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32 milioni di euro per “salvare” il Monte Bianco

La Francia è pronta a stanziare 32 milioni di euro per salvare il Monte Bianco e il turismo montano. Un investimento cospicuo che si inserisce nel “plan climat haute montagne”, un programma quadriennale di misure volte a contrastare gli effetti che il cambiamento climatico sta determinando sul massiccio.

A darne l’annuncio è stato il sindaco di Chamonix Eric Fournier, che ha descritto in maniera dettagliata le 7 azioni inserite nel piano da attuare sul Monte Bianco, dove la temperatura media annuale è aumentata di 2 gradi a partire dagli anni ’30.

7 azioni per “salvare” il Monte Bianco

I problemi fondamentali da affrontare sul massiccio del Bianco in conseguenza dell’incremento termico sono due:

  • Riduzione della superficie dei ghiacciai
  • Crolli di roccia sempre più frequenti

Il piano di “salvataggio”, atto a garantire ai turisti la fruibilità dell’ambiente in sicurezza, si sviluppa in 7 azioni:

  1. messa in sicurezza dei sentieri di accesso ai rifugi, con modifica di alcuni tracciati e eventuale abbandono di quelli ormai diventati pericolosi a causa dell’instabilità dei versanti.
  2. Modifica delle aperture degli impianti di risalita, puntando sul favorire lo scialpinismo nella stagione primaverile.
  3. Monitoraggio e ammodernamento, ove necessario, dei rifugi, per evitare situazioni emergenziali quali l’esaurimento delle risorse idriche presso il rifugio des Cosmiques, verificatosi un anno fa.
  4. Spazio anche alla ricerca. Per il centro internazionale d’interpretazione dei ghiacciai e del clima verrà costruito un nuovo edificio ai piedi della Mer de glace, il ghiacciaio più esteso della Francia. Un sito fortemente provato dall’innalzamento termico.
  5. L’espace Mont-Blanc, iniziativa di cooperazione transfrontaliera che coinvolge i comuni a cavallo tra Savoia, Alta Savoia, Valle d’Aosta e Vallese, si impegnerà nell’adattamento del territorio ai cambiamenti climatici per un totale di 1,3 milioni di euro, già sbloccati 2 anni fa.
  6. Attenzione ai giovani! Sono previsti aiuti per le future aspiranti guide alpine.

Sempre più crolli sul Monte Bianco

Che il Monte Bianco stia subendo in maniera intensa gli effetti dell’innalzamento termico è un dato acclarato. Numerose sono infatti le notizie, ormai quasi quotidiane, di crolli delle pareti rocciose.

Lo scorso 9 agosto vi avevamo mostrato lo sconvolgente video della frana sulla Tour Ronde, lungo la via normale nel Massiccio del Monte Bianco. In contemporanea con un secondo evento franoso verificatosi sul versante francese, sulla Brèche Puiseux, che ha determinato la chiusura del bivacco delle Périades (3.455 m).

Solo qualche giorno prima, in concomitanza con l’ondata di caldo che ha investito le Alpi a fine luglio, portando lo zero termico a quota 4.800 m, sul versante francese erano stati segnalati i crolli di diversi seracchi sulla parete nord del Mont Blanc du Tacul. Eventi che hanno spazzato via la traccia della normale, itinerario della via dei Trois Monts per la vetta del Monte Bianco. Criticità sono state segnalate nelle scorse settimane dall’Association suisse des risques naturels anche nei settori Brouillard, Freney, Grand Pilier d’Angle e Canzio.

Una problematica dunque diffusa lungo l’intero massiccio quella dell’instabilità dei versanti, che richiede da parte degli alpinisti più prudenza del solito. In caso di dubbio, il consiglio delle guide alpine che sentiamo ormai ripetere in maniera costante, è di rinunciare.

La causa dei crolli

Le alte temperature che interessano l’arco alpino dal mese di giugno stanno intaccando il permafrost. Condizione che determina un incremento in fragilità delle pareti, rese molto secche dallo stress termico degli scorsi mesi.

Come spiegato dalla Fondazione Montagna Sicura in merito al crollo sulla Tour Ronde, aree caratterizzate da una ingente quantità di roccia semi-detritica, i cui blocchi sono trattenuti generalmente in sede nei periodi freddi dalla neve, in condizioni termiche come quelle attuali in cui la neve si scioglie vanno incontro a distacchi. Le porzioni rocciose interessate possono essere abbastanza cospicue da determinare il verificarsi di scariche di dimensioni medie o anche grandi.

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Un commento

  1. Mi è oscuro come, escluso il punto 4, i 5 punti restanti possano contrastare e salvare il Monte Bianco dall’incremento termico. E’ risaputo che aiutare le future aspiranti guide alpine è un valido antidoto al cambiamento climatico

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