News

Alaska. Le immagini satellitari del drammatico arretramento del ghiacciaio Excelsior

L’arretramento dei ghiacciai in conseguenza del global warming è ormai un argomento di cui torniamo a parlare sempre più spesso. Dalle Alpi ai ghiacci artici siamo ormai coscienti di trovarci di fronte a un fenomeno irreversibile, semmai rallentabile attraverso l’impegno del singolo individuo così come dei governi.

Ciò che forse risulta più difficile è il definire mentalmente quanto i ghiacciai stiano arretrando. Leggiamo percentuali e cifre indicate dagli scienziati ma di certo la via più semplice per costruirci una immagine della portata del “danno” che nel corso dei secoli abbiamo arrecato al Pianeta sono le immagini satellitari.

Le tre foto che vi mostriamo sono state scattate dai satelliti Landsat della NASA/U.S. Geological Survey sul Big Johnstone Lake in Alaska tra il 1994 e il 2018, uno specchio d’acqua limitrofo al ghiacciaio Excelsior e mostrano inequivocabilmente la vera e propria mutazione cui stanno andando incontro i due ambienti.

Il lago è raddoppiato in dimensione in questi 24 anni, di contro al ghiacciaio che è arretrato di  200 metri l’anno, per un totale di 4,7 chilometri.

La freccia rossa indica il limite registrato nel 1994, la gialla quello registrato nel 2018. I punti A e B rappresentano invece il versante sud e nord-ovest del tributario orientale del ghiacciaio.

I dati di arretramento del ghiacciaio e di ingrossamento del lago sono stati diffusi di recente sul sito dell’American Geophysical Union (AGU) dal glaciologo Mauri Pelto del Nichols College del Massachusetts.

Settanta anni fa il ghiacciaio si estendeva fino alla striscia di terra che oggi divide il lago dall’Oceano Pacifico. Dagli anni ’50 è arretrato di 2 chilometri da questa striscia boscata, generando appunto il Big Johnstone Lake che oggi, per effetto dello scioglimento dei ghiacci, è grande quanto 5 volte Central Park a New York.

Nel 1994 il ghiacciaio aveva una estensione di 21 chilometri e ha subito un arretramento di 5,5 chilometri dal margine sud del lago. Appena a sud del punto indicato come A nelle immagini c’è un lago arginato chiamato Excelsior Lake. È evidente che tra il 2001 e il 2011 il ghiacciaio sia arretrato oltre il margine dell’Excelsior Lake. Nel 2013 l’arretramento ha raggiunto il punto di giunzione tra i due principali tributari (tra i punti A e B), che ad oggi sono totalmente separati.

Il limite delle nevi perenni è a 900 metri e circa l’80% del ghiacciaio cade al di sotto. Considerando che un ghiacciaio in Alaska abbia necessità che almeno il 60% della sua massa sia al di sopra di tale limite, ci rendiamo conto che si è ben lontani da una situazione di equilibrio.

La velocità di arretramento del ghiacciaio risulta in sintesi raddoppiata tra il 1941 e il 1994, portando così a una perdita del 30% in estensione dei ghiacci nei soli ultimi 24 anni.

Nello stesso tempo il Big Johnstone Lake ha raddoppiato le sue dimensioni passando da 9 a 18 chilometri quadrati e la sua superficie ha iniziato a coprirsi di lastre che si staccano dal limitare del ghiacciaio. Nel corso di questi anni di monitoraggio, queste zattere di ghiaccio si vedevano flottare, come spiega Pelto, come giochini da bagno in una vasca, sovradimensionati. Oggi non è più così.

Nel 2018 per la prima volta il lago è apparso privo di lastre galleggianti, un segnale del fatto che stia raggiungendo la sua massima estensione.

Ciò determinerà nel corso dei prossimi anni un rallentamento nel processo di arretramento del ghiacciaio, così come già accaduto in ghiacciai limitrofi come l’Ellswoth e il Pedersen. Il fenomeno, nonostante la riduzione in velocità, non verrà in ogni modo arrestato ma proseguirà in maniera irreversibile nei prossimi decenni.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close