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Pesticidi e erbicidi rilevati anche nei ghiacciai himalayani

I pesticidi non vanno incontro a fenomeni di accumulo soltanto sui ghiacciai delle Alpi ma anche lungo la catena himalayana.

Questa l’allarmante conclusione cui è giunto uno studio condotto in Himalaya dall’Accademia Cinese delle Scienze e recentemente pubblicato sul Journal of Geophysical Research. Un gruppo di ricercatori, coordinati dal geochimico Xiaoping Wang, ha analizzato gli inquinanti che lo scioglimento dei ghiacciai sta rilasciando nelle acque dei torrenti. Sostanze che si sono accumulate per decenni nelle nevi perenni, tra cui compaiono pesticidi e erbicidi. Il loro trasporto attraverso le acque di scioglimento fino ai corsi d’acqua determina un effetto domino: gli inquinanti si accumulano nel corpo dei pesci che finiscono poi sulle tavole delle popolazioni locali. La tossicità di tali prodotti si trasferisce dunque dal ghiacciaio all’essere umano.

Il primato negativo dei ghiacciai himalayani

Un dato particolarmente di rilievo è che la quantità di inquinanti campionati nei ghiacciai himalayani superi quella rilevata in altre zone del mondo. Questo a causa della loro posizione geografica. La catena himalayana si sviluppa infatti nelle vicinanze di aree densamente popolante dell’Asia meridionale, note per essere tra le regioni più inquinate al mondo. Un angolo di paradiso in cui mancano regole atte a limitare l’utilizzo di sostanze inquinanti, come fortunatamente inizia invece a verificarsi nel mondo occidentale.

Come i pesticidi arrivano sui ghiacciai

Che gli inquinanti in grado di spostarsi per via area possano restare intrappolati nel ghiaccio è un dato ben noto al mondo scientifico. Il fenomeno si verifica sui ghiacciai come nelle calotte polari dell’Artico e dell’Antartico. Una dinamica che pare assurda, in considerazione dell’assenza di significative fonti di inquinamento nelle zone polari. Purtroppo la realtà è che gli inquinanti aerei possano spostarsi per migliaia di chilometri prima di venire immagazzinati nel ghiaccio.

Basti pensare, come dimostrato dall’Università di Milano-Bicocca attraverso uno studio condotto la scorsa primavera, che i pesticidi rilevabili nei torrenti glaciali alpini arrivino dalla lontana Pianura Padana. Un viaggio che li porta a distanze e quote impensabili, dove si accumulano restando inerti nel ghiaccio fintanto che il riscaldamento globale non inizia a esplicare i suoi effetti.

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