AlpinismoAlta quota

Himalaya: team georgiano realizza la prima salita di Pangpoche I e Pangpoche II

Gli alpinisti georgiani Archil Badriashvili, Baqar Gelashvili e Giorgi Tepnadze hanno realizzato lo scorso autunno due prime su gli inviolati Pangpoche I (6.620 m) e Pangpoche II (6.504 m), nella regione del Manaslu, in Nepal.

Due vette il cui nome vi riporterà per certo alla memoria la spedizione, sempre lo scorso autunno, di François Cazzanelli, Marco Camandona, Andreas Steindl, Francesco Ratti e Emrik Favre che, dopo aver salito il Manaslu, avevano rivolto l’attenzione al Pangpoche I. Purtroppo il meteo sfavorevole, con ingenti nevicate e conseguente instabilità lungo la possibile via di salita, aveva portato il team a rinunciare.

Pangpoche II

L’ascesa lungo la parete Sud Ovest è iniziata il 20 settembre da quota 3.880 m. Dopo 12 ore no stop di salita, i tre hanno trascorso la notte in bivacco a 5.780 m. L’indomani il tempo non troppo clemente li ha costretti a rallentare il ritmo. Il terzo giorno hanno proseguito in direzione della cima, tracciando una linea diretta, affrontando pendenze fino a 80°. I tre sono tornati al campo base dopo un altro bivacco.

Pangpoche II: Cresta e parete sud-ovest (2.600 m, ED, 80º).

Pangpoche I

Dopo una settimana di nevicate, il 30 settembre sono stati finalmente in grado di ripartire alla volta del Pangpoche I, scegliendo di salire lungo la cresta Nord, meno esposta. Riposizionato il campo base, i tre sono partiti per la cima. Il primo giorno si sono portati, lungo un dislivello di 1.300 m, a quota 5.580 m, dove hanno bivaccato. All’indomani le condizioni meteo hanno iniziato a peggiorare, con venti forti e nevicate. Il team è stato così arrestato a 5.860 m. Il 3 ottobre hanno puntato a salire in vetta, raggiungendo quota 6.520 m in 5 ore, e impiegandone ulteriori 3, con evidente peggioramento del tempo nel mentre, per affrontare la cresta Nord e delle pendenze sui 60-70°. Alle 2 del pomeriggio erano finalmente in vetta.

“Ci siamo fermati lassù per un’ora – hanno raccontato al magazine francese Alpine Magper applaudire alle montagne, alla nostra patria, alle nostre famiglie, festeggiando con del buon cognac francese”.

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