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Kathmandu. Negli hotel 5 stelle i bicchieri in vetro riciclato dell’Everest

Al termine dell’affollata stagione primaverile, le pendici dell’Everest sono state oggetto di impegnative campagne di pulizia sia sul versante nepalese che su quello cinese. Decine le tonnellate di spazzatura (e alcuni corpi) riportati a valle, con il proposito espresso dalle autorità di riciclare il materiale laddove possibile.

Un impegno che in Nepal è stato rispettato, in tempi anche piuttosto brevi. Tanto è vero che persino negli alberghi 5 stelle di Kathmandu sono già approdati bicchieri in vetro derivanti dalle bottiglie abbandonate dalle squadre di alpinisti impegnati nell’ascesa dell’Everest.

A darne notizia è il quotidiano pakistano The Express Tribune.

La conversione ecosostenibile del Nepal

Se negli hotel pentastellati i turisti bevono drink dai loro bicchieri in vetro verde, ignari della provenienza del materiale, nelle case dei nepalesi l’utilizzo di stoviglie riciclate sta diventando una scelta cosciente.

Un percorso – come è accaduto senza andare lontani anche in Italia con l’introduzione della raccolta differenziata – culturalmente complesso e lento, che parte da idonee campagne di sensibilizzazione della collettività da parte delle autorità. Gli oggetti in “materiale riciclato d’alta quota” spaziano dai bicchieri alle ciotole, fino alle lampade.

Il vetro rappresenta solo una delle materie riciclabili, accanto ad alluminio, plastica e ferro.

“Abbiamo ricevuto un mix di materiale proveniente dall’Everest”, ha dichiarato Nabin Bikash Maharjan, referente dell’organizzazione locale di riciclaggio Blue Waste to Value (BW2V). “Gran parte può essere riciclato e ci impegneremo per ridargli valore”.

Non solo vetro

Il materiale giunto alla BW2V deriva dalle 6 settimane di campagna di rimozione dei rifiuti avviata in primavera sul versante nepalese da una squadra di 14 alpinisti. A valle sono state riportate in totale 10 tonnellate di spazzatura.

Una prima selezione del materiale riciclabile è stata già effettuata prima del trasporto a Kathmandu. Qui si è proseguito con una selezione manuale, così da indirizzare al giusto stabilimento le “materie prime” da rinnovare. Il ferro è stato inviato alle fabbriche che producono barre, le lattine di alluminio ad artigiani specializzati nella produzione di utensili e le bottiglie di vetro a fabbriche in grado di riconvertire il materiale in stoviglie.

Vere e proprie industrie del design, in grado di convertire in prodotti di valore del materiale di scarto. “La spazzatura è considerata un taboo nella nostra società, pertanto quando I client vedono questi oggetti si perdono in un ‘wow’”, ha spiegato Ujen Wangmo Lepcha della Moware Designs, impegnata nella conversione della gomma in infissi.

Una scelta consapevole

Seguendo quella che potremmo definire la moda della sostenibilità, gli alberghi di lusso scelgono con consapevolezza di utilizzare tali materiali, così da diventare sempre più ecosostenibili.

Un principio che si sta espandendo in tutto il Nepal, e che ha portato anche all’istituzione del divieto di introduzione di plastica monouso a partire da gennaio 2020 in tutta la regione dell’Everest.

“Non è solo positivo per noi e per l’ambiente”, ha dichiarato Aanchal Malla dello Yak & Yeti, 5 stelle di Kathmandu. “Ma è anche un incoraggiamento per tutti di provare a muoverci in una direzione che possa rendere il Pianeta un posto migliore”.

Collaborare a più livelli per ripulire la montagna

Parte del materiale recuperato sulle pendici dell’Everest viene anche immagazzinato in una struttura costruita a Syangboche, a 3.800 metri di quota, chiamata Sagarmatha Next. Qui, oltre al processamento di parte dei rifiuti, verranno attivate delle collaborazioni con artisti e innovatori. A loro sarà richiesto di dare nuova forma in maniera ingegnosa ai materiali di recupero. Si verrà così a creare un nuovo mercato di prodotti “made on Everest”.

Con il crescere del turismo d’alta quota il problema dell’abbandono della spazzatura sulle pendici del Tetto del Mondo si stima che possa ulteriormente peggiorare. Il problema primario, che precede quello del riciclaggio, risulta essere quello del trasporto dei materiali ai centri di riciclaggio. Come soluzione la Community NGO Sagarmatha Pollution Control Committee, insieme alla BW2V e altre agenzie, ha di recente lanciato una campagna di trasporto rivolta direttamente agli alpinisti. Su 50.000 trekker e guide che salgono annualmente sull’Everest, pochi raggiungono la vetta ma tutti o quasi transitino per il campo base. Pertanto si invita ciascun “ospite” a portare con sè a Lukla o Kathamndu 1 chilo di rifiuti.

“Per vedere dei risultati concreti serviranno anni e non basterà puntare solo sul riciclaggio”, ha concluso Ang Dorje Sherpa della Community NGO Sagarmatha Pollution Control Committee.

“Dobbiamo minimizzare in primo luogo la produzione di rifiuti a monte. Inoltre bisogna rendere i responsabili di tale inquinamento aperti a collaborare per mantenere pulita la montagna”.

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