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L’orso M49 è stato catturato. Dopo 9 mesi e oltre 1000 chilometri, finisce la fuga di un animale controverso

La fuga del plantigrado più ricercato d’Italia è finita. Alle 21.30 di martedì, come recita un comunicato della Provincia Autonoma di Trento, l’orso M49, soprannominato Papillon, è stato catturato nei boschi di Tione, nelle Valli Giudicarie, dagli uomini del Corpo Forestale provinciale. Per l’operazione è stata utilizzata una trappola a tubo. 

Secondo i primi dati diffusi l’animale, che pesa 167 chili, è in buono stato di salute. Una notizia, quest’ultima, della quale chi ha visto i meravigliosi filmati di M49 libero girati qualche settimana fa sulla neve del Carega, o le inquietanti fotografie delle malghe saccheggiate qualche giorno fa intorno a Tione era già assolutamente certo. 

Poche ore dopo la cattura, l’orso è arrivato per la seconda volta nell’area faunistica del Casteller, a sud di Trento, dov’era già stato rinchiuso il 14 luglio scorso. In quella occasione, come molti ricordano, dopo poche ore l’orso era riuscito a evadere, scavalcando i recinti elettrificati e dileguandosi nei boschi della Marzola. 

Una seconda fuga sembra francamente impossibile, perché i recinti sono stati rafforzati per contenere un animale forte e intraprendente come M49. La vera differenza tra la cattura di nove mesi fa e quella di ieri sera è che il forestale che compare in una delle foto indossa una mascherina. Stavolta, più che da un orso potenzialmente aggressivo, gli uomini della Provincia di Trento devono difendersi dal COVID-19. 

La vicenda dell’orso M49-Papillon

La vicenda di M49-Papillon è famosa, ma vale la pena ricapitolarla. L’animale, già negli anni precedenti, si segnala per la sua capacità di introdursi nelle malghe e di attaccare animali al pascolo e alveari. 

Nel 2019, la sua attività riprende, e la sua cattura diventa una bandiera politica per Maurizio Fugatti, l’esponente della Lega Nord che qualche mese prima è diventato presidente della Provincia di Trento. Il 1° luglio scorso, dopo un braccio di ferro con Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente in entrambi i governi Conte, Fugatti firma un’ordinanza di cattura, che viene eseguita due settimane più tardi. 

Tra agosto e settembre, dopo l’evasione, M49 si sposta a nord verso la Val di Fiemme, il Passo di Lavazè e l’Alto Adige, con altri attacchi a malghe e al bestiame isolato. Poi si rifugia sui Lagorai, dove trascorre il letargo. Ricompare nei primi giorni di marzo, con “visite” alle malghe di Castello di Fiemme e un’altra puntata in direzione di Lavazè. 

Poi l’orso inverte la rotta, torna a sud verso Pinè e la Valle dei Mocheni, traversa la Valsugana e raggiunge il massiccio del Carega. Qui, il forestale e fotografo Tommaso Borghetti lo immortala in un video di rara bellezza. Gli ultimi giorni lo vedono spostarsi verso ovest. Viene avvistato a Nago, sul Garda, poi sale in Val Breguzzo, ai piedi dell’Adamello, avvicinandosi alla zona dov’è nato. 

Nello scorso fine-settimana, gli allevatori di Malga Lodranega, sui monti di Tione, diffondono le immagini del loro edificio scassinato e di una cerva uccisa e in parte mangiata all’esterno. La sera del 28 aprile arriva la cattura da parte della Forestale provinciale. 

Le reazioni alla cattura

Il primo commento da fare riguarda l’epidemia di Coronavirus, che ha influito in due modi su questa storia. La riduzione del traffico sulla A22 del Brennero, sulle strade locali e sulla ferrovia ha certamente facilitato lo spostamento dell’animale dal Carega verso il Garda. 

Allo stesso modo, il fatto che l’Italia e chi la governa oggi siano concentrati su ben altro ha reso più facile, per Maurizio Fugatti e la sua giunta, riaffermare il loro potere e mettere Sergio Costa e l’opinione pubblica di fronte al fatto compiuto. 

Conferma questa lettura il fatto che la comunicazione alla stampa della cattura sia stata fatta dall’Ufficio Stampa della Giunta, dal presidente Fugatti e da Giulia Zanotelli, Assessore all’Agricoltura e Foreste. Agli zoologi della Provincia, invece, non è stato consentito fare dichiarazioni. 

Ho sempre chiesto che non venisse ammazzato, credo che la cattura non sia una soluzione. Non mi fa piacere sapere che M49, abbia perso la sua libertà, vogliamo che sia trattato bene” commenta il Ministro Sergio Costa che  si “sta adoperando, attraverso tutti i canali possibili, per far ospitare l’animale all’estero”. Una dichiarazione, però, che conferma che per M49 in Trentino non c’è spazio. 

Anche gli ambientalisti, a livello nazionale e locale, sono intervenuti subito. “La cattura di M49 è una pessima e triste notizia per la conservazione della natura nel nostro Paese” scrive il WWF. “L’orso, al contrario di quanto affermato dalla Provincia di Trento, non si è mai reso protagonista di attacchi o comportamenti pericolosi verso l’uomo”. 

La sentenza emessa dalla Provincia è inutilmente crudele, perché si accanisce su un animale che ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza. Un individuo particolarmente dotato, che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato” rincara la dose la LAV, la Lega Anti Vivisezione, che si dice pronta “a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali”. 

Sarebbe un grave errore, ovviamente, non considerare le preoccupazioni e le paure degli allevatori delle Valli Giudicarie, che ben conoscono l’astuzia e la capacità di M49 quando vuole entrare nelle loro aziende. 

Siamo all’allarme rosso, spero che si capisca la nostra disperazione” ha dichiarato qualche giorno fa Antonello Ferrari, presidente degli allevatori della Valle del Chiese. “Questo è un momento difficile, non possiamo vivere nuovamente l’ansia dell’anno scorso” ha aggiunto, secondo il quotidiano Trentino, il sindaco di Sella Giudicarie Franco Bazzoli. 

Gli esperti di orsi che lavorano in altre parti d’Italia, per correttezza, si limitano a commenti generici, e non giudicano l’operato dei loro colleghi di Trento. “In tutta Europa gli orsi giovani si spostano per centinaia di chilometri, orsi e lupi sono sempre capaci di sorprenderci” spiega Luigi Boitani, zoologo ed esperto di grandi carnivori dell’Università La Sapienza di Roma. Il suo collega Paolo Ciucci, che ha firmato gli ultimi studi sugli orsi marsicani, parla del “grande senso di homing, della capacità di tornare verso casa degli orsi, anche da distanze elevate”. Il professor Ciucci spiega che “M49, ormai arrivato alla maturità sessuale, si è spostato verso l’unico territorio dove avrebbe potuto trovare delle femmine. E lo ha fatto in primavera, subito prima della stagione degli amori, che inizia nelle ultime settimane di maggio”. 

L’orso fuggiasco del Trentino, però, quegli amori tra i boschi non li potrà mai conoscere. La paura più grande della Provincia, ampiamente dimostrata dagli interventi degli anni scorsi, è che gli orsi più “furbi” e intraprendenti possano generare dei cuccioli attivi come loro. Di fronte M49, se sopravviverà allo choc della cattura, c’è solo la castità forzata.      

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