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Monte Bianco. Alpinista sale con un vogatore e lo abbandona a 4000 metri

Imprese in quota a scopo benefico. Si tratta ormai di iniziative che si moltiplicano mese dopo mese, ognuna caratterizzata da un pizzico di fantasia che la renda unica. A volte un po’ troppo. È il caso di un ex membro dei Royal marines britannici che la scorsa settimana ha deciso di portare sul Monte Bianco il suo vogatore.

L’attrezzo utilizzato generalmente per l’allenamento cardio, si è però rivelato troppo pesante. 26 chili a quota 4.000 si fanno sentire, e così l’ex militare Matthew Disney ha deciso di abbandonarlo al bivacco capanna Vallot (4.362 m), ai piedi della dorsale dei Boss. La struttura è di pertinenza del Comune francese di Saint-Gervais-les-Bains, il cui sindaco non ha di certo espresso gioia nei confronti della scelta del fantasioso alpinista.

Una lettera polemica al Presidente Macron

Pur comprendendo lo scopo benefico dell’iniziativa, progettata a supporto di due associazioni di militari, il sindaco Jean-Marc Peillex ha scritto direttamente al Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. La sua richiesta è di introdurre un regolamento che consenta di sanzionare in maniera severa ogni stravaganza in voga sul Monte Bianco, e riportare così la pace sulla montagna.

“So che ha del coraggio, sta a lei decidere”, si legge nella lettera inviata al Presidente.

Il costo del trasporto a valle dell’attrezzo ammonterebbe a circa 1.800 euro. La fattura, come dichiarato da Peillex, sarà inviata direttamente all’ambasciata britannica.

Perché un vogatore in cima al Monte Bianco?

Una domanda che sorge spontanea è cosa avesse intenzione di fare Disney con un vogatore in vetta al Bianco. Semplice: fare un po’ di allenamento. Una impresa che gli è già riuscita su tre vette britanniche. Niente a che vedere però con i 4.810 m del Monte Bianco.

L’attrezzo si è rivelato alla fine un semplice peso e l’impresa caridio in alta quota è diventata una prova di resistenza fisica. Un caso che ricorda il trasporto a spalla fino in vetta al Kilimangiaro di una lavatrice da parte di Enda O’Doherty, insegnante irlandese di geografia. Anche in quell’estate 2017 la finalità di una simile stravagante iniziativa era di carattere benefico.

La lunga lotta del sindaco Peillex contro le stravaganze

La lettera inviata dal sindaco di Saint-Gervais al Presidente francese Macron è solo l’ultima delle sue battaglie, condotte da anni per combattere eccessi e stravaganze sul Monte Bianco. È grazie alla tenacia di Peillex se è stato introdotto l’obbligo di prenotazione in rifugio per poter raggiungere la vetta attraverso la via normale francese del Gouter, così da limitare i problemi di sovraffollamento.

Sempre lui ad aver dovuto affrontare, esattamente un anno fa, il gruppo di alpinisti lettoni incamminatosi verso la cima del Bianco con un pennone di 5 metri che avrebbe dovuto sorreggere una bandiera di 10 m, per festeggiare i 100 anni dell’indipendenza della Lettonia. La particolare iniziativa era stata bloccata su richiesta del sindaco a 3.200 m dalla gendarmeria e il materiale posto sotto sequestro.

Un uomo che denota grande pazienza Jean-Marc. Basti pensare che nella stessa giornata in cui Disney portava il suo vogatore in cima, un alpinista tedesco poneva a rischio la vita di un cane San Bernardo. L’animale sarebbe stato condotto in cima e, forse perché restio a scendere, abbandonato in quota. Sarebbe disceso da solo all’indomani verso il rifugio Tête Rousse, con le zampe insanguinate.

Il video di Matthew Disney con il vogatore al Tête Rousse

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