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“I guardiani del Nanga”. In streaming lo spettacolo teatrale in ricordo di Daniele Nardi e non solo

Il racconto di sette uomini che hanno sfidato i propri limiti

Albert Mummery, Willy Merkl, Günther Messner, Josè Antonio Delgado, Karl Unterkircher, Tomasz Mackiewicz e Daniele Nardi sono i sette protagonisti de “I guardiani del Nanga”, spettacolo scritto da Gioia Battista, interpretato da Nicola Ciaffoni e diretto da Stefano Scherini per MitMacherTeatro che andrà in onda in streaming questa sera alle ore 21 dal Teatro Luigi Candoni di Tolmezzo.

Lo spettacolo potrà essere seguito comodamente da casa sulle pagine Facebook e YouTube dell’L’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia (ERTFVG), il circuito teatrale del FVG, nell’ambito della rassegna teatrale Circuito Aperto.

Due anni fa la scomparsa di Nardi e Ballard

La data della messa in onda non è casuale perché il 25 febbraio 2019 Daniele Nardi e Tom Ballard perdevano la vita nel tentativo di salire il Nanga Parbat attraverso lo sperone Mummery.

Dal 1895, data del primo tentativo documentato di salita, il Nanga ha collezionato vite e storie straordinarie. Con i suoi 8126 metri è la nona cima più alta della terra, ma rimane tragicamente in terza posizione come numero assoluto di morti ed è seconda solo all’Annapurna come indice di mortalità.

Uno sguardo ne “I guardiani del Nanga”

Di seguito la descrizione dei contenuti e delle motivazioni alla base dello spettacolo teatrale.

“L’alpinismo è una disciplina che si basa sul superamento delle difficoltà incontrate durante la salita di una montagna. Il superamento delle difficoltà come disciplina, questa definizione è in qualche modo l’espressione più alta – non solo materialmente – del tentativo umano di conoscere il senso dell’esistenza. Il ‘superamento’ diventa prima atto mentale e poi fisico. Le asperità della natura sono un incentivo a mettersi in gioco, al raggiungimento dell’obiettivo.

L’alpinista è tutt’altro che uno sprovveduto: mesi di studio delle carte, delle previsioni meteorologiche, la scelta accurata della giusta attrezzatura, il calcolo matematico dei percorsi, dei metri di corda, della difficoltà della pendenza e del tempo di percorrenza. In un certo senso è un metodo, un approccio, uno stile di vita. Ed è attraverso le parole di un alpinista che raccontiamo una sorta di scalata interiore, su una delle montagne più temibili della terra.

Il Nanga Parbat. Dal 1895, data del primo tentativo documentato di scalata, il Nanga ha collezionato vite e storie incredibili. Con i suoi 8126 metri al di sopra del livello del mare, è la nona cima più alta della terra, ma rimane tragicamente in terza posizione come numero assoluto di morti, e seconda solo all’Annapurna come indice di mortalità. La montagna nuda. La mangiauomini. La montagna assassina. La montagna degli dèi. La montagna del destino. Sono solo alcuni dei nomi con cui è conosciuta.

In questo spettacolo racconteremo sette storie di sette spedizioni alpinistiche dal primo tentativo di scalata, nel 1895, dell’inglese Albert Frederick Mummery, ad oggi. Da Willy Merkl e le spedizioni tedesche finanziate dal governo nazista, all’ascesa dei fratelli Messner, che si è portata dietro oltre trent’anni di polemiche per la scomparsa prematura di Gunther. Dal primo alpinista venezuelano José Antonio Delgado all’altoatesino Karl Unterkircher. Fino ad arrivare ai nostri giorni, con il polacco Tomek Mackiewicz e l’italiano Daniele Nardi.
Sono molti i sognatori che sono rimasti lassù.

Sono molti i ‘guardiani del Nanga’, gli alpinisti che nel tentativo di raggiungere la vetta non hanno fatto più ritorno. Attraverso le loro vite seguiremo una scalata immaginaria che ci porterà a conoscere le loro imprese; le passioni e i tormenti che muovono un alpinista verso la cima, la tenacia e la resistenza di uomini straordinari”. 

“Il nostro modo di ricordare Daniele Nardi”

“I guardiani del Nanga” vede sì sette personaggi, impegnati nella sfida ai propri limiti, ma come confermato dalle parole di Gioia Battista, è la figura di Daniele Nardi il fulcro dello spettacolo.

“Se potessi riscrivere il finale del mio spettacolo lo farei, Dan – scrive con emozione su Facebook l’autrice – , scriverei che: ‘L’ultimo guardiano del Nanga è Daniele Nardi, ed è qui con noi, dopo la sua avventura in Pakistan e ci ha insegnato a non arrenderci mai. A seguire i nostri sogni, ovunque ci portino’. Se potessi riscrivere il finale della storia, saresti con noi, a ridere di Pemba, a spiegarci la via perfetta, a guidarci attraverso i segreti della montagna. Quando ci penso mi assale una profonda tristezza. Non posso scrivere un finale diverso. Ma in qualche modo quello che ho imparato negli ultimi due anni è che Daniele non ci ha mai davvero lasciati”.

“Il nostro piccolo omaggio – prosegue – è portare le sue parole ovunque, la sua storia e quella di uomini straordinari che condividevano con lui una passione coraggiosa e leale verso la montagna. Il nostro modo di ricordare Daniele. Perché non è il luogo dove nasci a decidere il tuo destino, ma è la forza dei tuoi sogni.
‘E vale la pena provarci’. Sempre”.

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5 Commenti

    1. Sono un poco infastidito anche io, preferisco l’informazione ragionata da persone competenti, ma non premia bene.
      Penso alcune cose.
      -Tom era troppo più forte, lo oscurerebbe.
      -E’ messo insieme ad alcuni grandi alpinisti che non hanno fatto solo un pezzettino della storia del Nanga.
      -Queste “cose” servono per fare spettacolo, per avere un qualche ritorno (commerciale, politico, ideologico, pubblicitario, settario, ,…?)……basta leggere il titolo: il racconto di sette uomini che hanno sfidato i propri limiti….. alla gente, abituata a fare il tifo e a non giocare, piace sicuramente, a me sono venuti in mente subito i sette peccati capitali ….. e gli altri importano poco..

      Per fortuna: gli alpinisti riconoscono subito tutti gli alpinisti.
      Però mi diverto molto di più con gli “alpinisti che non scalano” 🙂

  1. Triste la dimenticanza di Tom Ballard, non fa « share »? non é « vendibile »?, puó darsi, ma chissenefrega! i veri e le vere amanti della montagna lo ricorderanno sempre, anche senza le luci della ribalta.
    Cordialmente

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