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Come funzionano le funivie? i controlli? sono sicure? Le domande dopo la tragedia del Mottarone

È stata aperta un’inchiesta per chiarire le dinamiche dell’incidente che domenica ha coinvolto la funivia del Mottarone provocando 14 vittime. Nel frattempo si aprono domande e interrogativi sullo stato di salute degli impianti a fune in Italia, che sono 1744. Sono sicuri? Come funzionano? “Non è mai accaduto prima in Italia” afferma sicuro Piergiacomo Giuppani, ingegnere elettrotecnico tra i massimi esperti italiani nell’ambito degli impianti a fune e rappresentante tecnico dell’ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari italiani).

“Per trovare un precedente dobbiamo tornare al 1976 con il disastro del Cermis (Cavalese, nda). Si tratta del più grave incidente verificatosi su una funivia in Italia, quando il rompersi della fune portante dell’impianto ha portato alla caduta di una cabinovia che si è schiantata sul fianco della montagna dopo 200 metri di volo causando la morte di 42 persone e lasciando un solo sopravvissuto. L’inchiesta chiuse la questione indicando dietro all’incidente un errore umano nel disinserimento di alcuni circuiti automatici di sicurezza. Sempre al Cermis, nel 1998 un altro incidente mortale che ha provocato la morte di 20 persone. In questo caso la strage è stata provocata da un aereo militare americano che volando a una quota più bassa di quanto concesso ha tranciato i cavi della funivia. Dopo questi troviamo solo l’incidente del Mottarone. “Appare evidente che gli operatori del settore, gli esercenti e i costruttori hanno sempre mantenuto uno standard di sicurezza alto”.

Dottor Giuppani, qual è oggi il livello di sicurezza di un impianto a fune in Italia?

“Sicuramente uno dei più alti al mondo. Gli impianti vengono realizzati secondo norme emanate dalla Comunità Europea e assorbite dallo Stato. A fianco abbiamo poi tutta la regolare attività di controllo.”

Come vengono effettuati i controlli?

“I controlli sono frequenti, molte attività addirittura giornaliere. Servono a verificare che ci siano le condizioni di sicurezza per poter aprire al pubblico. Dal controllo dei freni, a quello di eventuali perdite nei circuiti idraulici, per arrivare al motore. Altri controlli vengono effettuati con cadenza settimanale, altri ancora mensilmente e annualmente. Con l’aumentare della distanza temporale questi diventano sempre più approfonditi e rigorosi.

Si effettua anche una corsa di prova con il nostro personale per verificare che non ci siano impedimenti lungo la linea.”

In dettaglio come funzionava la funivia di Stresa?

“Si chiama funivia vai e vieni ed è un impianto a fune caratterizzato da sole due vetture che viaggiano in senso alternato tra le stazioni terminali. Questa viaggiano su una fune portante, lungo cui scorrono i rulli della vettura, mentre al di sotto si trova un fune traente, che traina la vettura e ne permette il movimento.

Ci può spiegare cosa è successo ieri?

“Questo non ci è ancora dato saperlo. Le informazioni che abbiamo sono di dubbia provenienza quindi non le prendiamo in considerazione. Sicuramente è un dato di fatto che la vettura sia precipitata al suolo mentre la vettura che proseguiva verso valle si è arrestata prima dell’ingresso in stazione dovendo poi procedere al recupero dei passeggeri. Questo è successo perché in caso di rottura delle funi traenti il freno, sentendo la mancanza di tensione, entra in azione. Dello stesso sistema è dotata anche l’altra cabina.”

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