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5 giugno 2019. Una Giornata Mondiale dell’Ambiente contro l’inquinamento atmosferico

Il 5 giugno è annualmente una data speciale per il mondo e soprattutto per i suoi abitanti: la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

Come ogni anno la celebrazione, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972, durante la prima Conferenza delle Nazioni Unite sul tema dell’ambiente di Stoccolma, si svolge con l’obiettivo primario di sensibilizzare la collettività su un tema ambientale di portata globale, che quest’anno è rappresentato dalla lotta all’inquinamento atmosferico.

Lo slogan di oggi è #BeatAirPollution, una “chiamata alle armi” contro un nemico da noi stessi generato, un killer invisibile che sta avvelenando il Pianeta e le risorse che quotidianamente utilizziamo per sopravvivere, poiché gli inquinanti dell’aria, come abbiamo di recente visto sui ghiacciai alpini, non restano inerti in quota ma ricadono a terra, contaminando suolo e acque per entrare di fatto nella catena alimentare.

Nel 2018 tema della Giornata dell’ambiente era stato l’inquinamento da plastica, altro materiale ritrovato di recente nei ghiacci perenni.

Quest’anno la ricorrenza è ospitata dalla città di Hangzhou, in Cina. Una scelta non casuale, visto che parliamo di uno dei Paesi divenuti simbolo del problema globale delle emissioni nocive, impegnato al momento nel promuovere iniziative verdi per invertire la rotta. La metà dei veicoli in circolazione sul territorio cinese risulta essere a motore elettrico e di produzione cinese è circa il 99% degli autobus a emissione 0 che troviamo in giro per il mondo.

Joyce Msuya, vicedirettore dell’UNEP, ha dichiarato che la Cina ha dimostrato una eccezionale “leadership nell’affrontare l’inquinamento atmosferico. Adesso può sollecitare un’azione più ampia da parte del mondo intero. L’inquinamento atmosferico è un’emergenza globale che colpisce tutti. La Cina ora guiderà la spinta e stimolerà l’azione globale per salvare milioni di vite”.

Passando a dettagli più scientifici e dati più eclatanti, resi noti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno sono circa 7 milioni i decessi causati da una esposizione all’aria inquinata, intendendo con tale termine non solo l’aria respirata outdoor ma anche indoor.

Del totale, circa 2,2 sono morti causate da ictus, 2 milioni circa da problemi cardiaci, 1,7 milioni da malattie polmonari e tumori.

Circa la metà dei casi è legata all’inquinamento in ambiente domestico, dovuto alle emissioni dei combustibili utilizzati per il riscaldamento e la cottura dei cibi. Un dato allarmante che porta il problema dello smog a intrecciarsi con quello della povertà in crescita in varie aree del Pianeta. La maggior parte dei decessi di tale tipologia avviene infatti nei Paesi in via di sviluppo, dove la densità di popolazione è maggiore e gli spazi in cui si vive in maniera estremamente affollata, sono ristretti e mal ventilati. Ambienti in cui si utilizzano come combustibili legname, carbone, letame, scarti agricoli e cherosene. Si stima che 4 vittime su 7 abitino nelle regioni dell’Asia-Pacifico.

L’OMS, che ha di recente dichiarato che a livello mondiale 9 persone su 10 vivano in luoghi che non rispettano gli standard di sicurezza sull’inquinamento atmosferico, ha voluto porre l’accento durante questo 5 giugno 2019 non solo sul problema “ambientale” rappresentato dallo smog e dal suo impatto sulla salute, ma anche sulla disuguaglianza sociale, che rappresenta un aggravante del fenomeno.

Il 97% delle città con oltre 100 mila abitanti dei Paesi a basso e medio reddito non rispetta infatti i requisiti base sulla pulizia dell’aria. Percentuale che scende al 49% nei Paesi industrializzati.

Un dato positivo? L’inquinamento atmosferico è “attaccabile”, o meglio prevenibile. Si tratta di un problema affrontabile in squadra, con l’impegno del singolo a migliorare e correggere alcuni comportamenti errati, e dei politici a compiere scelte oculate.

Allo scopo di mobilitare cittadini e istituzioni ad agire per proteggere la salute collettiva è stata lanciata una campagna dal titolo “Breathe Life”, supportata dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e dall’OMS.

 

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