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Jovanotti: “Ambientalismo più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!”

Se con una stretta di mano a Plan de Corones Jovanotti è riuscito a “fare pace” con Reinhold Messner, lo scontro con il mondo dell’ambientalismo resta aperto. Anzi, i toni sembrano decisamente essersi scaldati.

Superato lo scoglio del portare la sua musica a quota 2.275 m, sul Jova Beach Party (JBP) sono piovute nuove accuse da parte degli attivisti. L’ultima, quella di portare al disorientamento dei fenicotteri sulla spiaggia di Lido degli Estensi (FE), ha scatenato un’aspra reazione sui social da parte del cantautore romano.

Ambientalismo più inquinato di uno scarico fognario

“Quando abbiamo iniziato a progettare JBP la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il WWF per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza – dichiara Jovanotti sulla sua pagina Facebook in un lungo post di sfogo, in cui sottolinea di aver scelto come riferimento il WWF “perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo”.

Una organizzazione che “ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori”.

Fatta tale premessa passa all’attacco nei confronti di quella fascia del mondo dell’associazionismo che appare piena “di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, ciarltroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking “ di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi!”.

Una affermazione così dura da poter rappresentare di per sé l’apice del discorso. Ma lo sfogo è solo all’inizio.

“Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il WWF sia garanzia di rispetto delle aree. Invece un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così”.

Accusa facendo nomi quali Lega ambiente e Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA). Due enti che a suo avviso mai avrebbero dovuto farsi trascinare in una simile trappola “tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere”.

Tante le accuse contro il JBP

“Hanno detto che abbiamo abbattutto alberi, strerminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone”.

Il Jova sintetizza così, con qualche errore di battitura come a tutti noi accade quando la rabbia prende il sopravvento, le molteplici accuse mosse contro la band. Chiarendo che fin da novembre 2018 è in corso un confronto continuo con il WWF, “e chiediamo a loro se le cose che girano in rete sono credibili e la riposta è sempre stata, dopo ogni verifica fatta, che non lo sono”.

L’unica criticità realmente accertata ha riguardato la spiaggia di Ladispoli, laddove difatti il concerto in programma è stato annullato e spostato sul lungomare di Cerveteri. In tutte le altre località, di mare e montagna, in cui sono state svolte le molteplici tappe del tour estivo, si è cercato di fare anzi una campagna informativa sui comportanti da adottare nell’immediato per ridurre il proprio impatto ambientale.

“Ci siamo presi cura di ogni aspetto legato alla tutela dell’ambiente investendo più delle risorse disponibili, e ci siamo sottratti alla spocchia pelosa di molti farabutti che dietro alla maschera dell’ambientalismo nascondono ansia di protagonismo quando non disonesta ricerca di incarichi ben pagati con denaro pubblico o donazioni di gente raggirata con false immagini a effetto, ripeto: false, taroccate, inventate, decontestualizzate, drammatizzate ad arte”.

L’attacco (o difesa) finale del Jova

Onestà e disonestà diventano i punti cardine dell’attacco (o difesa) finale del cantautore, che tiene a sottolineare come il Jova Beach party sia costantemente monitorato dalle autorità.

“Jova Beach Party parla di comportamenti da adottarecon l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale a centinaia di migliaia di persone intelligenti, aperte, evolute, e non lo fa via Twitter ma sul posto, e lo fa senza puntare il dito per darsi delle arie, lo fa senza infondere assurdi sensi di colpa a una generazione che deve trovare entusiasmo nell’idea di cambiamento e di progresso e non imbattersi in cupi pseudo amanti della natura buoni solo ad inquinare il web con le loro cazzate e anatemi”.

La disonestà sta invece nel mondo dell’ecologia, quella scienza che se trasformata “in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare”.

Le reazioni del mondo ambientalista

Parole dure che hanno scatenato le reazioni dei diretti interessati. “Quello che hai scritto nei confronti delle associazioni ambientaliste contrarie al tuo tour è di un’arroganza inaudita. Un abuso del tuo potere comunicativo.  Un vero professionista anche se ha ragione non si sfoga pubblicamente in questo modo. Hai usato un linguaggio pesantissimo lanciando accuse gravissime. Purtroppo lasciatelo dire, ti sei fatto prendere da un delirio d’onnipotenza, accusa Paolo Piacentini, Presidente Federtrek.

“Le Associazioni di Protezione Ambientale sono DISINTERESSATE, fanno VOLONTARIATO, nel più dei casi SI AUTOFINANZIANO E CI RIMETTONO SOLDI DI TASCA PROPRIA. Cherubini-Jovanotti invece è interessato, e molto, dato che il biglietto per il suo evento lo fa pagare, per stare in piedi, 59,80 euro (non si scrive 60: i supermercati e il consumismo insegnano) – fa eco Giovanni Damiani, Presidente dell’associazione G.U.F.I (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane) e consigliere nazionale di Italia Nostra.

Aggiungendo poi un chiarimento in merito al paragone fognario con Nuova DelhiLe comunico che la composizione chimica della fogna di Nuova Delhi è simile a quella di qualsiasi altra città di grandi dimensioni. La nostra Milano fino al 1998 non aveva alcun depuratore e immetteva direttamente nel Lambro affluente del Po. Ma anche New York ha una fogna notevole, che immette con tubazione nel fondo dell’oceano. Quindi l’aver preso ad esempio Nuova Delhi denota un retropensiero snobbistico e razzista: gli indiani arretrati insozzano l’ambiente mentre l’occidente cherubiniano è civile ed evoluto ma… non è così”.

“Non abbiamo criticato il Jova Beach Party, noi abbiamo fatto rilievi puntuali su tre tappe: quella in provincia di Ferrara, sulla tappa di Policoro in Basilicata e di Roccella Jonica in Calabria, nella prima c’era un problema sulla presenza del fratino, sulle altre due di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta. Così come si è trovata un’altra soluzione a Ladispoli, si poteva trovare un’altra localizzazione anche in queste altre località”, ha riferito al quotidiano Repubblica il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.

“Jovanotti ha diritto di chiamare in causa chi crede ma è anche vero che se uno pensa di fare dei concerti, che per fortuna sua sono così affollati, in un’ecosistema fragile non può aspettarsi che stiamo lì a guardare – ha aggiunto Carla Rocchi, presidente dell’EnpaLui fa giustamente la sua iniziativa, noi facciamo le nostre osservazioni. Mi domando se il diritto di critica è abolito? Tutti sono criticabili e quindi anche lui, nessuno casca nelle trappole. Lui ci ha criticati, io ho diritto di criticare lui“.

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