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Monte Bianco. Presto un decreto a tutela della montagna

Provvedimenti concreti contro i cambiamenti climatici e il turismo di massa

“Una visita da commedia”. Così era stata definita dagli ambientalisti lo scorso 20 febbraio la salita del Presidente francese Emmanuel Macron fino alla Mer de Glace, a quota 1.900 metri sul massiccio del Monte Bianco. Una visita in risposta alla lettera, inviata a Macron dal sindaco di Saint-Gervais-Les-Bains, per richiamare attenzione sulla necessaria salvaguardia del Bianco a seguito della vicenda del vogatore abbandonato nell’estate 2019 da un ex Marine a 4.300 metri. Dai 1900 m della Mer de Glace, il Presidente, sconvolto di fronte al ghiacciaio sofferente, aveva dichiarato di voler prendere provvedimenti concreti a tutela della montagna. Tra cui la limitazione degli accessi. Negli scorsi giorni il giornale francese Le Dauphine ha diffuso una notizia che conferma le serie intenzioni di Macron di mettere la politica al servizio dell’ambiente. Sarebbe infatti quasi pronto un decreto atto a proteggere il Monte Bianco dal surriscaldamento e dal turismo di massa.

Una nuova area protetta

Dopo la visita alla Mer de Glace, il Presidente Macron aveva annunciato l’istituzione di venti nuove riserve naturali nazionali, tra cui quella del Monte Bianco. Emmanuelle Wargon, segretario di Stato alla Transizione ecologica, era stata incaricata a tal proposito di coordinare i lavori di definizione dei confini di tale zona di protezione. Un impegno portato a termine durante i mesi del lockdown. La bozza del decreto a salvaguardia del Bianco sarebbe ora pronta per essere sottoposta ai consigli comunali di Chamonix e Saint-Gervais.

In termini tecnici, il documento conterrà linee guida per definire cosa si possa fare e non fare in montagna, così come un riassunto delle norme che regoleranno l’alpinismo, quali la limitazione degli accessi, l’obbligo di prenotazione nei rifugi, le attività di sorveglianza. Azioni già messe parzialmente sperimentate nelle due scorse stagioni estive, per far fronte alle problematiche di affollamento dei rifugi sul Bianco, in mancanza di una adeguata regolamentazione per la salita dalla via normale francese. 

A pagarne le conseguenze negli ultimi anni soprattutto il rifugio Goûter, dove a seguito dell’arrivo imprevisto di numerosi alpinisti senza prenotazione, più volte si è giunti a scontri verbali. Una condizione insostenibile che aveva portato nel luglio 2018 la Prefettura dell’Alta Savoia a introdurre il divieto di accesso alla via normale a tutti coloro che non avessero prenotato un posto letto in uno dei rifugi della “Voie Royale”, ovvero il Nid d’Aigle, il Tête Rousse e il Goûter.

“Credo molto in questa battaglia, sarà lunga ma darà risultati concreti”, aveva dichiarato lo scorso 20 febbraio dalla Mer de Glace Emmanuel Macron. Una lunga battaglia di cui il primo passo è già stato coraggiosamente compiuto in tempo record.

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