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Record sull’Ama Dablam: quando si dimentica la storia

Ha raccontato di aver realizzato una salita record all’Ama Dablam (6812 m) con un tempo di 18 ore da campo base alla vetta, senza soste. Stiamo parlando del 29enne appenninico Francesco De Michelis che, dopo questa buona realizzazione, avrebbe dichiarato: “Sinceramente non m’importa del record del mondo: qualsiasi alpinista potrebbe andare domani e batterlo, io potrei andare dopodomani e riprendermelo”. Peccato però che questo record non sia mai stato suo. Se infatti torniamo indietro di qualche anno, i grandi appassionati ricorderanno sicuramente di un giovane piemontese che sul suo blog, tra le citazioni di Hermann Hesse (Scusaci Cala), raccontava la sua ascesa in velocità all’Ama Dablam. “Per arrivare dal campo base in cima ho impiegato 13 ore 40 minuti scrive Cala Cimenti. “Pensavo di mettercene meno, ma la via l’ho trovata più impegnativa del previsto e non tutte le corde fisse erano utilizzabili […] Sono partito alle 00:35 del 2 giugno, sono arrivato in cima alle 14:15 e sono rientrato al campo base alle 3:30 del 3 giugno”.

Prima del nostro snowleopard però, è stato Silvio Gnaro Mondinelli a realizzare questa salita in velocità, infatti, già nel 2000, toccava la vetta dell’Ama Dablam in un tempo record (per davvero questa volta) di circa dieci ore da campo base. Con lui si trovava il trentino Diego Giovannini.

Tutte le salite citate sono state effettuate lungo la cresta Sud-Ovest, via normale alla montagna. Tante persone ogni anno percorrono questa via sul Cervino dell’Himalaya e almeno tre persone hanno realizzato questa salita “dal campo base alla vetta senza fermarsi mai”. Chissà però quanti Sherpa, dal motore incredibile, sarebbero in grado di farlo e magari l’han fatto. Percorrere i circa 2500 metri di dislivello dal campo base alla vetta della montagna non è certamente un’impresa che merita pagine e pagine di racconto. Stiamo parlando di una cima ai margini della catena himalayana utilizzata da molti alpinisti come allenamento e preparazione per qualcosa di più interessante. Per questo si trovano poche informazioni sulle sue salite da “record”.

Cala Cimenti in vetta all’Ama Dablam, dopo 13h40′ di scalata dal campo base. Foto Cala Cimenti

Facciamo mea culpa e chiediamo scusa agli appassionati per aver dato una notizia errata, senza prima approfondire le dichiarazioni di De Michelis. Chiediamo inoltre al giovane appenninico, per onestà intellettuale, di rettificare la sua dichiarazione. Siamo certi della sua buona fede e del fatto che questo errore derivi da una non conoscenza della storia dell’alpinismo.

Quando si va in montagna non basta un grande motore, bisogna anche sapere dove si sta andando. È necessario conoscere la storia dei luoghi, la loro sacralità, i successi e i fallimenti degli uomini che prima di noi hanno calcato quelle nevi. Solo così si può dare il giusto valore a una salita alpinistica, solo così ci si ricorda l’umiltà richiesta dall’ascendere.

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Un commento

  1. Quando ho letto la notizia, ho pensato fosse un pesce d’aprile, pur non essendo il periodo! Oppure un errore di battitura: 18 ore, anziché 8!!! Io mi ricordavo benissimo del record di Gnaro con Giovannini, e anche l’ottima prestazione di Cala! Trent’anni di lettura e documentazione di cronache alpinistiche e buona memoria danno vita alla CULTURA GENERALE! Signor De Michelis va be’ che sei giovane ma almeno informati!!!

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