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A fine maggio ancora tanta neve in quota. CNSAS: “Equipaggiarsi in maniera idonea”

Il mese di giugno si avvicina, e il progressivo allentamento delle restrizioni imposte negli scorsi mesi per frenare i contagi, spingono inevitabilmente a ritornare sulle montagne di cui abbiamo sentito la mancanza. Proiettati con la mente alla stagione estiva, con il calendario alla mano che effettivamente ci dice che la primavera sia più che inoltrata, si rischia di sottostimare le reali condizioni delle nostre montagne. Su Alpi e Appennini la neve è ancora presente in quota. Spruzzate di nevischio si sono verificate sull’Appennino Centrale alle porte del weekend, sulle Alpi la neve è caduta in maniera più copiosa e per la giornata odierna, che vedrà andare in scena il “tappone dolomitico” del Giro d’Italia da Sacile a Cortina d’Ampezzo, non si esclude che i ciclisti possano incontrare qualche nevicata oltre i 2000 metri, in particolare sul Passo Giau. Incidenti verificatisi nel weekend, per il distacco di valanghe e per difficoltà di avanzamento su neve da parte di escursionisti mal equipaggiati, portano il Soccorso Alpino a rinnovare l’appello alla prudenza e a un corretto equipaggiamento in quota.

Escursioniste mal equipaggiate recuperate sul Pasubio

L’intervento più delicato a supporto di escursionisti mal equipaggiati si è verificato sul Pasubio nella giornata di venerdì 21 maggio. Recupero conclusosi in tarda serata, verso le 22. Le squadre del Soccorso alpino di Schio sono salite al Rifugio Papa, dove si trovavano tre ragazze in difficoltà.

Le tre escursioniste, non attrezzate in maniera idonea, erano salite dalla Strada delle Gallerie, ancora innevata nella parte alta e con le ultime gallerie parzialmente ostruite. Raggiunto il Rifugio Papa, stanche, infreddolite e con la Strada degli Scarubbi – da cui sarebbero dovute scendere – completamente innevata, hanno chiesto aiuto, una di loro lamentando dolori all’anca. Scattato l’allarme verso le 16.15, otto soccorritori sono saliti con la macchina dalla Val di fieno fin dove è stato possibile, per poi proseguire a piedi lungo il sentiero che porta alla Galleria d’Havet, da dove iniziano cumuli di neve da attraversare con attenzione.

Poiché non si conoscevano le condizioni e se si sarebbe potuti arrivare dalla Strada degli Eroi, altri 4 soccorritori hanno percorso il sentiero estivo della Val Canale. Raggiunte le tre amiche al Rifugio Papa, una squadra ha iniziato ad attrezzare i passaggi più impegnativi della Strada degli Eroi da dove sono rientrati tutti, stendendo corde per attraversare i canali innevati dove le escursioniste, dotate di imbrago e casco, sono state assicurate. Una volta a valle sono state accompagnate alla loro auto a Bocchetta Campiglia.

“Ancora una volta invitiamo alla massima prudenza, a dotarsi di calzature opportune e dell’idonea attrezzatura e a muoversi con la dovuta esperienza, poiché la parte sommitale del Pasubio è ancora invernale”, sottolinea il CNSAS Veneto.

Due escursionisti recuperati sul Lussari

Sempre nella giornata di venerdì una coppia di escursionisti ha richiesto l’intervento del Soccorso sulla cima del Lussari, nelle Alpi Giulie. I due erano partiti da Tarvisio a piedi con il loro cane bovaro con l’intenzione di salire per il sentiero del Pellegrino e raggiungere il Lussari, ma poi hanno risalito la pista da sci, apparentemente priva di neve. Lei del 1987, lui del 1991, entrambi della provincia di La Spezia, una volta arrivati in cima al santuario e dopo aver cercato il sentiero di discesa non se la sono sentita di proseguire, spossati dalla fatica.

E’ stato probabilmente l’inatteso incontro con la neve, da metà pista in su, a stancarli durante la progressione e il timore di non riuscire a scendere per il sentiero corretto. Hanno dunque chiesto indicazioni chiamando il NUE112, che ha suggerito loro di attendere i soccorritori. I tecnici della stazione di Cave del Predil assieme alla Guardia di Finanza di Sella Nevea sono riusciti a risalire la pista con gli automezzi fino al tratto intermedio, a quota 1300 m e di qui, calzate le pelli di foca, hanno superato gli ultimi 500 metri di dislivello e raggiunto il santuario del Lussari e i due giovani. Dopo averli confortati, i soccorritori hanno iniziato assieme a loro la discesa a piedi, aiutandoli nell’incedere, reso un po’ faticoso dalla neve molto molla fino a raggiungere gli automezzi per condurli a valle.

“Il Soccorso Alpino e Speleologico ricorda che è ancora presente molta neve al di sopra dei 1300 o 1500 metri di quota sui versanti settentrionali e a quote più alte sugli altri versanti: per affrontare escursioni a piedi occorre essere adeguatamente attrezzati ed esperti”, l’appello del CNSAS Friuli Venezia Giulia.

Valanga sullo Spluga

Come anticipato, sull’arco alpino continuano a verificarsi distacchi valanghivi. Il CNSAS invita a prestare attenzione ai bollettini meteo e valanghe prima di ogni uscita.

Una valanga di piccole dimensioni si è staccata nella giornata di domenica 23 maggio, intorno a mezzogiorno, nella zona di Montespluga – Pizzo Suretta. Delle quattro persone presenti nell’area, tre sono state coinvolte. Illese, sono uscite dalla valanga. Sono stati attivati i tecnici della Stazione di Madesimo del Soccorso alpino, insieme con il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza, oltre a una unità cinofila da ricerca in valanga (UCV) del Cnsas. L’elicottero di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), ha sorvolato la zona. La bonifica ha permesso di verificare che non vi erano altri coinvolti. Le quattro persone sono rientrate in modo autonomo.

Il vademecum dell’escursionista secondo il CNSAS Lombardia

Il Soccorso Alpino e Speleologico della Lombardia ha diffuso nei giorni scorsi una serie di suggerimenti, una sorta di vademecum dell’escursionista, che in primo luogo consentono di incrementare la propria sicurezza, in secondo luogo possono aiutare le squadre in caso di intervento.

“Le operazioni di ricerca di persone disperse sono complesse e la loro attivazione muove persone, mezzi e risorse, a partire dal momento in cui i soccorritori ricevono la segnalazione d’intervento. Si può fare molto per contribuire a ridurre quelle segnalazioni di mancato rientro che sono dovute a un disguido o all’assenza di informazioni. Per esempio, è utile programmare l’itinerario con molta attenzione, come pure comunicare ai familiari o ai conoscenti dove si ha intenzione di andare e l’orario del probabile rientro; se l’itinerario è lungo, date informazioni sul tragitto che intendete compiere.”

“Valutate sempre bene competenze e grado di difficoltà – aggiunge il CNSAS – . Consultate i bollettini nivometeorologici e indossate calzature e abiti adeguati. Un comportamento che può essere molto utile è quello di caricare bene i telefonini e portare sempre con sé eventuali batterie esterne, per essere raggiungibili anche a distanza di ore, considerando tuttavia che in montagna possono esserci aree in cui la copertura non è costante. Altro accorgimento da mettere in pratica: portare con sé una lampada frontale o dispositivi utili per segnalare la propria presenza, persino un fischietto può essere utile.”

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