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5 suggerimenti per vivere il Carnevale in montagna

Siamo ufficialmente entrati nella settimana di Carnevale. Ottima scusa per regalarsi una gita in montagna a cavallo del prossimo weekend che vedrà il proliferare, da Nord a Sud, di manifestazioni in cui sarà la fantasia a fare da padrona. Sono innumerevoli le località italiane che, in occasione del Carnevale, rivivono annualmente tradizioni rigorosamente in maschera. Cortei di ispirazione storica, nati per ricordare momenti salienti del proprio passato, o legati a leggende popolari. Un tale assortimento di eventi che rende davvero complicata la scelta di una singola destinazione. Per venire in vostro aiuto abbiamo selezionato 5 località, ancora una volta in un viaggio virtuale dalle Alpi agli Appennini, che vivono il Carnevale in maniera davvero peculiare.

Cervinia e la Dama Bianca

Partiamo dalla Valle d’Aosta con il Carnevale di Cervinia che, tra gare di sci in maschera per i più piccoli, sfilate, intrattenimento e feste danzanti, vedrà il suo culmine nella giornata di giovedì grasso, 20 febbraio, con il “ritorno della Dama Bianca”. Una tradizione legata alla leggenda di una meravigliosa fanciulla, che viveva nel villaggio del Breuil, in Valtournenche, quando ancora vi erano solo baite per pascoli. La sua bellezza eccezionale fece innamorare il gigante Gargantua, grande conoscitore della zona. Rientrando un giorno da Zermatt, il gigante decise di rapirla e nasconderla tra le montagne. Gli abitanti della Valle, a conoscenza del fatto, si unirono alla ricerca della fanciulla. Di fronte alla determinazione del popolo Gargantua si arrese e riportò la ragazza in paese, a bordo di una slitta.

In occasione del suo ritorno fu organizzata una grande festa cui presero parte tutti gli abitanti della Valle d’Aosta. Festa che viene oggi celebrata annualmente proprio in occasione del Carnevale. Dalla leggenda della Dama Bianca pare sia nato anche il Ballo Rouge et Noir al quale prendevano parte i personaggi più importanti del paese, indossando abiti rossi e neri. Nella giornata di lunedì 24 febbraio, penultimo giorno prima della conclusione del Carnevale 2020, Cervinia propone una cena di gala al castello di Verres, in compagnia proprio della Dama Bianca. Un evento speciale in cui non sarà obbligatoria la maschera ma per certo l’abito da sera.

Carnevale di Bagolino

Ci spostiamo sulle montagne bresciane, nel piccolo borgo di Bagolino, in Valle Sabbia. Qui annualmente si svolge uno dei Carnevali tra i più antichi e importanti del Nord Italia, con musiche, balli e costumi tramandati dal XVI secolo. Giorni da segnare in agenda sono in particolare lunedì 24 e martedì 25 febbraio, quando il borgo sarà invaso dai colorati Balarì (ballerini), danzanti sulle note dei violini dei Sonadur (suonatori). Personaggi che indossano costumi tramandati di generazione in generazione. Le musiche del carnevale di Bagolino sono già di per sé speciali, in quanto differenti dalla altre musiche popolari del Nord Italia. Le sonorità fanno pensare a una origine più austriaca o tedesca. L’isolamento del paese ha consentito nei secoli di mantenere inalterati persino i suoni di questo Carnevale.

Accanto a ballerini e musicisti ci sono poi i Maschèr (le maschere), rappresentazione della realtà contadina. Personaggi che si aggirano in modo goffo per le strade, canzonando chiunque incontrino sul loro cammino. Le viuzze di Bagolino non vengono invase da carri, ma dal suono degli zoccoli chiodati dei costumi tipici del luogo: quello maschile del Ceviòl e quello femminile della Guenel. Un’altra figura importante è il quella del Paiasso, che ha il compito di mantenere l’ordine attorno ai ballerini nel momento delle danze.

Der Zahrar Voschhankh, il Carnevale Saurano

Anche il Friuli conserva una lunga tradizione legata al Carnevale, quella del Der Zahrar Voschhankh. Una manifestazione che va in scena annualmente tra le vette della Carnia, a Sauris (UD). L’antico Carnevale saurano si ripete identico da secoli e si sviluppa attorno a due figure centrali: il Rölar ed il Kheirar.

Il Rölar il cui nome deriva da röln, ovvero i grandi sonagli che porta legati attorno alla vita e che agita in continuazione, è una figura magica e demoniaca. Indossa un abito rozzo e ha il volto e le mani sporche di fuliggine. Il suo compito è di spostarsi di contrada in contrada e di casa in casa per avvertire la gente di prepararsi alla sfilata in maschera. Il Kheirar è invece il re del Carnevale. Il suo volto è coperto da una maschera di legno da contadino e in mano porta una scopa che utilizza per picchiare alle porte delle case e farsi aprire. In ogni casa spazza il pavimento e fa accedere altri personaggi mascherati, che danzano al suono delle fisarmoniche.

Sono due i momenti salienti del Carnevale di Sauris: la mascherata collettiva e la notte delle lanterne. La popolazione, con le lanterne accese, inizia un percorso a piedi tra boschi e baite secolari. Lungo il tragitto ci si può ristorare bevendo vin brulè negli stávoli, costruzioni rurali di montagna  in pietra e legno. A seguire la festa prosegue con danze e leccornie tradizionali, quali crauti, cotechino e minestrone d’orzo e fagioli. Quest’anno la manifestazione si svolgerà sabato 22 febbraio.

Carnevale al Tartufo di Acqualagna

Nel cuore dell’Appennino marchigiano si nasconde una tradizione decisamente insolita: il Carnevale al tartufo. Località in cui è nata tale usanza non poteva essere che Acqualagna (PU), la capitale del tartufo.

Domenica 23 febbraio, in concomitanza con la 37esima Fiera Regionale del Tartufo Nero Pregiato, nel borgo marchigiano non si lanceranno caramelle e coriandoli, ma tartufi. Decisamente la follia qui batte la fantasia. Una follia che ci piace quella degli acqualagnesi, che a Carnevale regalano tuberi pregiati lanciandoli in aria. Accanto al cosiddetto getto del tartufo, spazio è dedicato a balli, musica, intrattenimento e naturalmente degustazioni a base di tartufo.

I Rumita di Satriano e la Foresta che cammina

Nell’Appennino lucano va invece in scena annualmente un Carnevale carico di un forte messaggio ecologista. È il Carnevale di Satriano di Lucania (PZ), in Basilicata, una tradizione che invita gli esseri umani a ristabilire il giusto rapporto con la Natura. Nel corso del sabato e della domenica (22 e 23 febbraio) che precedono il martedì grasso, il paese si anima di una moltitudine di partecipanti vestiti da alberi.

La maschera tradizionale di Satriano è infatti il cosiddetto Rumita (l’eremita). Un uomo vegetale, un albero vagante completamente ricoperto di edera, che stringe un bastone con all’apice un ramo di pungitopo. Nell’ultima domenica del Carnevale i rumita escono dal bosco e si addentrano tra le strade cittadine. Bussano alle porte con il loro bastone, donando agli abitanti un buon auspicio per la primavera che sta arrivando, ed in cambio ricevono dei doni. Altro personaggio particolare è la Quaremma (la quaresima). Una triste donna vestita di nero che piange per la fine del Carnevale. Dal 2014 viene organizzata una sfilata di 131 alberi vaganti, ciascuno a simbolo di un paese della Basilicata. Una vera e propria Foresta che cammina. Idea nata su ispirazione della cine-installazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino presentata al MoMA di New York.

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Un commento

  1. Salve,
    suggerirei la visita in internet per capire la particolarità, anche audio, del tipico carnevale del Comelico.
    Grazie per l’attenzione
    Bruno Sagrestan

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