permettere al tecnico del soccorso di guidare a distanza il chiamante per migliorare la sua condizioni di sicurezza. A dimostrazione di questo la seconda chiamata, avvenuta intorno alle 19.30, che ha permesso una rapida individuazione dei tre alpinisti da parte dei soccorritori grazie alle poche parole del ragazzo su ciò che vedeva attorno a sé.

Il problema principale del numero unico 112 è che non permette un immediato contatto con il Soccorso Alpino. Alla primo contatto il 112 ha incarico di localizzare la chiamata, identificare la persona e comprendere il problema. Se si tratta di un problema sanitario questo viene passato al 118, se l’incidente è incorso in terreno impervio si attiva il soccorso alpino. Nel caso in cui non si trattasse di un problema sanitario la chiamata viene passata ai Vigili del Fuoco. A questo punto sta a loro la scelta di attivare il Soccorso Alpino. Come infatti riporta La Stampa: “L’operatore del ‘112’ che prende la chiamata di emergenza non può trasferirla direttamente al soccorso alpino, ma alla centrale operativa di secondo livello che decide il da farsi”. In altri Paesi, come la Svizzera o la Francia, le cose funzionano invece diversamente e oltre al 112 “permane la possibilità di chiamare il soccorso alpino”.

Giri di telefonate che tra rimbalzi fanno perdere minuti preziosi e rallentando l’efficacia di un soccorso in ambiente di alta montagna o in situazioni critiche compromettendo potenzialmente l’incolumità delle persone chiamanti.

Tags

Articoli correlati

11 Commenti

  1. Poi è risaputo che in Italia i Vigli del fuoco sono molto restii a inoltrare la chiamata al Soccorso Alpino…..
    E’ inutile girarci tanto ingiro. I vigili del fuoco in ambiente impervio sono molto, ma molto impreparati e incompetenti.
    In poche parole non sanno nulla di questo ambiente e su come si opera.
    Purtroppo chi ci rimette, alla fine, è l’utente in difficoltà.

  2. Serviva un altro esempio per decretare l’inutilità delle regioni? sono solo poltronifici per chi viene silurato nelle elezioni per il parlamento

  3. Basandosi sulla tecnologia non si finisce più e tutto diventa sempre più complicato da manutenere.
    Ogni tanto penso che sarebbe meglio togliere il 112 e lasciare che le persone tornino ad arrangiarsi, anche cercando aiuto o a voce o a gesti.
    Mi ricordo di Desmaison con la Y e la N e i soccorsi in elicottero.

  4. Che la chiamata debba passare prima ai vigili e poi si decide se passarla al soccorso alpino è un evidente imposizione politica, il soccorso alpino conto poco o nulla.
    Senza nulla togliere ai vigili ma il loro gruppo SAF è assolutamente impreparato per soccorsi in alta quota.
    Che organizzazione penosa !

  5. Per le chiamate di emergenza in territorio montano, l’unica chiamata che avrebbe senso è verso un numero unico del soccorso alpino. Che poi l’intervento sia gestito dal soccorso della Guardia di Finanza o dal Soccorso Alpino questo è un altro discorso, ma non di certo dai Vigili del Fuoco che di ambiente montano ne capiscono poco o niente, in quanto il loro addestramento è incentrato su una più ampia tipologia di interventi di emergenza.

  6. Quando non c’era elicottero andava ancora piu’ per le lunghe, vedi racconti di soccorsi di Tita Piaz, Cesare Maestri ed altri…insigniti dell’Ordine del Cardo.Forse ora si confida troppo nel Gps, teefonino satellitare .ecc.Nell’attesa meglio attingere al proprio zaino..come piu’ volte illustrato da esperti .(Vestiario e materiale da pronto soccorso e un minimo di addestramento..un boccaglio per respirazione bocca a bocca pesapochissimo e costa 2 euro)
    Quando hanno chiuso alcuni punti nascita in ospedali periferici di montagna la popolazione ‘ stata calmata con”Tanto per i casi non programmati urgenti abbiamo nuovi elicotteri”…poi di notte col maltempo, o con tutti gli elicotterii mpegnati in altri soccorsi, il parto e’avvenuto alla vecchia maniera con medico di base ed ostetrica o infermiera…o anche agenti, soccorritori generici…

  7. comunque ho visto soccorritori locali del soccorso alpino Cai , Polizia, Carabinieri, Guardia Finanza, che con le moto personali da trial, divisa e zaino specializzato per pronto soccorso, si destreggiavano su terrenei impervi ed arrivavano piu’ vicino possibile come saette…e poi stantuffavano di gambe essendo pure atleti .Per essi si puo’usare senza retorica il vocabolo”superuomini “.

  8. Guardando la foto dell’elicottero mi vien da domandare come si possano fare dei soccorsi efficaci su pereti o in vallate strette, ma anche nei boschi e in quota, magari con il tempo avverso e molto ventoso, con un “bestione gigante” come quello.
    Sembra quello presidenziale di rappresentanza ?!?!?!
    Non è che nel sistema del soccorso anche alpino ci sia dietro qualche grosso interesse economico ?
    Ragionando così, dato che sono un estraneo, mi chiarisco tanti accadimenti o inutili, o tragici, o lontani, o plurimi , o dispendiosi.

    1. Ecco qui che, dopo 60 milioni di allenatori, abbiamo anche 60 milioni di ing. aerospaziali che hanno deciso che quell’elicottero non serve, per il soccorso in montagna, anzi è pure periocoloso!
      Senza contare il fatto che, come si evince dalla scritta sulla coda, gli elicotteri sono semmai del 118, non del Soccorso Alpino.

      1. Grazie del chiarimento politico televisivo: quindi non è del soccorso alpino, è del 118, però ti informo, di solito non è di proprietà, anche questo viene affittato da una società di solito straniera……..
        Ma rispiego, parole di soccorritori, è un gigante che col vento che genera sradica le piante e muove i sassi e di solito non può avvicinarsi troppo alle pareti perché lento nelle manovre e poco sensibile……
        E’ un elicottero progettato da trasporto non da intervento veloce instabile (per immaginare: è un B52, non un F15)..
        Ti aiuto, in Civetta fanno interventi con mezzi molto diversi che richiedono anche meno personale per muoversi.
        Mi fermo perché per le anime semplici di fede tutto il discorso diventa troppo complesso per essere compreso anche solo di poco..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close