Alta quota

Nepal: nuova difficile via sul Tengi Ragi Tau per Symon Welfringer e Silvan Schüpbach

Symon Welfringer e Silvan Schüpbach hanno portato a termine una nuova e difficile via sul Tengi Ragi Tau (6820 metri, Nepal). Partiti insieme a Charles Noirot con l’ambizione di realizzare la prima salita dell’allora inviolata parete ovest, i tre hanno subito dovuto pensare a un nuovo obiettivo. Arrivati infatti al campo base della montagna l’8 ottobre hanno subito iniziato la fase di acclimatazione trovandosi poi ad assistere alla salita di Tino Villanueva e Alan Rousseau proprio lungo la parete ovest.

Rinunciare alla salita sarebbe stato insensato dopo aver speso energie e tempo per raggiungere la parete e acclimatarsi, la scelta è allora ricaduta per un’altra linea sulla stessa parete ma diretta alla vetta nord, leggermente più bassa.

Decisa la strategia e terminata l’acclimatazione un nuovo problema si è fatto vivo: Charles ha iniziato a star male, fino a non essere in grado di scalare. Così il team si è ridotto a due alpinistiche subito si sono mossi sulla parete, dovendo però abbandonare il tentativo quasi subito a causa dei forti venti e delle nevicate abbondanti.

 

Quattro giorni sulla parete

Il 26 ottobre un miglioramento delle condizioni meteo permette finalmente ai due alpinisti di ritentare la via. Il primo giorno è subito duro con tratti di ghiaccio ripidi, pendenze fino ai 60 gradi e tratti a neve moderata. Nonostante questo però Welfringer e Schüpbach riescono a raggiungere una sporgenza a circa 6100 metri di quota dove bivaccano.

L’alba del secondo giorno li accoglie con pendenze sempre più estreme e passaggi molto tecnici che li impegnano fino al tramonto, quando infine riescono a trovare una zona in cui bivaccare a una quota di circa 6400 metri, appena 300 metri più in alto rispetto al primo bivacco.

Il terzo giorno è finalmente quello di vetta. Nonostante il terreno si sia fatto estremamente tecnico e impegnativo Symon e Silvan riescono comunque a raggiungere la vetta nord prima del buio. Potrebbe essere la prima salita della cima nord, ma questo è ancora da appurare. Da qui i due alpinisti avrebbero potuto proseguire fino alla vetta principale, ma hanno preferito iniziare le calate in doppia rientrando dapprima all’ultimo bivacco e quindi al campo base il giorno successivo.

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