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Milano-Cortina 2026. Lara Magoni: “Lo spirito olimpico abbraccia ogni diversità”

Ha partecipato a tre Giochi Olimpici e a cinque campionati del mondo. Per tre mandati è stata eletta al Comitato Olimpico e alla Federazione Sport Invernali. A chiusura di questo percorso, Lara Magoni è entrata in politica e, dopo cinque anni come consigliere regionale in Lombardia, è stata chiamata a ricoprire il ruolo di assessore al Turismo. Intanto, per l’Italia, nasceva un’opportunità unica: la candidatura di Milano-Cortina ai Giochi olimpici invernali del 2026.

Come ha vissuto il momento della proclamazione?

“Mi sono presentata alla cerimonia vestita con il tricolore: volevo trasmettere a tutti i partecipanti l’amore che provo per il mio Paese e per il nostro inno nazionale. Siamo davvero tutti molto felici di questa opportunità. Durante la proclamazione mi sono emozionata quando ho sentito parlare le nostre atlete azzurre bergamasche, Sofia Goggia e Michela Moioli: hanno dato un quid in più alla presentazione, la loro gioia era evidente e sono state importanti per la vittoria finale. Ho vissuto le ore 18 del 24 giugno come un evento che mi apparteneva come sportiva, avendo aperto tre cancelli delle Olimpiadi invernali: 5, 4, 3, 2, 1, via! Poi mi sono fermata e ho compreso che questa volta mi trovavo dentro questa avventura sportiva in qualità di assessore, e ho capito l’importanza della promozione del nostro territorio”.

State già pensando a dei progetti per la valorizzazione del territorio montano lombardo?

“Il mio progetto Olimpico si chiama Via Olimpica e prevede un percorso turistico che inizierà da subito, per promuovere sin da oggi il nostro territorio. Ho pensato a un progetto che crei una rete con le istituzioni locali: partirà dai tre aeroporti della Regione e continuerà attraverso i siti Unesco, che in Lombardia sono undici. Legherò questo tragitto anche ai luoghi del Fai e a itinerari eno-gastronomici.
Un sogno personale, per le mie montagne, è di nominare le Prealpi Bergamasche ‘Prealpi Olimpiche’, come elogio alle campionesse olimpiche di Bergamo: tre donne, tre medaglie d’oro”.

Che cosa significa partecipare a una competizione olimpica?

“La prima Olimpiade che vissi ad Albertville nel 1992 mi fece comprendere che cosa fossero i Giochi: un abbraccio con il mondo intero. Anche se stiamo parlando di 27 anni fa, ricordo tutto perfettamente: vidi, per la prima volta, un atleta di colore sugli sci, che fece la Storia: era Lamine Guèye, primo sciatore dell’Africa sub-sahariana nella storia dei Giochi Olimpici invernali. È un ricordo emozionante che porto con me. Avevo capito che lo spirito Olimpico abbraccia ogni diversità. Credo che sia un messaggio molto attuale anche oggi: i cinque cerchi olimpici, i cinque continenti, legati uno con l’altro. Cosa significa? Che lo sport abbatte qualsiasi tipo di ostacolo. Sono orgogliosa perché questa volta sarà l’Italia ad abbracciare il mondo”.

La sostenibilità è stata al centro della candidatura italiana. La promessa è che le olimpiadi lombardo-venete del 2026 siano “i Giochi invernali più sostenibili e memorabili di sempre”. Come intendete rispettare questa promessa, in particolare pensando agli impianti e alle infrastrutture che saranno necessarie per l’evento?

“Non è una questione che dipende direttamente da me, ma posso dire che con sostenibilità si intende il riutilizzo di infrastrutture e impianti già esistenti, senza intaccare l’ambiente”.

Un suo suggerimento alle nuove leve sportive per prepararsi a Milano-Cortina 2026?

“Di credere sempre nei propri sogni perché, quando li poniamo come obbiettivi, sono raggiungibili”.

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