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Monte Bianco. Il ghiacciaio del Miage sprofonda di 1 metro l’anno

A pochi giorni dal suo avvio, la Carovana dei Ghiacciai di Legambiente inizia a fornire i primi tristi dati sui ghiacciai delle Alpi. I monitoraggi hanno avuto inizio dal ghiacciaio del Miage, sul versante italiano del Monte Bianco. I numeri parlano purtroppo chiaro: la superficie è sprofondata di 30 metri nel suo settore frontale, a partire dagli anni Novanta. Ovvero, di circa un metro l’anno. Rispetto ad altri ghiacciai, il Miage infatti non arretra la propria fronte, ma collassa.

E’ stato rilevato inoltre che la falesia di ghiaccio che un tempo incombeva sul Lago del Miage sia arretrata di 10 metri circa e la conca del lago, ora vuota, si approfondisce e si sposta verso valle. L’aumento della fusione del ghiacciaio ha anche generato, verso la fronte, diversi laghi glaciali in continuo cambiamento per distribuzione e numero.

Il Ghiacciaio del Miage, che ha una superficie pari a 11 km2, era all’inizio del secolo scorso classificato come bianco. La copertura detritica, incrementata per effetto del riscaldamento climatico, lo porta oggi ad essere riconosciuto come nero. L’instabilità delle morene laterali data dalla mancanza di sostegno della massa glaciale ha causato inoltre l’abbassamento della copertura di oltre sei metri e l’apertura di una grossa trincea nella morena.

Il più himalayano dei ghiacciai italiani

I risultati della prima tappa della Carovana, derivanti dai monitoraggi eseguiti dal Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente nella mattinata del 17 agosto, sono stati presentati negli scorsi giorni ad Aosta in conferenza stampa.

Il ghiacciaio del Miage è il più himalayano dei ghiacciai italiani, perché copre un dislivello altimetrico che va dalla cima del Monte Bianco fino alla Val Veny, a pochi passi dalla strada carrozzabile. Con questo particolare ghiacciaio abbiamo iniziato il nostro racconto sullo stato di salute dei ghiacciai alpini italiani, perché i cambiamenti che ha subito sono molto peculiari rispetto ad altri che stanno sparendo”, ha dichiarato Vanda Bonardoresponsabile Legambiente Alpi.

Alcune decine di anni fa era di colore bianco e ora è diventato nero a causa dell’enorme accumulo di detriti. Il Miage forse non scomparirà così velocemente come altri, ma le modifiche che sta subendo a vista d’occhio sono sconvolgenti tanto da renderlo irriconoscibile rispetto a quel che era fino a poco tempo fa. I ghiacciai sono termometri sensibili del cambiamento climatico in atto e l’attuale stato di salute dei ghiacciai alpini ci segnala l’urgenza di politiche efficaci contro l’emergenza climatica”.

Il monitoraggio

Per misurare il cambiamento della forma del ghiacciaio, i glaciologi hanno effettuato misure accurate per valutare le reazioni del ghiacciaio in relazione ai cambiamenti climatici. Con l’ausilio di tecnologie ad alta precisione, come il laser scanner, è stato rilevato un modello tridimensionale delle pareti di ghiaccio intorno al lago del Miage. Il cambiamento morfologico della superficie è stato così consistente e rapido da rendere impossibile la misura nello stesso punto a distanza di un anno.

Le misure effettuate sul ghiacciaio del Miage sono particolarmente importanti perché trasformano la percezione del cambiamento di questo ghiacciaio in dati concreti e misurati”, ha commentato Marco Giardinosegretario del Comitato Glaciologico Italiano. “Le tendenze ricostruite ci permettono di modellizzare la trasformazione glaciale in funzione del cambiamento climatico, una condizione indispensabile per intervenire nella mitigazione dei pericoli in modo efficace”.

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