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La fiamma olimpica si spegne a Parigi

PARIGI — La torcia olimpica si è spenta nelle strade di Parigi. Chiusa in un autobus, ha finito il suo percorso europeo nel mezzo di accese proteste anti-cinesi, per l’indipendenza del Tibet e per i diritti umani. Oggi è in viaggio verso l’America, dove sono pronti ad agire altri manifestanti. Il Cio, allarmato, sta valutando l’idea di interrompere il cammino mondiale della fiaccola mentre la Cina, indignata, fa sapere che non ha alcuna intenzione di rinunciarvi.

E’ davvero un cammino sofferto, quello della torcia di Pechino 2008. Le proteste contro la Cina e per l’indipendenza del Tibet sono iniziate prima che venisse accesa e hanno accompagnato la fiaccola tutti i giorni del suo cammino.
 
Ieri l’ennesima protesta ha fatto saltare la staffetta in quella "Parigi blindata" che doveva essere assolutamente immune da ogni disordine. Già la mattina gruppi di attivisti erano stati fermati, nelle piazze, da poliziotti in borghese. Nel pomeriggio, la situazione è precipitata.
 
Alcuni membri del gruppo "Reporter senza frontiere" si sono incatenati alla Tour Eiffel esponendo la bandiera nera con i cerchi olimpici raffigurati come manette già comparsa in Grecia al momento dell’accensione della fiaccola. Un politico francese ha cercato di rubare la fiaccola a Stephane Diagana, primo degli 80 tedofori che dovevano correre la staffetta di Parigi.
 
Centinaia di manifestanti per i diritti umani hanno cercato di bloccare l’avanzata della torcia per le strade della capitale francese e per ben due volte i poliziotti hanno dovuto spegnerla per motivi di sicurezza. Dappertutto campeggiavano striscioni con le scritte "Boicottate la merce cinese" e "Salvate il Tibet".
 
Così la fiaccola è stata chiusa in un autobus e trasportata allo stadio di Charlety. Al Municipio di Parigi, la fiaccola doveva passare dalle mani dell’ex nuotatrice Christine Caron a quelle del calciatore Pedro Pauleta.  Ma anche questa cerimonia è stata sospesa a casa delle proteste di alcuni consiglieri ecologisti che hanno appeso striscioni anti cinesi all’interno del palazzo.
 
Ora questo il tempestoso viaggio della fiaccola olimpica proseguirà negli Stati Uniti, ma non c’è da sperare che lì la situazione sia migliore. Tre esponenti di gruppi di protesta si sono arrampicati stamattina sul Golden Gate di San Francisco e hanno appeso la bandiera del Tibet. Nel frattempo, decine di manifestazioni di protesta sono già state organizzate.
 
Insomma, un cammino sempre più difficile. Accompagnato da proteste sempre più pesanti. Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio), dopo aver espresso preoccupazione per la situazione, ormai è definitivamente in allarme. E’ delle scorse ore l’annuncio di un’imminente riunione della commissione esecutiva, che entro fine settimana deciderà di un eventuale abbandono del percorso mondiale della fiaccola olimpica.
 
La Cina, però, ha tutte le intenzioni di mantenere il pugno duro. "Nessuna forza potrà fermare la fiaccola olimpica" ha dichiarato ieri Sun Weide, protavoce del Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino.
Sara Sottocornola
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