Alpinismo

Bianco, Gran Paradiso, Cervino e Rosa in soli sei giorni per Genís Zapater

Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino e Monte Rosa, 4 tra le vette più emblematiche delle Alpi in soli 6 giorni. È stato questo il progetto, battezzato “Chaining Dream Peaks“, portato a termine dalla guida alpina spagnola Genís Zapater.

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© Genís Zapater / Chaining Dream Peaks

La sfida è partita lunedì 3 settembre, quando l’alpinista si è avviato con il suo team verso il primo obiettivo: il Monte Bianco. Le difficoltà non si sono fatte attendere. Percorrendo la via francese da Chamonix, Zapater ha incontrato una pesante nevicata accompagnata da visibilità molto ridotta. Le condizioni meteo hanno reso necessaria una sosta in rifugio, per ripartire l’indomani di buon’ora alla volta della vetta. Perfino la discesa verso il Rifugio Gonella è stata complessa, con la neve che aveva reso la via del Papa, la normale, quasi un labirinto.

Di seguito è arrivato il Gran Paradiso, che ha regalato una scalata senza complicazioni e una tranquilla discesa notturna. Il programma iniziale prevedeva di realizzare gli spostamenti da una montagna all’altra in bicicletta, ma il maltempo riscontrato al Monte Bianco ha reso impraticabile la soluzione. A questo punto, in meno di 24 ore, lo spagnolo aveva già salito in vetta a 2 dei suoi 4 obiettivi.

Quindi è toccato al Cervino, che è tornato ad alzare l’asticella proponendo altra neve. Sono state necessarie due tappe per arrivare in cima: la prima da Cervinia al Rifugio Carrell e la seconda fino in vetta, seguendo la Cresta del Leone. Zapater ha quindi completato la discesa dal versante svizzero, verso il Rifugio Hörnli.

L’obiettivo finale è stato il Monte Rosa. Con già migliaia di metri di dislivello nelle gambe e poche ore di sonno, il team si è trovato a dover affrontare un ultimo grande sforzo. Le condizioni si sono però rivelate favorevoli per la scalata e anche la quarta cima è stata raggiunta senza problemi. La sfida si è quindi conclusa sabato 8 settembre alle ore 18:00, sulla vetta del Rosa.

L’impresa ha richiesto all’atleta di percorrere 161,8 km, superando 24.830 metri di dislivello in oltre 60 ore di attività, suddivise in 6 giorni. “Sei giorni fa ho iniziato una delle avventure più potenti della mia vita – ha commentato Zapater sui social – Ho vissuto in modalità “dirtbag” per tutto il mondo, gareggiando, viaggiando, arrampicando. Sono stato infreddolito, spaventato e affamato dalla Patagonia alla Nuova Zelanda, passando per il Giappone e il Canada. Eppure, nulla può essere paragonato al tentativo di incatenare, il più velocemente possibile, queste quattro signore di montagne“.

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