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Incidenti in Appennino. Luca Mazzoleni: “Le salite su neve possono aspettare, c’è tanto altro da fare”

Il numero di incidenti alpinistici in Appennino continua a crescere in questi primi giorni dell’anno. In particolare, Gran Sasso e Terminillo risultano essere le due vette al centro delle cronache. Tanti i feriti, troppi i morti delle ultime settimane. Cifre che hanno portato a parlare di una vera e propria strage. Nei giorni scorsi abbiamo cercato di analizzarne cause e possibilità di prevenzione attraverso i pareri di guide alpine e esperti ambientali. A tali voci si aggiunge quella di Luca Mazzoleni, gestore da quasi trent’anni del rifugio Franchetti al Gran Sasso d’Italia.

Una riflessione regalata al web nel giorno dell’Epifania che esamina in maniera chiara i due principali elementi causali dei tanti incidenti dell’ultimo periodo: condizioni nivo-meteo insidiose e fattore umano.

Una riflessione stagionale

“Dalle informazioni che ho raccolto, da qualche giro fatto in queste settimane e dall’esperienza di tanti anni di montagna credo che le cause dei terribili incidenti avvenuti in Appennino ultimamente siano fondamentalmente due: le condizioni nivo-meteo particolarmente insidiose e il fattore umano. Niente di nuovo quindi, ma ho bisogno di condividere una riflessione.

Le condizioni della montagna

“In questo inizio inverno ha nevicato poco anche oltre i 2000 metri. A ogni nevicata si sono succeduti violenti e tiepidi venti meridionali che hanno inumidito la neve al suolo fino in alta quota; quindi le temperature si sono abbassate quel tanto da gelare la neve umida, formando così lastre omogenee di neve dura e particolarmente levigata grazie all’effetto di fusione e rigelo del manto. A peggiorare le cose è la scarsa quantità di neve caduta, non sufficiente per coprire pietrame e massi, così che ogni pendio è costellato di micidiali ostacoli affioranti e barre rocciose, che in genere la neve invernale fa presto a coprire e livellare al manto”.

Il fattore umano

“Il tempo bello e assolato, la sensazione dei ramponi che mordono saldi il ghiaccio, la sicurezza che dà lo stringere in mano una o due piccozze. Ciò spinge tanti in montagna lungo itinerari classici e magari già percorsi, a sentirci garantiti e padroni della situazione. Progredire non è difficile e si è ben stabili con l’aiuto degli attrezzi.

Non ci si rende conto che stabilità e sicurezza sono illusorie: un rampone mal legato che si sgancia o con le punte si infila nella ghetta, una banale goffaggine che ci sbilancia, un qualunque banale imprevisto che ci porti a vacillare, basta una cosa da nulla e come ci si appoggia al pendio per riacquistare l’equilibrio si schizza giù a tutta velocità sul ghiaccio scivoloso come olio. I tentativi di piantare la piccozza sono inutili perché la becca rimbalza sulla superficie dura e il colpo ce la strappa di mano. I ramponi si impuntano e ci ribaltiamo a testa in giù, senza alcun freno. Si prende velocità in pochi secondi sul ghiaccio, è come precipitare in parete. Ci si ferma solo dove il pendio termina: quando si è fortunati su un lenzuolo di neve fresca, ma questa stagione non c’è neve fresca in montagna, solo ghiaccio, micidiali massi affioranti e balze rocciose”.

Meglio non andare in quota

“Per questo pochi feriti e tanti morti, purtroppo. Neanche procedere in cordata garantisce la sicurezza: con queste condizioni non c’è che aspettare e non andare in quota, le salite su neve possono aspettare, c’è tanto altro da fare in montagna”.

 

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3 Commenti

  1. Ragionamento che fila liscio, non fa una grinza.Nella foto n.1 si vede un lago ghiacciato.Non e’ dato sapere che consistenza abbia il ghiaccio, ma viene voglia di Ice Nordic Skating, pattinaggio su ghiaccio in ambiente naturale con pattini ad attacco e scarpa uguali a sci fondo..
    Attivita’ alternativa o aggiuntiva in altre localita’ Austriache e nordico Scandinave che richiamano turisti..sempre cn prudenza e gestione dei rischi .Ci sono localita’ italiane che potrebbero offrire pattinaggio siu ghiaccio turistico non rischioso?
    Sembra di si’.

  2. Anche per i normali spostamenti in auto, si vede la strada sgombra e asciutta ..all’improvviso si presentano a velocita’allegra certe curve mai battute dal sole rivestite di uno strato di ghiaccio e si parte per la tangente .
    “Ai miei tempi….”andavano molto le 4 gomme chiodate..adesso sembrano fortemente regolamentate o fuorimoda.

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