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Dai boschi distrutti del Friuli arriva il pane di corteccia

Stefano Basello è uno chef di Udine, patron del ristorante “Il Fogolar”, che ha avuto un’intuizione geniale per far rivivere i boschi distrutti dal maltempo dello scorso ottobre nella zona della Carnia e Sappada.

Creare a partire dalla corteccia di abete delle pagnotte di pane.

Un’idea che ha preso forma grazie al supporto di suo padre, della brigata di cucina e soprattutto al permesso del Sindaco di Sappadae delle Guardie Forestali, a seguito del quale è stato possibile recuperare la corteccia degli abeti bianchi e rossi.

Il materiale grezzo di partenza è stato sottoposto ad un processo per estrarne le componenti commestibili e ricavare una farina da utilizzare per produrre del pane buono sia in termini qualitativi sia in termini ambientali.

Un prodotto che diventa metafora di rinascita, un po’ come la torta per la rinascita delle Dolomiti di Iginio Massari di cui avevamo parlato qualche settimana fa.

Il pane di  Stefano è una novità, una produzione insolita, ma in realtà affonda le radici nella tradizione. Un tempo i contadini utilizzavano le cortecce e le radici per sfamarsi in tempo di carestia, conoscendone il grande valore nutritivo.

La farina “di bosco” viene impiegata giornalmente al Fogolar per produrre il pane fatto con lievito madre che viene portato in tavola, aggiungendola al 20% alla farina classica di grano, così da arricchire il prodotto soprattutto a livello olfattivo.

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