Trail running

Tor des Géants come ci si prepara?

Vive a Gallarate, in un luogo di pianura dove il la salita si incontra solo alzando lo sguardo verso l’orizzonte a incontrare l’inconfondibile skyline delle Alpi. Ma nonostante questo Scilla Tonetti, runner classe 1975, ne ha di dislivello nelle gambe. Ha infatti portato a termine, per ben 5 volte, il Tor des Géants riuscendo a guadagnarsi piazzamenti di tutto rispetto. Nel 2013 è arrivata terza mentre nella passata stagione abbiamo potuto vederla gioire sul secondo gradino del podio. Scilla sa bene cosa significa correre gli oltre 300 chilometri del Tor des Géants, ma soprattutto come ci si prepara per una prestazione del genere.

 

Scilla, cos’è il Tor des Géants per un’atleta?

“È una gara molto particolare, dura tanto e ci sono tante variabili che c’è poco da calcolare e programmare prima.

Ho scoperto il Tor attraverso alcuni filmanti, mi è subito piaciuta come competizione così mi sono detta ‘ci provo’. Avevo ottenuto un buon risultato poi, com’è normale quando partecipi a una gara, ogni anno senti sempre più la pressione perché vuoi fare meglio dell’anno prima. Una tensione che si dissolve quando parto e mi rendo conto che andrà come andrà. Io ci metto tanto del mio, ovviamente, ma la variabili sono davvero molte. Ci sono i giorni di corsa, la meteo, gli eventuali problemi muscolari, tutte cose non prevedibili.”

Durante l’anno partecipi solo al Tor o anche ad altre gare?

“Anche altre. Fino a maggio faccio gare più corte a livello chilometrico, poi verso maggio inizio ad aumentare il chilometraggio su tracciati dai 50 chilometri in su. Serve per iniziare ad accumulare chilometri di allenamento. In più, per me che arrivo dalla pianura, le altre competizioni sono un buon modo per are dislivello.”

Oltre alle competizioni come ti alleni per il Tor?

“Non essendo un’atleta professionista mi devo ritagliare il tempo per gli allenamenti. Durante la settimana, lavorando, ho poco tempo. Riesco però a prendermi un’ora nella pausa pranzo ed eventualmente anche la mattina, prima di attaccare. Vario molto nel tipo di allenamento, nel senso che non corro tutti i giorni ma alterno corsa, bicicletta, nuoto, yoga. Mi piace cambiare tenendo sempre presente che il sabato e la domenica, quando ho tutta la giornata libera, vado in cerca di montagne su cui fare allenamenti lunghi (anche di 12 ore) e accumulare dislivello.”

A livello psicologico invece?

“Dal punto di vista mentale credo di essere abbastanza portata perché, fin dall’inizio, non ho mai avuto problemi di testa. È ovvio che durante una gara così lunga ci siano dei momenti di crisi sia fisiche sia mentali. Non mi hanno però mai messo paura perché sono convinta che come vengono, passano.

Penso che sia sufficiente essere coscienti di essere nel posto in cui si vuole essere e che ci si sta divertendo. È pur sempre una gara e richiede un grande impegno, ma per me che non sono una professionista rimane pur sempre un hobby che porta via un sacco di tempo e in cui bisogna essere pronti a tutto.”

Per quanto riguarda l’alimentazione segui dei regimi particolari?

“Io sono una buona forchetta, mangio tanto e di tutto. Di certo non devo farmi pregare per mangiare. (ride)

In gara utilizzo i classici integratori per l’acqua, in modo da idratarmi meglio, e null’altro. Rifocillarmi lo faccio nei ristori e alle basi vita. Mangio cose basilari: pasta o riso in bianco, patate bollite. Tendenzialmente quello che offre il punto. Fortunatamente non ho grossi problemi digestivi e nemmeno intolleranze.

Di certo in una gara ultra non mangerei quello che invece assumo al Tor, ma qui tutto è diverso. È una gara talmente stressante a livello mentale che ti appaga anche mangiare cose che in una gara classica nemmeno ti sogneresti come la pizza che mi portano gli amici.”

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Un commento

  1. Complimenti a parte, che sono sacrosanti, credo che la bravissima Scilla sia ben più di una buona forchetta e una cocciuta impiegata che si allena in pausa pranzo. Se partecipi a 5 Tor e vai due volte a podio sei una persona, oltre che portata, che ha alle spalle qualcosa di più strutturato che delle semplici partecipazioni a trail di varie distanze. Poi tutto è possibile per carità….

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