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Scontro aereo sul Rutor, Paolo Comune: qui l’eliski è una vittima

“Quando è arrivata la chiamata di soccorso per uno scontro aereo tra un elicottero e un aeroplano abbiamo dato per scontato che le persone coinvolte non sarebbero state poche ci racconta Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino Valdostano, ricordando i primi istanti dell’incidente avvenuto lo scorso 25 gennaio sul ghiacciaio del Rutor. “Immediatamente, in accordo con il 118, abbiamo fatto decollare il nostro elicottero e chiesto aiuto a due elicotteri dal Piemonte. Quando poi il nostro è arrivato sul posto si è reso conto delle reali condizioni d’emergenza: una situazione grave con almeno quattro o cinque codici 4, persone decedute. In conseguenza di questo si è deciso di far rientrare uno dei due mezzi piemontesi per evitare di portare troppe persone in quota”. Il tramonto, ormai prossimo, avrebbe impedito di evacuare i soccorritori prima del buio. “Per questa ragione in un’ora abbiamo provveduto ad elitrasportare i due sopravvissuti e le cinque salme” spiega Paolo aggiungendo poi che non è stato possibile proseguire oltre a causa del sopraggiungere della notte “tant’è che tre dei nostri tecnici e un finanziere sono rimasti bloccati sul posto e han dovuto provvedere autonomamente alla discesa, a piedi. Il mattino successivo abbiamo poi ripreso le ricerca delle due persone ancora disperse”.

 

L’incidente, a poche decine di metri da terra, ha coinvolto un aereo francese decollato da Megéve che stava effettuando un volo di esercitazione con atterraggio sul ghiacciaio e un elicottero impegnato in un servizio di Eliski. Sentendo la parola Eliski alcune voci hanno pensato di risollevare l’ormai solita polemica contro questa pratica sciistica che prevede di raggiungere l’alta quota in elicottero prima di cimentarsi in adrenaliniche discese in neve fresca. Una polemica che in questo casi risulta come “una speculazione bella e buona, oltre a far innervosire” afferma Paolo Comune. Non è corretto incolpare l’eliski per l’accaduto. Gli elicotteri in volo sul territorio valdostano per questa pratica operano rispettando una legge regionale che prevede non solo la possibilità di praticarlo, ma anche specifiche zone di decollo, di atterraggio e specifiche rotte dell’elicottero. È tutto codificato, quindi utilizzare questo incidente per parlare di eliski è veramente poco corretto, in questo caso l’eliski è una vittima”. Dalle prime informazioni infatti si sa che l’elicottero stava rientrando da una gita ed era sul suo percorso. L’aereo invece non sarebbe dovuto essere lì.

Della stessa idea del direttore del Soccorso anche Daniele Pieiller, albergatore impegnato da molti anni impegnato in un tipo di turismo sostenibile in Valpelline oltre che in un battaglia contro l’Eliski, che sul suo profilo Facebook scrive “Vi prego però di non utilizzare questa grave tragedia per iniziare uno scontro tra chi è a favore dell’eliski e chi è contrario. Questo è un incidente che non deve e non può essere strumentalizzato da chi non vuole l’eliski. Prego chi è contrario a questa pratica di utilizzare altri argomenti. Le motivazioni di questo appello, ci ha spiegato, sono legate al fatto che “è controproducente per chi non vuole l’eliski affermare che sia una pratica più pericolosa di altre che si svolgono in montagna. Per argomentare contro l’uso di elicotteri per andare a sciare credo sia può opportuno e corretto utilizzare altri argomenti. Non è giusto strumentalizzare questa tragedia per argomentare contro la pratica dell’eliski, ci sono mille altri modi per farlo”.

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