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In montagna è ancora inverno. Soccorse due famiglie in difficoltà per neve e ghiaccio

Su Alpi e Appennini persistono, in questo freddo aprile, condizioni prettamente invernali. Nonostante la primavera sia iniziata ufficialmente da un mese, bisogna mettere in conto, prima di incamminarsi lungo sentieri, la eventuale presenza di neve e ghiaccio. Come dimostrano due interventi messi in campo durante il weekend sulle montagne di Lombardia e Friuli – Venezia Giulia, che hanno visto come protagonisti genitori incamminatisi in quota con figli minorenni a seguito.

Bimba di 6 anni a rischio ipotermia sull’Alpe Giumello

Nel pomeriggio di domenica 18 aprile i Vigili del Fuoco sono intervenuti con l’ausilio dell’elicottero Drago per recuperare una famiglia inglese, composta da due adulti e una bambina di sei anni, che nel pomeriggio aveva perso l’orientamento lungo un sentiero nella zona dell’Alpe Giumello, nel territorio di Casargo (LC).

Trovatisi in difficoltà a causa di neve e ghiaccio, nel timore di non riuscire a scendere prima del tramonto, verso le 17 hanno chiamato i soccorsi. Una squadra dei Vigili è intervenuta via terra dal distaccamento dei volontari di Bellano, mentre da Malpensa è stato fatto decollare il Drago. Nel contempo, è stata allertata anche una squadra della XIX delegazione lariana del Soccorso alpino, quella della Valsassina, allertata a causa delle condizioni meteo non ottimali.

Recuperati infine con l’elicottero, sono stati accompagnati presso il campo sportivo di Casargo, dove nel frattempo era giunta un’ambulanza della CRI di Premana. I sanitari hanno controllato le condizioni della bambina, che mostrava lievi sintomi di ipotermia ai piedi. Illesi i due genitori.

Mamma e figlio ritrovati nella notte sul Monte Rondolino

Nella serata di sabato 17 aprile, alle ore 20.10, la centrale operativa è stata allertata dalla Sores su chiamata una donna che ha dichiarato di aver perso il sentiero nei pressi del Monte Rodolino, nella catena del Monte Raut- Resettum, in Friuli Venezia Giulia.

Stando alle prime informazioni la 45enne voleva raggiungere Casera Salinchieit assieme al figlio dodicenne per trascorrervi la notte ma, a causa della neve incontrata, ha perso le tracce e l’orientamento. Due le squadre di soccorritori attivate per la ricerca dal Soccorso Alpino della stazione di Maniago, una partita da Nord, dal Lago di Ca’ Selva, lungo carrareccia e poi sentiero e una seconda squadra dal lato sud, da Casasola, lungo il sentiero 973, con una indicazione delle coordinate in cui la donna si trovava.

Mamma e figlio sono infine stati ritrovati alle 23.45 dalla squadra di quattro soccorritori della stazione di Maniago del Soccorso Alpino salita a piedi dal versante Sud, quello di Poffabro. Erano circa a metà del tratto che collega Forcella Salinchieit alla Casera omonima, nei pressi del sentiero 973 che avevano seguito anch’essi per salire, sul versante Nord della catena. In condizioni non preoccupanti, soltanto un po’ infreddoliti. Sono stati accompagnati alla Casera, dove la squadra di cinque soccorritori salita nel frattempo dal versante Nord, dal Lago di Ca’ Selva aveva acceso il fuoco. Hanno trascorso la notte lì per essere recuperati dall’elicottero della Protezione Civile alle prime luci dell’alba di domenica.

In montagna è ancora inverno!

Come anticipato, è bene continuare a controllare meteo e condizioni della montagna prima di compiere uscite in quota, anche non estremamente complesse. Attenzione va posta di conseguenza anche all‘equipaggiamento da avere con sé, pronti ad affrontare presenza di neve e ghiaccio sui sentieri. Consigli che diventano di estrema importanza soprattutto se si parla di famiglie con minorenni a seguito.

Giovane vittima sul Polluce

La notizia di una vittima giovanissima, di appena 17 anni, arriva nel weekend dal Polluce, vetta del massiccio del Monte Rosa. Il giovane alpinista francese avrebbe perso l’equilibrio mentre armeggiava con i ramponi, scivolando sul ghiaccio e precipitando lungo la ripida parete per 200 metri. L’incidente è avvenuto verso le 10.30 di venerdì 16 aprile, poco sotto la cima. A dare l’allarme è stato il compagno di cordata, un ventiduenne, che ha chiamato i soccorsi, giunti sul posto con un elicottero di Air Zermatt. Per il diciassettenne non c’era più nulla da fare, è morto sul colpo. I due scalatori avevano trascorso la notte nel bivacco Rossi e Volante del Club alpino italiano, a 3.750 metri di quota, nel comune di Ayas (Aosta). Da lì sono partiti all’alba per raggiungere la vetta del Polluce dalla parete sud-ovest: un’escursione in ambiente di alta montagna ma non considerata particolarmente difficile. La caduta è avvenuta durante la discesa dal versante elvetico. Sul posto è intervenuta la Polizia cantonale di Sion. Il pubblico ministero del Cantone Vallese ha aperto un’indagine per chiarire i contorni dell’incidente.

Attenzione alle valanghe!

Non dimentichiamo di continuare a controllare i bollettini valanghe. Il pericolo in molte zone di Alpi e Appennini è ancora moderato. Distacchi con coinvolgimento di scialpinisti si sono verificati anche nel corso del weekend appena trascorso, che in alcune aree alpine è stato caratterizzato da un grado 3 (marcato) di pericolo valanghe.

Una valanga mortale ha travolto nella giornata di venerdì due freerider intenti a sciare fuoripista sul Jof Fuart di Montasio, tra Malborghetto Valbruna e Chiusaforte, in provincia di Udine, a circa 2.000 metri di quota. I due erano saliti dal lato sud e stavano scendendo in una ripida gola a nord-est. Si tratta di un percorso molto impegnativo, con pendenze fino a 45-50 gradi, dove in passato sono avvenuti altri gravi incidenti. La valanga si è staccata verso le 11. L’allarme è stato lanciato da un terzo sciatore, rimasto illeso, che si era fermato per una sosta ed ha assistito alla scena.

Le due vittime abitavano nella zona ed erano considerate molto esperte nello sci fuoripista. I corpi sono stati recuperati alla base della parete, circa 600 metri più in basso rispetto al punto in cui sono stati travolti dalla valanga. Sul posto hanno operato, sia con gli elicotteri sia a terra, uomini della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, compreso il personale sanitario, e squadre del Cnsas Fvg, del Soccorso alpino della Guardia di Finanza e dei Vigili del fuoco.

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3 Commenti

  1. Ormai non c’e’piu concentrazione di frequenza in alcuni periodi dell’anno..e’ un continuo.
    Di positivo segnala un ritorno alle escursioni in montagna, pero’ forse si affrontano con scarsa preparazione..per altro abbondantemente accessibile pure sul web.Basterebbe leggere , guardare figure e filmatini e mettere in pratica.Meglio ancora frequentare corsi delle sezioni locali.

  2. OLTRE AGLI INCIDENTI SU TERRENO INNEVATO E ROCCIA , INIZIANO QUELLI SU FALESIA…INTIEPIDITA VICINA ALLE CITTA’. CRONACA DI PORDENONE, FALESIA DI DARDAGO, 21 APRILE :cLIMBER CADUTOPER 25 METRI E POI
    “L’impatto al suolo è stato attutito da alcune piante presenti sotto la parete, molto sporgente. L’uomo è ruzzolato per altri dieci metri in basso rispetto al terrazzino di sosta alla base del quale c’erano i compagni che facevano sicurezza. E’ stato necessario tagliare alcune piante per rendere più agevole calare e poi recuperare l’equipe tecnico sanitaria dall’elicottero con quattro verricellate. “21 APRILE.
    SE LA PARETE E’ RAGGIUNGIBILE COMODAMENTE IN CIMA,E CONSENTE SOLO 1 O 2 TIRI PERCHE’ NON FARSI SICURA CON CORDA/E ANCORATA CALATA DALL’ALTO ?LA TECNICA MOTORIA NON NE RISENTE, ANCHE SE MANCA IL BRIVIDO DEL RISCHIO.

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