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Il Monte Bianco diventa un’area protetta sul versante francese

Uno strumento per contrastare il turismo di massa e proteggere l'habitat

Nel mese di giugno il Presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato quasi pronto il decreto a protezione del Monte Bianco dal surriscaldamento e dal turismo di massa. Una promessa, quella dell’istituzione di un’area protetta, lanciata dal Presidente in occasione della sua visita alla Mer de Glace alle porte del lockdown. A distanza di pochi mesi, lo scorso 1 ottobre, il documento è stato ufficialmente sottoscritto ad Annecy alla presenza del sottosegretario di Stato alla biodiversità Bérangère Abba.

“Non metteremo il Bianco sotto teca”

Il decreto sancisce l’istituzione di un’area protetta sul versante francese, costituita da una zona centrale e alcune zone di transizione, allo scopo di garantire la conservazione degli habitat naturali. Il perimetro totale interessato è pari a 3.175 ettari che interessano i comuni di Chamonix, Saint-Gervais e Les Houches.

Come ha tenuto a sottolineare Abba in sede di firma, intenzione non è certo di mettere sotto teca il Monte Bianco. Obiettivo è la regolamentazione degli accessi, affinché le pratiche dell’alpinismo e dello sci possano essere svolte nel rispetto della natura.

Garantire la qualità e la quiete del sito

L’articolo 2 del decreto esplicita divieti e norme da seguire per garantire la “conservazione della qualità paesaggistica e la quiete del sito”.

  • Nella zona centrale del perimetro, che corrisponde circa all’80% dell’area totale contemplata dal provvedimento, è vietata la pratica di qualsiasi attività al di fuori dell’alpinismo, della combinazione tra alpinismo e parapendio, del paralpinismo, dello sci/snowboard-alpinismo.
  • Si fa divieto di intraprendere l’ascensione del Monte Bianco senza essere muniti di equipaggiamenti individuali e collettivi adeguati, conformi agli standard definiti dai professionisti della montagna.
  • Inoltre è vietato procedere in cordate costituite da più di tre persone, salvo nelle situazioni imposte da ragioni di sicurezza o per l’assistenza ad altri alpinisti.
  • Non è consentito trasportare in quota materiali o altri oggetti, se non quelli strettamente necessari alla progressione alpinistica, alla protezione individuale o collettiva e alla sussistenza.
  • È vietata l’organizzazione di manifestazioni nel perimetro “di qualsiasi natura”.
  • Per gli alpinisti che intendono raggiungere la cima lungo la via normale, vige obbligo di prenotare il pernottamento nei rifugi dell’itinerario. Vietato invece dormire presso l’Abri Vallot, che deve restare libero per i casi di reale emergenza. Resta possibile effettuare andata e ritorno in giornata per atleti sufficientemente preparati. Si fa inoltre divieto di allontanarsi volontariamente dal tracciato abituale della normale o della cresta Payot.
  • Vietato inoltre introdurre animali domestici (salvo quelli tenuti al guinzaglio, negli itinerari escursionistici).
  • Divieto di campeggiare all’esterno del campo base della Tête Rousse e bivaccare lungo e nei pressi della via normale al Bianco da Saint-Gervais-les-Bains, con eccezione in casi di forza maggiore.
  • Vietato infine percorrere a piedi dei binari del “tramway du Mont-Blanc”.

Ridurre l’inquinamento e proteggere l’ambiente

L’articolo 3 è invece focalizzato sull’inquinamento e sulla protezione dell’ambiente. Si fa divieto di:

  • gettare o disperdere in tutta l’area perimetrata rifiuti di qualunque natura;
  • introdurre specie aliene, animali e vegetali;
  • arrecare danno alle specie presenti, animali e vegetali;
  • accendere fuochi;
  • edificare strutture, anche se temporanee;
  • portare nell’area materiale pubblicitario.

In caso di violazione alle disposizioni del decreto, sono previste contravvenzioni dall’importo minimo di 750 euro.

C’è davvero bisogno di simili norme?

“C’era bisogno di arrivare ad una regolamentazione? È qualcosa che fa parte della nostra società, bisogna accettarlo”, la domanda del sindaco di Chamonix Eric Fournier a margine della firma. Un dubbio lecito e pienamente condivisibile. La scelta di Macron e della Prefettura dell’Alta Savoia di giungere a stabilire norme e sanzioni dimostra che, per proteggere il fragile ambiente del Bianco, il buon senso non sia abbastanza diffuso da risultare sufficiente.

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2 Commenti

  1. “..vietato dispertere rifiuti di qualsiasi natura..”
    SOTTOINTESO ANCHE DERIVATIDELLA FUNZIONE METABOLICA DELCORPO UMANO?( SALIVA, FECI,ECC???)..il ghiaccio accoglie ma poi restituisce nell’acqua di fusione..dopo un lungo periodo.
    IN PRATICA INTERPRETO CHE OCCORRE INDOSSARE PANNOLONI E PORTARSI UN SACCO IMPERMEABILE A CHIUSURA ERMETICA PER RIPORLI E PORTARSELO A VALLE PER SMALTIRLO PRESSO APPOSITI CENTRI RACCOLTA.
    OPPURE CHE I RIFUGI DEVONO OFFRIRE APPOSITI SACCHI O BIDONI PERIODICAMENTE PORTATI A VALLE CON QUALCHE MEZZO..
    ALTRIMENTI ACCADRA’ COME ACCADE AI VARI CAMPI BASE DEGLI OTTOMILA.
    PER INCISO, QUANDO SI TENGONO I CONCERTONI AD ALTA QUOTA, SONO SUFFICIENTI I BAGNI CHIMICI COLLOCATI ?? questo aspetto e’solo sfiorato e le telecamere ma li inquadrano invece dovrebbero per rassicurare partecipanti e spettato rivirtuali.

  2. “Si fa inoltre divieto di allontanarsi volontariamente dal tracciato abituale della normale o della cresta Payot”
    Cosa significa? che non si può salire il Bianco per vie diverse dalla normale?

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