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Islanda. Le eccezionali immagini dell’eruzione a Geldingadalur

Nelle ultime settimane l’Islanda è stata interessata da una successione di terremoti. A seguito di oltre 50.000 scosse, evidente segnale di movimenti nelle profondità della Terra, nel cuore della “Val dei Castrati” (Geldingadalur), sulla penisola penisola di Reykjanes, si è assistito alla formazione di un cono vulcanico che ha originato una eruzione, attualmente in corso. A raccontare l’evento, attraverso un certosino reportage accompagnato da eccezionali immagini scattate a pochi passi dalla colata lavica, è Roberto Luigi Pagani, autore del blog “Un italiano in Islanda”. Nativo di Cremona, Pagani vive in Islanda dal 2014, dove svolge attività di ricercatore dottorando in linguistica e paleografia islandese presso l’Università di Islanda.

“Una eruzione geologicamente piccola”

“Dopo settimane di terremoti si è aperto uno squarcio lungo uno dei sistemi eruttivi della penisola di Reykjanes – racconta Pagani – . Immaginatelo come delle ferite, dei graffi paralleli lunghi diversi chilometri, tra i quali può infilarsi magma. Per giorni gli scienziati hanno cercato di prevedere il punto di una possibile eruzione, prevista a seguito di rigonfiamenti del terreno che segnalavano l’intrusione di magma. Finalmente, venerdì 19 marzo intorno alle 22:00, è partita l’eruzione, in una valle isolata accanto a un monte detto Fagradalsfjall. L’eruzione ha catalizzato l’interesse di una grossa fetta della popolazione locale, che è poi la più grossa fetta della popolazione di tutta l’isola”.

Negli scatti condivisi sulla pagina Facebook “Un italiano in Islanda” gli abitanti in coda per assistere allo spettacolo di fuoco ricordano un po’ le formiche di Fabio Vettori. Inevitabile domandarsi se la vicinanza alla colata lavica sia eccessiva. In realtà, come chiarisce Roberto Luigi, non si corrono rischi, grazie alla costante presenza della Protezione Civile, pronta a sgomberare l’area in caso di pericolo. Nei giorni scorsi (e potrà capitare nuovamente nei prossimi) l’accesso è stato interdetto per la diffusione nell’aria di gas tossici. Il monitoraggio da parte delle autorità è continuo.

L’eruzione è geologicamente piccola – chiarisce – . Nel senso che per gli standard del nostro pianeta non è nulla di sconvolgente, al punto che le autorità, anziché ostacolare l’accesso del pubblico, lo assecondano, pur raccomandando sempre cautela e scoraggiando i più sprovveduti a intraprendere la difficile escursione. Tuttavia si tratta comunque di un fenomeno di grandi proporzioni, che fa sentire chiunque piccolo e impotente di fronte alla maestà della natura”.

Nei giorni scorsi l’area è stata per l’appunto aperta al pubblico, in sicurezza. Lo stesso Pagani si è impegnato a fornire una mappa per raggiungere il cratere neonato, con indicati il chilometraggio e i toponimi del circondario. Un trek di “15 km totali, metà all’andata, per circa due ore di cammino, e il resto al ritorno, con una/due ore sul posto per godersi lo spettacolo”. Un percorso perlopiù in piano senza grandi difficoltà di accesso, “con l’eccezione della ripida e scivolosa salita su Grancolle (Stórhóll), ma il panorama dalla cima è di una bellezza rara”.

A pochi passi dalla lava

Roberto Luigi Pagani ha descritto il suo avvicinamento al cono vulcanico come “a walk into Mordor”, con evidente e inevitabile rimando alla saga del Signore degli Anelli.

“Campi di lava, due ripide chine sui fianchi di una montagna, un dislivello di circa 300m, ma ne è valsa la pena: un’eruzione davvero speciale. Nel cuore della “Val dei Castrati” (Geldingadalur) si è già formato un cratere a forma di cono, che erutta lava in modo davvero spettacolare. Non ho mai provato niente del genere; è stata una delle esperienze più indimenticabili della mia vita, e sono grato di aver fatto la scelta, ormai quasi 7 anni fa, di vivere in questo Paese”, si legge nel post del 21 marzo scorso.

“Sembra un cliché – aggiunge – , ma sembrava davvero di essere la compagnia dell’anello che cercava di raggiungere Mordor per gettare l’anello del potere nel vulcano. Con la differenza che non c’era nessun Nero Cancello, e nessun orco a pattugliare. È stata una bella scarpinata, ma estremamente piacevole. Di solito evito sempre di fotografare persone, e ho visto che anche per questa eruzione molti han preferito evitare di includerle. A me però sembra che le persone abbiano un duplice valore in questo contesto: permettono di capire meglio le dimensioni del vulcano, che in foto aeree o senza persone sembra avere le dimensioni di un barile, e creano un contrasto poetico tra la loro piccolezza e la maestosità del fenomeno naturale, che ci ricorda come siamo insignificanti rispetto alla natura. Spero vi piacciano! Io non so davvero come spiegare che è stato uno dei momenti più memorabili della mia vita, ma con queste foto faccio un tentativo”.

Cosa succederà nei prossimi giorni?

Pagani sta provvedendo a tenere aggiornati i tanti curiosi sull’evolversi del fenomeno eruttivo. E sui dati che arrivano dagli esperti.

“La forza primigenia della natura islandese si sta manifestando in tutta la sua potenza – si legge nell’aggiornamento del 23 marzo – . Gli scienziati indicano che ci sono ragioni per ritenere che stiamo assistendo alla formazione di un vulcano a scudo. La maggior parte delle eruzioni di questo tipo è avvenuta tra i 10.000 e i 5000 anni fa, in Islanda, con l’eccezione della nascita dell’isola di Surtsey, a metà del secolo scorso. Non è possibile accertarne la natura per ora, ma se questa ipotesi fosse corretta, tale eruzione potrebbe proseguire per anni. Ciò la renderebbe e non già speciale, ma addirittura unica”.

Di seguito gli aggiornamenti riportati sulla pagina Facebook, relativi a oggi, 24 marzo 2021:

  • Il conetto di nuova formazione ha raggiunto intorno ai 100 metri di altezza.
  • Un nuovo cratere più piccolo si è formato, e la continua emissione di lava con conseguente allargamento potrebbe portare alla fusione con quello principale.
  • Non è dato sapere la durata di questa eruzione. Dipende tutto dalla quantità di magma accumulato negli ultimi 6000 anni (sì, è chiaro che potrebbe essere una quantità inusitata, ma anche no). Potrebbe durare qualche settimana o decenni.
  • Con il ritmo attuale, la lava potrebbe riempire la valle di Geldingadalir e straripare nell’attigua vallata di Meradalir nel giro di una/due settimane.
  • Con cieli sereni, la notte si vede chiaramente il bagliore anche dalla capitale.
  • La lava che sta eruttando ora è diversa come composizione da quella di eruzioni avvenute in tempi storici nella zona, e pare provenga da profondità terrestri estreme.
  • La protezione civile ha installato segnaletica e un cordone per la ripida salita sul monte, per chi vuole visitare, ma ovviamente permane il rischio chiusure improvvise dovute ad accumulo di gas tossici.
  • Esiste un pericolo di formazione di sacche di lava sotto a una crosta sottile che, rompendosi, causerebbe la fuoriuscita rapida della lava, con conseguente pericolo per chiunque si trovi nelle vicinanze e in posizione non sopraelevata.

La brevità della vita umana di fronte alla storia del mondo

Nel ringraziare Roberto Luigi Pagani per la disponibilità a condividere con noi i suoi preziosi aggiornamenti in real-time dalla “terra di ghiaccio e fuoco”, concludiamo riportando le sensazioni più profonde provate di fronte al fiume di lava.

“Sono rimasto sul fianco della montagna dirimpetta alla ormai famosa Fagradalsfjall, sorvolando la zona dall’alto con lo sguardo, per poi scendere sul fianco della colata, che si espandeva verso nord-est come un fiume placido. Il rumore era surreale, ricordava gli scricchiolii del ghiaccio che si incrina, ma erano assai più sordi e schioccanti. L’odore mi ricordava quello della stufa a legna che usavamo quando eravamo in montagna. Stare così vicino al bordo ormai fermo della colata, ancora rosso, sfrigolante e scricchiolante, mi ha dato una sensazione strana, quasi che mi rendesse improvvisamente consapevole della brevità della mia vita di fronte alla storia del mondo“.
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