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A-76, un nuovo iceberg gigante nel mare di Weddell

A un mese esatto di distanza dall’annuncio della “scomparsa” del colossale iceberg A-68, staccatosi nel 2017 dalla piattaforma Larsen C e frantumatosi negli anni, mentre andava alla deriva verso la Georgia del Sud, l’ESA (European Space Agency) diffonde la notizia del distacco di un nuovo iceberg di dimensioni ingenti dalla piattaforma antartica.

Quello che è stato ribattezzato A-76 misura circa 4320 chilometri quadrati (A-68 prima della sua frammentazione ne misurava quasi 6000). Per paragone, si tratta di una estensione pari a quella dell’isola di Maiorca, a 4 volte quella della città di New York, o se preferite, come evidenziato dalla pagina Facebook “Amo la Chimica”, alla superficie del Molise. Dimensioni che lo portano a diventare il nuovo iceberg più grande al mondo, a spasso per il mare di Weddell.

La scoperta di A-76

La presenza del “Molise alla deriva” nelle acque antartiche è stata segnalata in un primo momento dalla British Antarctic Survey e poi confermata tramite immagini satellitari raccolte nell’ambito della missione Copernicus Sentinel-1. Il distacco sarebbe avvenuto dalla piattaforma Ronne-Filchner.

Come già evidenziato in occasione della “morte” di A-68, convertitosi in piccoli frammenti, la formazione e dissoluzione di iceberg anche di grandi dimensioni in Antartide, rientrano in un ciclo naturale. Anche se l’aumento in frequenza di tali fenomeni rappresenta per gli esperti un campanello d’allarme, che chiama in causa i cambiamenti climatici.

Un recente studio della University of Reading ha infatti evidenziato un aumento della instabilità delle piattaforme artiche, un terzo delle quali potrebbe collassare con un aumento ulteriore della temperatura di 4°C. Un rischio che andrebbe a dimezzarsi se l’aumento fosse contenuto entro 2°C.

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