Gli alpinisti spagnoli Martin Elias, Marc Toralles e Bru Busom hanno di recente aperto una nuova via di arrampicata mista sul massiccio del Monte Bianco, ribattezzata “Le Grand Charme” (650 m ED M6+ 6b).
Merito della identificazione della nuova linea va a Martin che, durante la sua attività di guida alpina, aveva notato una zona ancora da esplorare a sinistra del Pilier Cordier del Grand Charmoz. Ne ha reso così partecipe Bru Busom e Marc Toralles, un duo che abbiamo già visto all’opera su pareti alpine, con la sensazionale ripetizione del Japanese couloir sulle Grandes Jorases in 24 ore dell’ottobre 2018, insieme a Roger Cararach Soler.
Ritrovatisi tutti e tre in Catalogna la scorsa settimana, hanno deciso di approfittare dell’anticiclone in arrivo sulle Alpi per tentare la nuova salita. Dopo una sosta a Kandersteg, nell’Oberland svizzero, dove si sono riscaldati con una ripetizione della via via sportiva Tsunamix (M7, WI6, 300 m), hanno raggiunto Chamonix. Sono saliti a bordo della funivia per Plan de l’Aiguille e un paio di ore dopo erano pronti all’attacco, alla base del Grand Charmoz.
In cima al chiaro di luna
Ormai la giornata volgeva al termine, restavano poche ore di luce. I tre hanno così deciso di iniziare la salita, bivaccare e proseguire all’indomani. Come dichiarato da Toralles al magazine spagnolo Desnivel, la scelta del bivacco si è rivelata la chiave del successo, perché “in giornata, credo che non ce l’avremmo fatta”.
Nonostante la suddivisione della salita in due giornate, la seconda si è rivelata decisamente intensa. Ben 14 le ore di arrampicata, dalle 9 del mattino alle 11 della sera. La Luna era ormai alta nel cielo quando hanno raggiunto la vetta e iniziato la discesa in corda doppia.
“Le Grand Charme” si sviluppa per 650 metri verticali, con un assortimento di “lunghezze miste molto sostenute tra M6 e M6+ … forse M7…”. Accanto alle difficoltà tecniche, come segnalato da Toralles, a essere insidiosa è anche la parete fragile. “Nel terzo tiro, ad esempio, c’è una sezione con un boulder enorme che non puoi toccare perché crolla”.
La necessità di muoversi con accortezza per limitare i rischi, motiva la durata della salita. In alcuni punti estremamente verticali hanno dovuto togliere anche i ramponi e affrontare passaggi fino al 6b con i soli scarponi.
Una bella avventura che, ancora una volta, ci mostra come non serva viaggiare a grandi distanze per cimentarsi in sfide alpinistiche complesse. Marc Toralles in particolare sembra estremamente sicuro del fatto che le Alpi, in veste invernale, siano il suo terreno di gioco preferito e annuncia nuovi progetti per i mesi a venire.
Tre volti..tre modi di indossare il caschetto col freddo.Quale sarebbe il piu’indicato??
Personalmente,in bicicletta …solo un sottile cappuccio, poi caschetto e poi sopra esternamente altro capo con capuccio largo imbottito, …altrimenti un berretto interno stringe e fa sporgere troppo .